Indoor Summer 2023 @Hamburg, 02-03 settembre 2023
Il 25/09/2023, di Andrea Lami.
Weekend teutonico per noi di Metal Hammer vista la trasferta che abbiamo affrontato per assistere all’Indoor Summer 2023 che si è tenuto i primi di settembre ad Amburgo. Le band in cartellone erano veramente golose per lasciarsi scappare questa possibilità ed infatti, con la giusta programmazione, siamo riusciti a partecipare a due dei tre giorni di festival.
La prima giornata, la più golosa per il sottoscritto, si apre con i Seventh Crystal, una band svedese autrice di un hard rock melodico, ormai un classico per chi proviene da quelle zone. Gli Europe negli anni ottanta hanno aperto una strada che oggi è letteralmente diventata un’autostrada vista la quantità di band provenienti da quelle terre. Purtroppo, colpa nostra, siamo arrivati tardi e gli unici scatti che vi possiamo regalare sono stati fatti dal pubblico.
Si prosegue con Stala & So. una band attiva da molti anni che ha portato la sua esperienza sul palco facendo divertire i presenti. Il pubblico incomincia a diventare più numeroso e soprattutto più rumoroso seguendo la band. Particolarmente convincente è apparsa la scelta della cover ‘Anytime’ degli MSG.
Se fino a questo momento ho guardato le band con curiosità, da adesso in poi inizia il mio festival, tra band che mi hanno stupido con album eccezionali ad altre band che mi hanno accompagnato durante la mia adolescenza.
Si inizia con i The Cruel Intention, che come vi ho raccontato nella mia recensione (qui) l’ultimo album mi ha colpito favorevolmente ed ho fatto di tutto per vederli suonare dal vivo. La band è decisamente compatta ed eseguendo i brani in scaletta trasmettono allegria e voglia di divertimento. Un classico per questo genere di musica. Si prosegue facendo un salto indietro nel tempo per ammirare ed ascoltare gli Hericane Alice. La band, autrice di un album strepitoso intitolato ‘Tear The House Down’ (1990) ci regala un’esibizione a dir poco perfetta, soprattutto se si tiene conto che la band era alla sua prima esibizione. Tra le cose strabilianti vi cito il singer che si scaldava la voce nei camerini prima di entrare con….. ‘She’s Gone’ degli Steelheart. L’altra curiosità è relativa alla band, molto giovane, basti pensare che il chitarrista della band quando è uscito l’album d’esordio non era ancora nato. Complimenti.
Lo split dei Crashdiet è stato molto tristemente accolto dal pubblico, che nell’arco della giornata era in attesa di una sorpresa speciale per riempire il vuoto. Le ipotesi che giravano, prima on line dove ogni fan suggeriva la band preferita, poi direttamente al MarkThalle erano varie ed alla fine nessuno ha indovinato visto che lo spazio vuoto è stato riempito da un set acustico di Coney Hatch. Premesso che la critica non è né all’organizzazione che in 2 giorni ha dovuto inventarsi qualcosa (e ci è riuscita!!!) né all’artista, ma il set acustico, molto intimo e bello, ha un po’ smorzato l’adrenalina che scorreva a fiumi. Cambio di palco molto rapido ed ecco che gli Heavens Edge prendono posizione carichi e pronti a far esaltare il pubblico. La band è decisamente in formissima. I brani della scaletta sono un mix tra il loro album più conosciuto (l’omonimo ‘Heavens Edge’ 1990) e le nuove produzioni, senza tralasciare qualche canzone estratta dall’ultimo album, assolutamente valido. Una prova decisamente positiva per una band che ha ancora molto da dire e che speriamo non solo di rivedere presto ma che la reunion porti altri frutti oltre al sopra citato ‘Get It Right’. Inutile dirvi che vedere la band regalarci balletti e coreografie ha esaltato non solo chi vi scrive, ma anche tutta quella schiera di fan cresciuta con queste canzoni. Chiudono la serata gli Hardcore Superstar ormai una band di primissima grandezza che ovunque va raccoglie consensi. Lo sappiamo bene noi italiani che li abbiamo accolti e coccoliamo da anni. La band, orfana ancora una volta del batterista Adde, ci regala una prestazione al fulmicotone nella quale ogni singola canzone viene cantata e ballata da tutti i presenti. Jocke, come sua abitudine, non si risparmia e butta tutto sé stesso sul palco non stando fermo praticamente mai, tolto il siparietto acustico insieme a Vic. Lo stesso Vic ci regala note si note e mille espressioni facciali divertentissime. La base ritmica è una garanzia assoluta intorno alla quale lo spettacolo può articolarsi perfettamente. Una grande serata di hard rock di qualità, sia per i nostalgici che per i più giovani.
