Enslaved + Svalbard + Wayfarer @ Legend Club, Milano, 16 marzo 2024
Il 26/03/2024, di Giulio Pieroni.
Serata attesa da molti a quanto pare. Sin dall’apertura dei cancelli il Legend è stracolmo, questo è sicuramente dovuto da due fattori: la qualità dei concerti proposti e l’essere l’unica data italiana di questo tour. Parliamo della calata in Italia di, in ordine di esibizione, Wayfarer, Svalbard e Enslaved.
Aprono, puntualissimi come da schedule, gli americani Wayfarer autori sul finire dell’anno scorso dell’ottimo ‘American Gothic’ che viene presentato durante il concerto con tre canzoni sulle cinque complessive date al quartetto di Denver. Dal punto di vista musicale nulla da eccepire i quattro ci deliziano con la loro proposta che partendo da un black metal atmosferico figlio della scena cascadica si concede puntate in territori musicali più smaccatamente a stelle e strisce, dal blues alla musica da western con accenni anche di passaggi più country, andando a creare un suono per lo più unico nel panorama attuale . Due nei però vanno espressi, l’esiguità estrema della setlist e alcuni problemini di suono soprattutto sulla batteria che hanno sporcato la prestazione di Shane Mc Carty e soci.
Gli organizzatori ci danno giusto il tempo di mangiare qualcosa velocemente ed ecco arrivare il gruppo che il sottoscritto aspettava di più questa sera: gli Svalbard capitanati da Serena Cherry, voce e chitarra. Per chi non li conoscesse i quattro inglesi fanno una via di mezzo tra black metal, shoegaze e una spruzzata di hardcore/screamo, proposta musicale abbastanza sui generis che, dopo due ottimi dischi come ‘It’s hard to have Hope’ e ‘When I die, Wil i Get Better?’, li ha fatti sbarcare l’anno scorso su Nuclear Blast con il non convincentissimo ‘The Weight of the Mask’. Come ho già detto mi aspettavo tanto da loro ma avevo anche paura che la mezza delusione della loro ultima fatica discografica si riproponesse anche dal vivo, fortunatamente sono stato smentito grazie ad una prestazione ottima da parte di tutta la band sia da un punto di vista meramente strumentale che vocale, anche se Serena ha rischiato di dare forfait fino all’ultimo minuto causa condizioni fisiche non proprio ottimali. Anche stavolta la setlist non è delle più lunghe e tra i brani, godevolissimi dal vivo, dell’ultimo disco spiccano ‘Open Wound’ e ‘Click Bait’ tratte dal meraviglioso ‘When I die Wil I get Better’. Grande prestazione e menzione d’onore per il merch, al loro banchetto faceva bella mostra di sè una splendida maglietta con il pelosissimo gatto della cantante stampato sopra.
Passiamo al piatto forte della serata: gli inossidabili Enslaved, più di 30 anni di carriera e ancora freschissimi sul palco. La setlist del concerto è una carrellata tra tutti vari stadi di evoluzione di un gruppo che non si è mai fermato nel suo percorso artistico, ovviamente il focus è sui pezzi dell’ultimo disco che non sono da meno rispetto a tutta la produzione precedente. Il gruppo capitanato da Grutle Kjellson si permette anche di scherzare tra un pezzo e l’altro con il pubblico, prima sfoggiando un’ottima selezione di storici gruppi della scena prog rock italiana, a sciorinare vari nomi di personaggi famosi italiani. Musicalmente si può dire davvero poco, impeccabili, a loro agio con tutto il repertorio che spazia da momenti più corali ed evocativi a pezzi più tecnici, provenienti dai dischi più recenti, a letteralmente pezzi di storia del black metal come ‘Loke’ tratta dal seminale ‘Frost’,a mio modesto parere il momento più alto di tutto il concerto, o ancora di piu ‘Allfáðr Oðinn’ tratto dal primo demo ‘Yggradrisill’. In conclusione possiamo tranquillamente dire di aver assistito a tre grandi gruppi e ad una serata che in pochi si dimenticheranno facilmente.
Galleria fotografica a cura di Marco Biunno