Shores Of Null + Ponte del Diavolo + Sonum + Die Sünde @ The Academy, Levata (MN), 2 marzo 2024
Il 11/03/2024, di Alex Ventriglia.
Mantova, seppur decentrata e fuori dalle rotte delle grandi tournée e degli eventi live, riesce comunque a farsi sentire, segnalandosi sì con eventi sporadici ma di grande impatto e di sicuro interesse, come per esempio questa An Obscure Beauty Night, quasi un mini festival con ben quattro gruppi, tra outsider promettenti, nomi in fase ascendente e realtà consolidate, tutti convenuti al The Academy di Levata, piccola frazione di Curtatone, cittadina che fu teatro di una battaglia importante della prima guerra d’indipendenza italiana. Ricordi scolastici a parte, va detto che Levata ci rimarrà impressa anche per la magnificenza delle nostre band, che in settori quali il doom, il black quasi avanguardista e i suoni virulenti quanto introspettivi, possono dettar legge anche in campo internazionale.
Si comincia dai Die Sünde, veneti di cui avevo sentito parlar un gran bene, soprattutto per l’inventiva stilistica e un coraggio che li porta a rivaleggiare con il nichilismo degli Amenra e il furore intrinseco degli Absent In Body, sconfinando in quell’avanguardismo post black che premia solo i più brillanti. La band padovana, nel breve tempo a disposizione, decide di giocare probabilmente la sua carta migliore, affrontando i venti minuti e poco più di ‘Strega’, unico brano che compone l’ultimo, omonimo EP e che forse rappresenta tutta l’essenza dei Die Sünde, e non soltanto a livello musicale. Trasversali e imprevedibili, i veneti inaugurano degnamente così la serata che, come dice il suo titolo stesso, sarà votata alla bellezza dell’oscurità. In tutte le sue sfaccettature.
Con i Sonum i suoni si fanno invece più aspri e frementi, dedicati come sono a un death metal solenne e affatto banale, corredato da buone variabili strutturalmente parlando e assecondato dalle growling vocals del cantante e bassista Thomas, il quale mena fendenti e conduce le danze. Un solo album finora per loro, ‘Visceral Void Entropy’, e la sensazione netta che, eliminate alcune incongruenze, i Sonum abbiano tanto da dire, nonostante un settore a dir poco inflazionato e che, spesso, lascia poche vie d’uscita.
I Ponte Del Diavolo, da Torino, sono forse la band più “chiacchierata” del momento, e per tutta una serie di motivi, in primis è il loro freschissimo debutto su Season Of Mist, ‘Fire Blades From The Tomb’, a far parlare di sé, con la sua caliginosa miscellanea che chiama in causa anime musicali turbolenti e diverse tra loro, accomunate però da un amore per l’occulto che fa la differenza. Una formazione che dal vivo, esattamente come su disco, cresce passo dopo passo, evolvendosi in sordide trame magistralmente interpretate dalla frontgirl Elena Camusso, la quale, con voce suadente e accattivante, e le sue movenze ipnotiche, stipula un contratto con tutto ciò che è nascosto, lasciando che sia l’imponderabile a regolare la bilancia della nostra esistenza. Dall’opener ‘Demone’ alla meravigliosa cover finale di ‘The Weeping Song’ (cantata in tandem con Davide Straccione degli Shores Of Null), l’estasi si trasforma in catarsi e canzoni come ‘Covenant’, la lugubre, doomegiante ‘Red As The Sex Of She Who Lives In Death’ e l’abrasiva ‘Scintilla’ (in cui il cantato in italiano ha una valenza ancor più dirompente) fanno ben comprendere che ci troviamo davanti a una band speciale, che non può lasciare indifferenti. Chi dice il contrario, non ha approfondito la loro arcaica dimensione, forse distolto dalla frenesia dei tempi moderni…
Gli Shores Of Null non li scopriamo certo oggi, band che da anni calca con successo i palchi di mezzo mondo e che, spesso e volentieri, ama togliersi soddisfazioni che a volte valgono una carriera, mi vien da dire per esempio il recente invito alla crociera 70000tons Of Metal, oppure il prossimo ritorno all’Hellfest francese, una partecipazione prestigiosa e prontamente inserita nella tournée europea che il gruppo romano sta in questi mesi portando avanti. Giusto per sottolinearne la caratura, di questa realtà tricolore che, dotata di un frontman espressivo e solenne qual è Davide, muove le sue inquietudini con grande autorevolezza, risultando tra l’altro anche spigliata e mai pesante o banale. Questo nonostante il genere che “maneggia”, che non è dei più facili e che di gruppi ne ha bruciati tanti, quasi tutti immolati sull’altare della ripetitività. Una scaletta suggestiva stasera, con qualche flashback d’autore tipo il break centrale in balia di ‘Ruins Alive’ e ‘Quiescent’, e il resto delle emozioni lasciato quasi tutto alla mercé dell’ultimo ‘The Loss Of Beauty’, album straordinario e che a Levata i romani ripropongono nella sua interezza. Va inoltre detto che in questa data lombarda la band si è vista costretta a suonare senza l’apporto di Gabbo, chitarrista storico e asse portante del suono Shores Of Null, il quale ha dato forfait per improvvise questioni di salute: fortunatamente niente di grave, solo una seccatura o poco più, ma che comunque non ha impedito ai suoi compagni di sfoderare l’ennesima, grande performance.