The Cruel Intention setlist:
01. Reckoning
02. Kerosene
03. Sunrise Over Sunset
04. Genie’s Got A Problem
05. Chaos In A Bombshell
06. Salt I Ditt Sar
07. Go Fuck Yourself
08. Venomous Anonymous
09. Enemy In Me
10. Jawbreaker
11. Bordeline Crazy
12. Sick Adrenaline
Hericane Alice setlist:
01. Give Us What You’ve Got
02. Bad Boy Breakdown
03. Need A Lover
04. Tear The House Down
05. Sexdrive
06. Crank The Heat Up
07. Radar Love
08. Highway Star
09. Wild, Young And Crazy
Heavens Edge setlist:
01. Play Dirty
02. Rock Steady
03. Had Enough
04. Daddy’s Little Girl
05. Up Against The Wall
06. Come Play The Game
07. Don’t Stop, Don’t Go
08. When The Lights Go Down
09. Skin To Skin
10. Bad Reputation
11. Find Another Way
Hardcore Superstar setlist:
01. Abrakadabra
02. Electric Rider
03. Into Debauchery
04. Wild Boys
05. My Good Reputation
06. Liberation
07. Hatefull
08. Standin’ On The Verge
09. Someone Special
10. Last Forever
11. Moonshine
12. Bag On Your Head
13. Last Call For Alcohol
14. Above The Law
15. We Don’t Celebrate Sundays
16. You Can’t Kill My Rock’n’Roll
L’ultimo giorno di festival, secondo per noi, inizia con i Saints Of Sin, quattro ragazzini che provano a scaldare il pubblico presente. Le canzoni proposte mi hanno fatto tornare alla mente qualche boyband con l’aggiunta della chitarra elettrica. Ne è una conferma la cover eseguita ‘Uptown Funk’ che tutti conoscono. Una manciata di canzoni e ci salutano lasciando il palco ai Cobra Kill, una band che solo a livello visivo è uno spettacolo tutto da scoprire. Un chitarrista è super glam con chitarra fluorescente, l’altro chitarrista potrebbe andar bene ovunque anche se per l’aspetto nordico lo vedrei bene in un gruppo power, il bassista col baffo ed il look alla Lemmy ed il cantante, un folletto vestito come una tutina rubata al peggior DeMaio. Se volevano confondermi le idee, ci sono riusciti perfettamente. Musicalmente siamo vicini all’heavy metal, ma quello abbastanza semplice. Carini.
Si inizia a far sul serio con i Czakan, band storica tedesca che diede alla luce l’album d’esordio nel 1989 per tornare di recente con l’album ‘Unreal’ targato 2023. Le primavere passate non hanno arrugginito la band che ben si comporta sul palco. Il pubblico presente inizia ad essere piacevolmente coinvolto dai brani eseguiti segno questo che la reunion è stata un’ottima scelta.
La sorpresa della giornata, almeno per quanto mi riguarda, sono sicuramente gli Stop★Stop, band originaria spagnola ma trasferitasi in Inghilterra. La musica proposta è un glam rock semplice semplice ma ciò che rende vincente la loro esibizione è quello che questo terzetto propone sul palco. Nulla di strabiliante, semplicemente un trio che suona canzoni con una carica immensa e con la voglia di divertisti. Il cantante/bassista col viso pitturato e dalle mille espressioni, salta canta balla, il chitarrista lo segue con ottima precisione, ritmica, assoli e cori oltre a coreografie e pose a là Joel Hoekstra. Che dire del batterista? Impossibile non notarlo, sia per la sua folta chioma ma anche per l’energia messa dietro alle pelli. In molti mi avevano parlato bene della band ed ammetto di averla ascoltata (forse distrattamente) senza rimanerne colpito. Ma da vivo sono una forza della natura che spero di poter rivedere al più presto in qualche parte del nostro stivale. Promossi a voti pienissimi con lode.
Rimanendo nel glam più assoluto, ecco salire sul palco Steve Summers con la sua versione dei Pretty Boy Floyd. Ho avuto occasione di vedere Steve & c. qualche tempo fa a Torino e, pur in un locale non enorme, erano riusciti ad infiammare il pubblico presente. La cosa si è ripetuta anche questa sera ed il merito di questo successo va sicuramente attribuito alla bellezza dell’album ‘Leather Boys With Electric Toys’ (1989). Canzoni come ‘Rock’n’Roll’ o ’48 hours’ o la stessa ‘Leather Boys With Electric Toys’ hanno il dono di catturare chiunque sia presente. C’è da ammettere che Steve sa stare sul palco e sa come far divertire il pubblico.
