Tool + dEUS + The Struts + Night Verses @ Firenze Rocks, 15 giugno 2024

Il 18/06/2024, di .

Tool + dEUS + The Struts + Night Verses @ Firenze Rocks, 15 giugno 2024

In un’intervista del 2021, Maynard James Keenan, parlando degli alieni, ha sottolineato come l’heavy metal abbia perso la sua forza già da un po’ di tempo. Secondo il vocalist dei Tool, infatti, l’esistenza è caratterizzata da cicli, ognuno con le sue peculiarità. In questo ciclo evidentemente la musica caratterizzante è un’altra. Un’idea sicuramente valida in generale, ma meno ovvia se consideriamo quante persone sono ancora attratte da questo genere. I Tool, poi, con il loro stile ibrido ed esoterico, continuano ancora a richiamare decine di migliaia di fan; ne è prova l’Arena del Firenze Rocks che sabato scorso ha ospitato 41.637 spettatori* in delirio per assistere a uno dei concerti più attesi dell’estate.

Dopo 13 anni dall’uscita del loro album precedente, i Tool hanno ripreso a esibirsi regolarmente dal vivo con il lancio di ‘Fear Inoculum’ nel 2019. In quell’occasione, la Visarno Arena li aveva già ospitati, e sorprendentemente, solo cinque anni dopo, la band è tornata a suonare nello stesso luogo. Forse senza la pandemia l’attesa sarebbe stata più breve, o magari più lunga, chi può dirlo. Dai Tool, infatti, ci si può aspettare qualsiasi cosa, proprio per via della loro costante imprevedibilità. Imprevedibilità in quest’occasione forzata (pare) da problematiche legate al festival che hanno reso il concerto ‘mini’ e, forse, causato l’assenza dell’amata Schism, cosa che ha deluso profondamente chi si approcciava per la prima volta ai live della band.

Andando oltre la vox populi e le questioni organizzative, anche quest’anno lo show dei Tool ha lasciato una traccia indelebile, nonostante la qualità del suono piuttosto incerta in alcuni pezzi. Ad aprire le danze ‘Jambi’, brano tratto dall’album ‘10.000 Days’, noto per la spettacolare copertina che ha fatto vincere ad Adam Jones il Grammy per il miglior packaging e per aver venduto milioni di copie in tutto il mondo. ‘Jambi’, inoltre, si è rivelato un perfetto riassunto di ciò che sarebbe stato l’intero concerto, ossia uno spettacolo che avrebbe messo in luce in egual modo tutti i membri della band. Maynard, come di consueto, ha dato movimento a tutta la scenografia con la sua voce angelica e la tribaleggiante sagoma crestata. Oltre a lui, ad attirare gli sguardi è stata anche la straordinaria tuta reattiva alla luce indossata da Danny Carey, un omaggio all’artista Alex Grey, da sempre amato dalla band.

I brani di ‘Fear Inoculum’ sono stati sicuramente i grandi protagonisti della serata, scelta dettata forse più che da esigenze commerciali, da quel desiderio di inserirsi in questo nuovo ciclo del mondo, uno di quei cicli di cui parlava Maynard nell’intervista menzionata. Non sono mancati comunque richiami al passato, basti pensare a ‘Pneuma’, ‘The Grudge’ e ‘Flood’. Impeccabili, come sempre, anche Adam Jones e Justin Chancellor che più di una volta hanno fatto accapponare la pelle con la loro maestria e il senso di sicurezza nell’esecuzione dei pezzi.

Last but not least, il pubblico fiorentino ha ricevuto un complimento da Maynard: “You’re amazing”, ha detto verso la fine del concerto, un gesto da stringere forte e da ricordare, anche se era già palese che a emozionarsi, malgrado i vari problemi, non è stato solo il pubblico, bensì anche la band!

A inaugurare la serata altri tre gruppi che meriterebbero un capitolo a parte (specie i primi), i dEUS,  i The Struts e i Night Verses. Tre band che hanno accompagnato con classe il pubblico in fase di assestamento. I primi, spesso considerati tra le band europee più innovative degli anni Novanta, i secondi, una band British-rock parecchio amata in tutto il mondo, nata nel 2012 nel Derbyshire (UK), mentre i terzi, una band conterranea dei Tool nata, proprio come i The Struts, anch’essa nel 2012.

*Fonte: PromoFirenze.

Setlist:

Jambi
Fear Inoculum
Rosetta Stoned
Pneuma
Intolerance
Descending
The Grudge
Flood
Invincible
Stinkfist.

Galleria fotografica a cura di Giuseppe Craca

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