Prog Fest @ Genova, Porto Antico – 5/6 agosto 2023
Il 11/08/2023, di Marina Fulco.
DAY 1 – Sabato 5 agosto
Durante il recente fine settimana si è tenuto l’annuale appuntamento del Prog Fest, un evento dedicato alla musica progressive e promosso dalla storica etichetta genovese Black Widow. Questi due giorni hanno visto esibirsi diversi artisti, principalmente italiani, con l’eccezione degli ospiti d’onore della prima serata, gli Änglagård. Quest’anno, l’edizione dell’evento ha reso omaggio a Vittorio De Scalzi, voce dei New Trolls e nativo di Genova, che ci ha lasciati un anno fa. L’evento ha avuto inizio alle ore 19 in punto tenuto a battesimo dai Dark Ages, giovane ensemble di ragazzi provenienti dal nord-est dell’Italia. La formazione include gli strumenti tipici – voce, chitarra, basso e batteria – ma si distingue anche per l’aggiunta di tastiere, sax e flauto traverso, che si alternano per arricchire il suono. La voce del cantante è moderna, situandosi in uno spazio tra l’alternative rock degli Alter Bridge e lo stile di Chris Cornell. Il genere musicale che esplorano varia tra l’alternative rock moderno ad un approccio più classico al metal. Sebbene all’inizio l’affluenza del pubblico sia modesta, aumenta durante l’esibizione. Il repertorio dei Dark Ages spazia da brani più orientati al rock a ballate più tranquille, dimostrando così una versatilità nel loro stile. La presenza del flauto traverso, aggiunge accenni di progressive alla loro musica. L’energia fresca e coinvolgente della band intrattiene il pubblico, mettendo in luce il loro nuovo album ‘Between Us’. Come omaggio alla serata, eseguono una cover di ‘Quiet Seas’ dei New Trolls.
Dark Ages setlist:
1) Pristine Eyes
2) Beyond
3) Quiet Seas (cover New Trolls)
4) Our Lonely Shelter
5) There Is No End
6) The Villain King
Il cambio di palcoscenico introduce i Witchwood, band proveniente da Faenza. Anche in questa formazione, troviamo il flauto traverso e, già dal secondo brano, l’aggiunta di coristi. La loro musica presenta un suono grezzo e deciso, orientato più verso l’hard rock, caratterizzato da note calde e tonalità retrò. Sono evidenti le influenze che provengono dal rock psichedelico, dallo stoner e dal desert rock, elementi che contribuiscono a plasmare il loro sound unico. La loro musica si presenta compatta e piena, testimonianza di una band che ha ricevuto apprezzamenti sia da parte del pubblico che della critica. In questa serata speciale, offrono delle cover di brani famosi come ‘Gypsy’ degli Uriah Heep e ‘La Prima Goccia Bagna Il Viso’ dei New Trolls, omaggiando l’atmosfera dell’evento. Nel corso della loro esibizione, i Witchwood presentano brani tratti da tutti e tre gli album della loro discografia. La loro coerenza stilistica e l’accoglienza positiva che hanno ottenuto, li rendono sicuramente un gruppo da tenere d’occhio.
Witchwood setlist:
1) A Grave Is The River
2) Taste Of Winter
3) Hand Full Of Stars
4) Gypsy (cover Uriah Heep)
5) La Prima Goccia Bagna Il Viso (cover New Trolls)
6) Slow Colours Of Shade
Intorno alle 22.00, una band tutta al femminile fa il suo ingresso sul palco. Stiamo parlando delle partenopee Sophya Baccini’s Aradia. Durante la loro esibizione, la band si dedica a discutere temi legati alle donne, al loro ruolo nella società e al valore della loro presenza nella musica.
Il primo brano che interpretano è ‘Runnin With The Wolves’, il quale mi evoca un noto libro che tratta di femminilità ed emancipazione. Il loro genere musicale è il gothic rock e la voce della cantante presenta sfumature di lirica, conferendo alla loro performance un tono unico e coinvolgente. L’interazione con il pubblico è molto intensa, con la cantante che prende il tempo di spiegare ciascun brano e condivide il forte legame che le unisce. Le tracce che eseguono creano un’atmosfera fantasy, immergendoci in un mondo di streghe e canzoni popolari. Verso la fine dello spettacolo, tutte le componenti della band si riuniscono in un coro per eseguire l’ultimo brano, ‘Sleeping With The Lioness’. Questo gesto rappresenta un senso di sorellanza e amicizia, creando un’atmosfera di connessione tra loro e il pubblico.
