The Pineapple Thief @Alcatraz, Milano, 7 Marzo 2024
Il 21/03/2024, di Gaetano Iannarelli.
A neanche un mese dall’uscita dell’ultimo album ‘It Leads To This’ la band inglese fa tappa a Milano durante il suo tour promozionale in giro per l’Europa. Il quindicesimo album di una band che lentamente si è guadagnata un posto di rilievo nel progressive rock europeo più diretto, magari anche easy, colmando il vuoto lasciato dai Porcupine Tree, band a cui tanto il progetto si ispira. Il tentativo di Wilson di rendere ‘eterno’ il progressive rock è riuscito ed ha fatto anche proseliti, definendo un genere trasversale capace di arricchirsi di ingredienti che vanno dall’elettronica al metal, dal folk al post rock.
Si inizia comunque a suon di sitar, ad aprire la serata solo sul palco Randy McStine a presentare il suo progetto acustico arricchito di inserti elettronici, per circa trenta minuti che volano via piacevolmente grazie alla voce corposa dell’artista. Il pubblico freme, un lungo allestimento del palco e sono le 21:20 quando il quintetto inglese guadagna la scena accolto dagli applausi del pubblico. Subito protagonisti il drumming di Gavin e le voci con il brano ‘The Frost’, uno dei singoli dell’ultima release. Suoni chiari e definiti, il drumming impeccabile e incalzante riconoscibile tra mille del mito vivente Harrison a sostenere e spingere la band. Si punta al digitale, strumentazione minimale sul palco, ad ingombrare la scena una luccicante batteria.
Si sfoglia la discografia e i brani più recenti non sfigurano affatto. Sicuramente il groove e i cori sono i punti di forza The Pineapple che live vengono riproposti al meglio, non a caso sono rinomati per le loro performance dal vivo. Punto debole in generale della proposta restano le chitarre, che soprattutto dal punto di vista solistico non convincono, anche se riescono in alcuni casi a toccare apici notevoli. La somiglianza con i Porcupine Tree viene amplificata in sede live, ma alle tastiere non abbiamo Richard Barbieri e alle chitarre non c’è Steven Wilson, come nel caso di brani come ‘Put it right’, ‘The Final Thing on My Mind’ o ‘In exile’.
Il pubblico appare soddisfatto, i momenti di maggiore trasporto si hanno con i brani più serrati, dal groove più coinvolgenti, come nel caso di ‘Rubicon’, brano tra i più riusciti dell’ultimo album, ed ‘Alone at sea’, che chiude magnificamente la serata. Una band al top, che continua a proporre ottime release e si presenta perfettamente in sede live, voci impeccabili. Il valore aggiunto apportato da Gavin Harrison fa sicuramente la differenza, potrebbe aiutare un quinto elemento nella band capace di coprire quel vuoto solistico che palesemente limita il progetto che potrebbe tranquillamente ambire a qualcosa in più. Ma questo è il mio modesto parere.
Set list
The Frost
Demons
Put It Right
Our Mire
Versions of the Truth
Every Trace of Us
Dead in the Water
All That’s Left Now It’s Yours
Fend for Yourself
Rubicon
To Forget
It Leads to This
Give it Back
The Final Thing on My Mind
In Exile
Alone at Sea