Ancora una band ci separa dall’headliner della serata. Si tratta degli Helix, band canadese che con ‘Walkin’ the Razor’s Edge’ (1984) ha raggiunto in discreto successo permettendogli di portare avanti una carriera musicale composta di una ventina di album (tredici in studio). La band appare in forma anche se il passare del tempo è tangibile ma il rock ha questa caratteristica, puoi anche avere un tot di primavere, ma se le canzoni che proponi sono cariche di adrenalina, ti verrà spontaneo ballarle e cantarle, tanto che il pubblico che assiste agli show non potrà far altro che rimanerne affascinato. La setlist ripercorre un po’ le varie hits della band facendoci divertire a più non posso. Chiude la serata, ed il festival, Mike Tramp, ex singer dei White Lion, ma anche dei Freak Of Nature ed autore di una carriera solista notevole, come lui stesso ci ha fatto notale (14 album all’attivo!!).
Forte anche dell’ultima sua pubblicazione (‘Songs of White Lion’ 2023) nel quale lo stesso Mike riarrangia le canzoni che l’hanno reso famoso e lo fa prendendo coscienza del fatto che certe tonalità non gli appartengono più, la setlist della serata è praticamente tutta improntata sulle canzoni dei White Lion.
Se da una parte la scelta garantisce un successo di pubblico perché tutti noi siamo cresciuti con quegli album, dall’altra, come accade da anni al buon Mike, regala un po’ di tristezza nel vedere che siamo ancora tutti ancorati a quelle canzoni e che la produzione successiva non regge minimamente il confronto con quelle splendide composizioni. La band è ben rodata, il chitarrista a cui forse spetta il compito più duro e cioè sostituire il talentuoso Vito Bratta, ben si comporta. Mike stesso sembra una versione danese di Ligabue, in jeans e chitarra a canticchiare quegli inni che l’hanno reso famoso. ‘Hungry’, ‘Lonely Nights’, ‘Cry For Freedom’ ma anche ‘Little Fighter’, ‘Wait’ o la splendida ‘When The Children Cry’ fanno parte del repertorio di Tramp ma allo stesso tempo sono parte di noi rocker incalliti. Particolarmente toccanti le versioni di ‘Love Don’t Come Easy’, ‘Broken Heart’ e ‘Farewell To You’. Forse perché estratte dal mio album preferito, forse perché Tramp ci saluta con un ‘Auf Wiedersehn, Sayonara and ciao my friend’ che mi hanno fatto salire il groppo in gola, ripensando al significato racchiuso in quella canzone d’addio visto lo scioglimento imminente della band (‘The Mane Attraction’ 1991).
Durante la redazione di questo report, vi ho evidenziato le date di pubblicazione di alcuni album racchiusi tra il 1989 ed il 1991, anni in cui questo genere di musica dava alla luce un capolavoro dietro l’altro. Il trend si è fermato per merito/colpa del successo del grunge ma che nell’arco del tempo poi è tornato di moda facendo germogliare tante band che, come noi ascoltatori, si erano innamorate di queste sonorità.
Piccola nota per gli organizzatori ed i collaboratori di questo festival. La location è molto bella, vicinissima alla stazione centrale, quindi anche per chi arriva da fuori è comodissima. La gentilezza e la professionalità di tutti è stata esemplare. In questi tempi in cui è sempre difficile riuscire ad organizzare cose del genere un plauso va a tutti loro. Grazie e arrivederci a presto.
Saints Of Sin setlist:
01. Heart Attack
02. Alice
03. We’re On Fire
04. With U
05. Uptown Funk
StopStop setlist:
01. Anarchy
02. Toilet Party
03. Join The Party
04. Lola
05. Fire, Fire!!
06. The Last Call
07. Stop Stop
08. Proud Thunder
Pretty Boy Floyd setlist:
01. Toast Of The Town
02. Leather Boys With Electric Toys
03. Rock’n’Roll (Is Gonna Set The Night On Fire)
04. Wild Angel
05. 48 Hours
06. Rock’n’Roll Outlaw
07. I Wanna Be With You
08. Saturday Night
Helix setlist:
01. No Rest For Wicked
02. Wild In The Streets
03. Danger Zone
04. Dirty Dog
05. Good To The Last Drop
06. Deep Cuts The Knife
07. Animal House
08. Young & Reckless
09. Hammer Falls
10. Gimme Gimme Good Lovin’
11. Heavy Metal Love
12. Rock You
13. Heavy Metal Cowboys
Mike Tramp setlist:
01. Hungry
02. Lonely Nights
03. Tell Me
04. Living On The Edge
05. Cry For Freedom
06. Little Fighter
07. Love Don’t Come Easy
08. Wait
09. When The Children Cry
10. Broken Heart
11. Lady Of The Valley
12. Farewell To You