Sophya Baccini’s Aradia setlist:
Quasi mezz’ora è stata dedicata alla preparazione del palco per l’unico ospite internazionale presente al festival, gli Änglagård. Il gruppo svedese, ha attirato fan da diverse parti del Paese desiderosi di ascoltarli. La loro musica ci riporta indietro agli anni ’70, ma allo stesso tempo rimane contemporanea grazie all’uso di campionamenti musicali. Durante l’esibizione, il chitarrista solista si è alternato tra chitarra classica ed elettrica, mentre il flauto traverso, il sax e le tastiere hanno aggiunto ulteriori strati sonori. Le influenze dei gruppi come Genesis e King Crimson si fondono con elementi del folk scandinavo, arricchiti da campionamenti mellotron. È stata una meravigliosa sensazione assistere a un gruppo che riesce a mantenere fedeltà alle registrazioni in studio pur esibendosi dal vivo. Hanno eseguito l’intero album ‘Hybris’, mettendo in evidenza la cura dei dettagli nella resa sonora, con parti più lente alternate a momenti più veloci. La loro maestria nel cambiare istantaneamente da un brano all’altro è davvero di alto livello e difficile da descrivere.
Tuttavia, un’ombra si è proiettata sulla loro esibizione quando, proprio prima di presentare l’ultimo brano, è stato comunicato loro di aver superato il tempo a loro disposizione e che non potevano più proseguire.
È stata una situazione non piacevole, soprattutto per chi era venuto da lontano con l’unico scopo di ascoltare questo gruppo straordinario e anche perché si trattava di una delle due uniche date italiane. Per rimediare a questo inconveniente, la band si è offerta di firmare autografi per i fan delusi.
Änglagård setlist:
1) Gånglåt från Knapptibble (intro track)
2) Höstsejd
3) Ur Vilande
4) Jordrök
5) Vandringar I Vilsenhet
6) Ifrån klarhet till klarhet
7) Kung Bore
8) Sista Somrar
DAY 2 – Domenica 6 agosto
Durante il secondo giorno il setting del palco dura di più, infatti si inizia alle ore 19.30 con i Monkey Diet. Questa formazione strumentale, composta da chitarra, basso e batteria, ha presentato un genere principalmente rock, arricchito da influenze tratte dalla kosmiche music, space rock e stoner. Il loro suono, ulteriormente arricchito dalla presenza di tastiere con suoni sintetizzati, evoca immagini di paesaggi fantascientifici e astrali. Durante la loro esibizione, presentano il loro ultimo lavoro ‘Ant Death Spiral’.
Monkey Diet setlist:
1) Marsquake
2) Hungry Horace
3) Ant Death Spiral
4) Special Order 937
5) Moth
I Malombra hanno evocato l’oscurità con la loro voce, incanalando l’essenza del doom italiano. Il loro suono è stato ricco e coinvolgente, con una potenza sinfonica e un’atmosfera oscura che sembrava emergere da profondità infernali. Nonostante la band abbia subito vari cambi di componenti nel tempo, ha mantenuto unicità grazie alla voce di Mercy, alla maestria della batteria, e alla presenza delle tastiere le quali hanno contribuito a creare un’atmosfera avvolgente e inquietante. Purtroppo, la chitarra sembrava essere in secondo piano, mescolandosi con il mix e formando un muro di suono che a volte rendeva difficile distinguere i dettagli. Nonostante questo piccolo inconveniente, la band è stata capace di trasmettere un’impressione devastante, supportata da testi apocalittici che aggiungevano profondità all’esibizione. La loro presenza scenica è stata notevole e hanno anche voluto onorare Vittorio De Scalzi con un saluto speciale.
