The Ocean+This Will Destroy You+Spurv @ Circolo Magnolia, Milano, 16 ottobre 2023
Il 02/11/2023, di Maria Teresa Balzano.
Quando i The Ocean questa estate hanno annunciato le date del tour europeo ho chiesto le ferie anche se ancora mancavano mesi perché non volevo intoppi che mi tenessero lontana dal palco per le due date di Milano e di Bologna. I soliti guasti alle linee ferroviarie e l’anticipo degli orari di esibizione comunicati last minute (promoter, non fatelo mai più per favore) non hanno scalfito minimamente la mia determinazione che è stata ripagata fino all’ultima molecola di energia investita.
Avete presente quei momenti della vita in cui, per i più disparati motivi, non riuscite a staccarvi da un disco? Passano i mesi e resta un ascolto costante, confortante, familiare, l’avvicendarsi delle stagioni e il susseguirsi degli eventi della vita quotidiana non intaccano il piacere e il dolore che provate nell’ascoltarlo, quella scarica di adrenalina direttamente proporzionale all’intensità del pugno nello stomaco che arriva quando i crescendo esplodono in cuffia e un sorriso alla Joker vi si disegna sul viso, in qualche modo quel disco vi è entrato sotto pelle e attendete frementi l’occasione di sentirlo suonato dal vivo.
Questo è l’effetto che mi fa ogni disco dei The Ocean e questo è lo stato d’animo con cui sono salita sul treno diretta a Milano. Arrivo al Magnolia e tra rinnovo tessera, cazzi e mazzi, gli Spurv stanno terminando il concerto, pochissime persone sono riuscite ad arrivare in tempo ed è un vero peccato, perché la band, sempre sotto l’egida della Pelagic Records, merita un ascolto più approfondito e sarebbe stato bello poter godere anche della loro performance live, soprattutto dopo aver ascoltato negli scorsi giorni la loro ultima fatica ‘Brefjære‘, di cui a breve leggerete la recensione sulle nostre pagine.
Veloce cambio palco e abbiamo appena il tempo di posizionarci in prima fila che parte, ipnotica e liquida, ‘Preboreal’. Già sapevo che la prima parte del set sarebbe stata incentrata sui primi cinque brani di ‘Holocene’, eseguiti in sequenza. Se la parola che più avevo usato nella recensione dell’album era stata devastante, non posso che confermare e sforzarmi di cercare termini ancora più incisivi per descrivere questo live: uno sconvolgente e magnetico saliscendi emozionale, crescendo infiniti che deflagrano in tutta la loro violenza e dal vivo enfatizzano ulteriormente l’atmosfera intensa e coinvolgente.
La band in perfetta forma si esibisce in uno spettacolo che rasenta la perfezione, avevo qualche dubbio sui clean di Rossetti ma devo ammettere che ha saputo gestirli magnificamente, Staps e le sue chitarre immense alzano muri di suono che pettinano a dovere e non solo nelle prime file, le ritmiche invadenti e ossessive di Seidel sono chirurgiche e veementi, si riesce anche a sopperire egregiamente alla mancanza del tastierista, Voigtmann. Il pubblico è presto rapito e complice, sento cantare a squarciagola alle mie spalle, viviamo un’ora e mezza di completo abbandono alla musica, con le sfuriate vorticose accompagnate dallo scream che ci scaricano da ogni tensione e i passi strumentali solerti a dilaniarci l’anima.
La seconda parte del set pesca dalla discografia del collettivo berlinese mantenendo alto il livello di intensità con brani del calibro di ‘Permian:The Great Dying’, ‘Abyssopelagic I’ e ‘Pleistocene’, per chiudere con una sublime ‘Jurassic|Cretaceous’ in cui si da fondo, sia sopra sia sotto al palco, ad ogni energia residua, con l’immancabile stage diving del carismatico Rossetti e un pubblico ormai in visibilio. Difficile raccontare l’inenarrabile, almeno per la sottoscritta che da tanto tempo aspettava di essere devastata da questi due concerti. Io e, a quanto ho sentito bisbigliare, molti altri saremmo stati a sentirli suonare per ore.
Ma come tutte le più belle cose, anche questo concerto finisce e il testimone passa ai texani This Will Destroy You, co-headliner del tour, che incentrano il loro set su sonorità decisamente più delicate e minimal, un post rock strumentale molto atmosferico che ogni tanto sfocia nel noise ma resta su territori abbastanza ambient, seppur tremendamente dark e malinconico. La loro musica anche dal vivo mantiene una forte connotazione di intimità e raccoglimento, che regala al pubblico una bella dose di mesto turbamento e drammatica melodia. Un altro gruppo di musicisti di tutto rispetto coinvolti palesemente fino al midollo in ogni maledetta nota suonata. Chapeau.
Galleria fotografica a cura di Piero Paravidino e Marco Biunno