Celtica VdA @ Bosco del Peuterey, Val Veny (AO) – 29 giugno – 2 luglio 2023
Il 04/07/2023, di Fabio Magliano.
E’ andata in scena nel weekend appena concluso la ventisettesima edizione di Celtica, il festival dedicato alla musica e alla cultura celtica che ogni anno raduna nel Bosco del Peuterey, a 1600 metri di altitudine nel cuore della Val Veny, migliaia di appassionati provenienti da ogni parte d’Europa. Un evento trasversale che richiama ogni forma di spettatore, dalla famiglia che sa di poter trascorrere quattro giorni di relax immersi nella natura, con attività parallele sia per i grandi che per i bambini (si va dai laboratori artigianali alle conferenze sino alle escursioni notturne alla ricerca di fate e folletti) all’appassionato di musica che sa di poter trovare sui tre palchi del festival musica di qualità ad ogni ora, sino ad arrivare ai gruppi di amici che, tra un bicchiere di birra, uno di idromele e un tagliere di prodotti d’eccellenza valdostani, può fare festa, divertirsi e conoscere nuovi amici. E poi ancora cavalieri in kilt, vichinghi, dame medievali, dark, metallari borchiati, fate e persino un Gesù con tanto di corona di spine e centurioni romani al seguito…a dare un tocco di folclore in più all’evento.
E anche questa edizione, nonostante un tempo non sempre clemente, non ha tradito le aspettative, con una proposta musicale d’eccellenza a conferma del certosino lavoro di “scouting” attuato nel corso dell’anno dal direttore artistico Riccardo Taraglio che ha saputo allestire un bill adatto ad ogni tipo di palato. Per chi ama le sonorità più spinte, una sana scarica di energia è giunta da Andrea Rock & The Rebel Poets. La nota voce di Virgin Radio con questo progetto ha potuto dare sfogo a tutto il suo amore per l’Irlanda, allestendo una band di prim’ordine e scatenandosi tra classici rivisitati, brani originali e cover estemporanee (splendida la versione di ‘Samarcanda’ in chiave folk) in un costante ondeggiare tra combat folk, punk e folk rock davvero trascinante. Come lui i veterani Uncle Bard And The Dirty Bastards, senza dubbio una delle migliori celtic punk band in circolazione, con il loro travolgente mix di folk rock e musica tradizionale irlandese grazie a Uilleann Pipes, tenor banjo, mandolino e Irish Flute a insinuarsi nella dimensione di una classica rock band. Una garanzia, che anche sul main stage di Celtica non ha fatto prigionieri, scatenando danze e pogo ai piedi delle montagne sino a notte fonda. Grande interesse lo hanno destato anche i polacchi Beltaine con il loro mix sonoro davvero originale, capace di muoversi con estrema disinvoltura tra musica irlandese, divagazioni jazz e progressive rock sino a ricreare un sound originale e difficilmente classificabile. Una ventata di gran classe l’ha portata la francese Gwennyn, vera ambasciatrice della canzone bretone contemporanea e del pop rock celtico nel mondo, con una serie di brani in bretone, francese e inglese che hanno saputo ammaliare il pubblico presente, anche quello avvezzo a sonorità più hard. Una ventata di freschezza l’hanno poi portata tre giovanissimi gruppi scozzesi nati tra Glasgow e l’Isola di Skye, i Falasgair, i Tarran e i Gnoss che hanno portato a Celtica la loro visione della musica tradizionale scozzese, tra declinazioni maggiormente rivolte al rock a altre più intime con flavour jazzati, capaci comunque di lasciare il segno in ogni loro performance. Celtica è stata anche l’arpa del maestro Vincenzo Zitello che sia al Lago del Miage, sia sul main stage del festival, sia attorno al fuoco del menhir, ancora una volta ha emozionato e fatto vibrare le anime dei presenti, sono state le melodie di Katia Zunino e i balli scatenati dei Gens D’Ys. Ma il ritmo di Celtica non è stato solo il main stage, il più intimo palco della Lepre o lo stage del Cervo… ogni angolo di Celtica si è potuto tramutare in un set improvvisato per esibizioni entusiasmanti, come quella roboante dei Celtic Knot Pipes & Drums che hanno portato l’imponenza della musica scozzese tra gli alberi secolari del Peuterey ma anche tra le vie di Aosta, o i suoni medievali della Compagnia del Coniglio che tra liuti, cornamuse e ghironde hanno trascinato i presenti in un suggestivo viaggio nel tempo, proprio come quello offerto dal Clan della Fossa e dagli altri gruppi storici che nei loro accampamenti hanno fatto vivere al pubblico un’era che non c’è più. Non è poi mancata la magia degli eventi clou del festival, come la cerimonia dell’accensione del fuoco sacro, l’inno Greenlands suonato da tutti gli artisti coinvolti, e l’abbraccio intimo attorno al menhir nel con il quale si è stilato il bilancio del festival e ci si è dato appuntamento al prossimo anno.