Depeche Mode @ Mediolanum Forum, Assago, 28 marzo 2024
Il 30/03/2024, di Gianfranco Monese.
Come per lo scorso ‘Global Spirit Tour’ 2017/2018, anche la formula del ‘Memento Mori World Tour’ vede, dopo tre date negli stadi italiani avvenute lo scorso luglio (Roma, Milano e Bologna), pure una leg invernale nei palazzetti di Torino (lo scorso 23 marzo) ed Assago (28 e 30 marzo), sold out da tempo. D’altronde la band di Basildon, seppur purtroppo orfana del compianto Andrew Fletcher, è ancora una compagine in grado di smuovere folle oceaniche, e l’ultima fatica in studio ‘Memento Mori’ (2023) è stata una più che convincente prova dopo più ombre che luci date dai suoi predecessori. Ad aprire la serata milanese di questo giovedì santo ci pensano i Deeper, quartetto di Chicago che offre un Indie Rock a tinte Post Punk: è infatti eclatante la somiglianza vocale, unita a parecchie soluzioni chitarristiche, del frontman Nic Gohl con Robert Smith dei The Cure. Lo show è tirato, i brani si susseguono uno dietro l’altro più per volontà di eseguirne il più possibile nel breve tempo a disposizione, e questo è il solito problema che colpisce i gruppi spalla la cui proposta, seppur valevole, data la velocità di esecuzione li fa sorvolare su qualche dettaglio essenziale per una maggior presa dal vivo, accrescendo nel fruitore la voglia di ascoltarli (e magari vederli) in separata sede, oppure di dimenticarsene appena lo show volge al termine.
Va detto, infatti, che quando alle 20:47 (appena due minuti di ritardo: se non è professionalità questa) i quattro Depeche Mode salgono sul palco sull’intro di ‘Speak To Me’, per forza di cose tutto si azzera. ‘My Cosmos Is Mine’, opener dell’ultimo album, ti entra dentro, ti si attacca addosso grazie a quell’elettronica impregnata di industrial nero come la pece, e Dave Gahan attira fin da subito tutti gli occhi su di sé, pur restando assieme agli altri nell’ombra grazie ad un gioco di luci. Ci pensa ‘Wagging Tongue’ a mostraci per bene il gruppo ed a smuovere il Forum, mentre con ‘Walking In My Shoes’ il primo classico va in cassaforte, tra un Gahan che non smette di stare fermo, un Martin Gore impenetrabile e maniacale sui suoi strumenti, ben supportatto dalle tastiere e sintetizzatori di Peter Gordeno e dal possente drumming di Christian Eigner. Per ‘It’s No Good’ anche dalle gradinate qualcuno si alza in piedi più trascinato dalla bellezza di quella che fu, perchè la prova di questa sera è apparsa come un semplice compitino portato a casa, date anche le corde vocali del frontman che, sulla soglia dei 62 anni, giustamente non tengono il passo di un tempo. Poco male, perchè il trittico successivo lo vede in netta ripresa, e chiedere di stare fermi sulla trascinante ‘Everything Counts’ è come obbligare un bambino a stare sul passeggino una volta entrato a Gardaland. Il brano termina e Gahan, arrivato alla fine del lungo corridoio che si allunga dal centro del palco verso la metà della platea, nota parecchi cartelloni sui quali i fan hanno scritto di compiere gli anni: ne sceglie uno (tal Gaetano, ammesso che il frontman abbia capito bene) e assieme alla band intona ‘Happy Birthday To You’, tra le lacrime del fan ripreso a fine canzone (e mi piace pensare che la dedica fosse anche per la mia compagna Sara, presente al mio fianco e fresca di compleanno il giorno precedente). ‘Precious’ e ‘Before We Drown’ ammaliano, dopodichè Gahan e Eigner lasciano lo stage: è giunto il momento per Gore di prendere in mano il microfono e, assieme a Gordeno, regalarci due prestazioni monumentali, affascinanti e toccanti. Le luci si abbassano, concentrandosi sui due musicisti, e il “piano voce” di ‘Strangelove’ e ‘Home’ rapisce i presenti, con una prestazione da parte del fondatore addirittura superiore a quella ascoltata durante il ‘Global Spirit Tour’: sono solo applausi. Il gruppo si ritrova al completo (e Gahan, fino a prima in camicia nera e gilet nero/oro, adesso indossa il suo classico gilet nero senza camicia) e ‘Ghosts Again’, primo singolo estratto dall’ultima fatica, prende il largo tra molti consensi, pedinato da una potente ‘I Feel You’, nella quale il frontman si rifà alla grande dopo qualche ombra citata precedentemente. Si viaggia verso la conclusione, e da segnalare è il terzetto finale, da una solenne ‘Behind The Wheel’ che Gahan dedica al compianto Fletcher, ottenendo ovviamente un lungo applauso, ad una monumentale ‘Black Celebration’ sino alle classiche ‘Stripped’ ed ‘Enjoy The Silence’ che finalmente fanno alzare anche chi, fino a quel momento, sulle gradinate ha preferito assistere al concerto dallo schermo del proprio smartphone (facendo sorgere più di un dubbio non solo sulla mancanza di godimento della serata, ma anche sull’utilizzo, poi, di quei video eterni). Il frontman ringrazia ed augura la buonanotte, lasciando frettolosamente assieme ai compagni il palco per poi risalire qualche minuto dopo. E’ tempo dei bis: i due membri fondatori raggiungono la fine del corridoio centrale, posizionandosi quasi al centro del Forum e duettando su ‘Waiting For The Night’, ben supportati dai presenti (assieme al sipario di Gore e Gordeno, sicuramente il momento più intimo della serata). Sulle ultime tre canzoni c’è poco da scrivere: chi le conosce sa che dal vivo è tutto un susseguirsi di emozioni, cori, incitamenti: sicuramente bisogna annotare il «So much better than Torino!» sentenziato dal frontman dopo aver fatto ripetere più volte ai presenti i cori solitamente eseguiti da Gore al termine di ‘Just Can’t Get Enough’, oppure quell’onda di braccia che sempre Gahan fa scatenare verso la conclusione di ‘Never Let Me Down Again’, tanto semplice quanto uno degli spettacoli che più mi resterà impresso nella mia “carriera” di fruitore, mentre ‘Personal Jesus’, come da copione, altro non può fare se non chiudere ogni show della band inglese, che al termine provata saluta, sostando per vari minuti sul palco, inchinandosi più volte ed abbracciandosi, consapevole dell’ottima riuscita dello spettacolo, dell’effetto ottenuto e di quell’ex compagno e amico che, da lassù, assieme a noi si è sicuramente goduto il tutto.
Setlist:
Speak To Me
My Cosmos Is Mine
Wagging Tongue
Walking In My Shoes
It’s No Good
Policy Of Truth
In Your Room
Everything Counts
Happy Birthday To You (Mildred J. Hill & Patty Hill cover)
Precious
Before We Drown
Strangelove
Home
Ghosts Again
I Feel You
A Pain That I’m Used To
Behind The Wheel
Black Celebration
Stripped
Enjoy The Silence
Encore:
Waiting For The Night
Just Can’t Get Enough
Never Let Me Down Again
Personal Jesus
Foto Roberto Villani