Malombra setlist:
1) Astarte Syriaca
2) Baccanalia
3) Cerchio Gaia 666
4) Fantasmagoria 1914
5) The Witch Is Dead
L’esibizione dei Deathless Legacy è stata davvero spettacolare, immergendo il pubblico in un’atmosfera coinvolgente sin dall’intro, in cui il batterista ha mosso un teschio come parte di un suggestivo rituale. Questo gesto ha incanalato l’energia del pubblico, portandolo a cantare a squarciagola ‘Ora Pro Nobis’ sotto il palco. La performance della canzone ‘Saturnalia’, durata ben 24 minuti, è stata un momento unico considerando che è stata eseguita solo in tre occasioni durante i loro live. Per chi è familiare con la band, ci si aspetta ormai uno spettacolo teatrale che si riflette in un immaginario horror e diabolico. La presenza di teschi, vampiri e non morti, insieme a costumi, maschere e performance straordinariamente elaborate, contribuiscono a visualizzare e accentuare i testi delle canzoni. Tuttavia, è importante sottolineare che l’immaginario spettacolare non fa che integrarsi con la straordinaria bravura dei musicisti e la potente voce di Steva. Tuttavia, si sono verificati alcuni problemi tecnici che hanno influenzato l’ascolto. Mentre la band si esibiva il suono non risultava particolarmente potente, lasciando una sensazione di audio poco pieno. Nonostante questi inconvenienti, l’energia e la passione dei Deathless Legacy sono emerse chiaramente, catturando l’attenzione del pubblico e creando momenti di intensa partecipazione. Nonostante le sfide tecniche, è evidente che la band ha offerto uno spettacolo memorabile e coinvolgente.
Deathless Legacy setlist:
1) Intro
2) Ora Pro Nobis
3) Intro Saturnalia
4) Saturnalia
5) Altar Of Bones
6) Rituals Of Black Magic
7) Dominus Inferi
Gli Area hanno indubbiamente mostrato una professionalità e un’esperienza palpabili durante la loro esibizione. Ogni brano è stato presentato attraverso racconti intriganti, come ad esempio la storia del gong sott’acqua o l’abbattimento dello Zeppelin. Hanno esplorato una dimensione teatrale attraverso l’interpretazione vocale dei testi e l’improvvisazione. Si tratta di un’esperienza da fare prima che sia troppo tardi, essendo una rarità di poter assistere a una performance così eccezionale. Gli Area hanno saputo trasmettere non solo una grande passione per la musica, ma anche una profonda conoscenza e esperienza accumulata nel corso degli anni. Si avverte sia nel pubblico che nei musicisti stessi, la nostalgia di suonare brani che non venivano eseguiti da tanto tempo. Ciò che viene fuori è una danza di suoni che si sovrappongono l’uno all’altro, si inseguivano e si alternavano, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. La performance degli Area è stata una testimonianza di virtuosismo musicale e di un’autentica esplorazione sonora piena di nostalgia ed emozione, ma che non ha mancato di apparire attuale.
Area Setlist:
1) Danza Del Labirinto
2) Cometa Rossa
3) Integrale
4) Consapevolezza
5) 240 Chilometri Da Smirne
6) L’abbattimento Dello Zeppelin
7) Le Labbra Del Tempo
8) Luglio, Agosto, Settembre (Nero)
La serata ha evidenziato una divisione tra il pubblico, con l’ultimo gruppo che sembrava distante dagli altri. La natura della serata era incentrata sul doom e sul progressive metal, e l’ultima band sembrava un po’ fuori sintonia rispetto al resto. Questa differenza è stata amplificata dalla sensazione che la prima serata fosse più orientata verso un’atmosfera ‘old prog’ degli anni ’70, portando a chiedersi se gli Area avrebbero avuto più senso proprio in quella serata. È emerso che diversi appassionati di metal non apprezzassero particolarmente questo genere musicale, mentre altri che potrebbero essere venuti proprio per ascoltare gli Area si sono trovati a dover ascoltare qualcosa che non era necessariamente di loro gradimento. In generale, la serata ha portato un tocco distintivo nella scena musicale di Genova. È evidente che ci sono state nuove sonorità e novità che si stanno dirigendo verso il doom e lo stoner, contribuendo a rendere l’evento una tappa significativa all’interno della città. Questa varietà di generi e stili contribuisce a rendere l’atmosfera musicale di Genova più diversificata e ricca di nuove prospettive.
Servizio a cura di Marina Fulco