Motley Crue / Def Leppard @ Milano Summer Festival Ippodromo Snai San Siro Milano 20 giugno 2023
Il 26/06/2023, di Dario Cattaneo.
Purtroppo, le limitazioni sugli orari di chiusura dei concerti cui è sottoposto Milano Summer Festival e la location Ippodromo del Galoppo San Siro fanno si che anche uno show a doppio headliner come questo debba terminare entro una certa, e questo comporta che molti lavoratori – come anche il sottoscritto – non possano assistere agli show delle band di apertura. E’ infatti quasi per pura fortuna che riusciamo a essere presenti in zona mixer appena in tempo per la prima nota dei primi headliner della serata, gli immensi Def Leppard. Tributo al nuovo, scintillante, ‘Diamond Star Halos’; la frizzante opener ’Take What You Want’ irrompe dalle casse del torreggiante palco davanti a noi, cominciando a riversare con sapiente esperienza della sana e vibrante energia rock. In un attimo abbiamo subito accantonato nella nostra testa il – peraltro riuscitissimo- esperimento sinfornico del recente ‘Drastic Symphonies’…. Questi sono i veri Leppard che incendiavano le arene USA già negli Anni ’90, e il tempo sembra davvero non essere passato, anche su una canzone per l’appunto recente come questa. Negli Ann’ ’90 – questa volta quelli veri – rimaniamo con il pezzo successivo, la famosissima ‘Let’s Get Rocked’ che apriva il capolavoro ‘Adrenalize’ di trenta e passa anni fa. La band si conferma perfettamente in linea con le aspettative dei tanti presenti anche con questo brano, e le teste ciondolonati e le anche ondeggianti dei presenti si muovono all’unisono con i musicisti tutti. Lo show, sebbene appunto a intervalli tornerà a omaggiare con qualche brano anche l’album in promozione, risulta però fin da subito incentrato sui cavalli di battaglia immortali della band, ed ecco quindi che la immancabile ‘Animal’, la rockettara ‘Foolin’’ e l’anthemica ‘Armageddon It’ vengono proposte in rapida successione, mostrandoci un Elliott davvero in forma dietro al microfono, un Rick Allen sempre a casa propria dietro la sua batteria modificata e una coppia di asce davvero di primo ordine, con Collen e Campbell a fare faville tra assoli incisivi e riff trai più memorabili degli Anni ’80. La divertente ‘Kick’ dal nuovo album si dimostra perfettamente in linea con la qualità e la resa emotiva sfoderata finora e introduce degnamente un primo momento sicuramente atteso da molti fan: quello della riproposizione di ‘Love Bites’. L’immortale lento estratto da ‘Hysteria’ si dimostra come sempre inossidabile, e sono tantissime le voci del pubblico che si uniscono a quella di Elliott per tratteggiare uno dei cori trai più sentiti ed emotivi della serata. La recente ’Promises’ viene poi proposta come antipasto ad un’altra portata principale: a seguire trovano infatti spazio ‘This Guitar’ e una versione editata di ‘When Love And Hate Collide’, andando a formare una coppia di brani semi acustici che molto hanno colpito i presenti. ‘Rocket’ e ‘Bringin On The Heartbreak’ vengono riproposte poi in maniera perfetta tra gli applausi dei presenti, ma a colpirci di più è lo strumentale ‘Switch 625’, che ci mostra una band davvero affiatata nonostante gli anni che cominciano a gravare sul groppone. Un bel momento di gloria viene regalato all’eroe Allen quando il suo solo di batteria martella le teste dei presenti, ma gli applausi alla fine del concerto sono di nuovo tutti per la banda, quando le conclusive – amatissima – ‘Hysteria’, ‘Pour Some Sugar On Me’, ‘Rock of Ages’ vengono donate al pubblico. Un vero trionfo! A chiudere uno show che ci ha riportato – seppure per breve – nei nostri anni musicalmente preferiti ci pensa ‘Photograph’, accompagnata sugli schermi da un brillante gioco video che accumula sullo sfondo istantanee della band e del pubblico, permettendo un po’ a tutti, di essere stati presenti sul palco. Eccezionale!
Setlist
Take What You Want
Let’s Get Rocked
Animal
Foolin’
Armageddon It
Kick
Love Bites
Promises
This Guitar (Semi acoustic; with “Drift Away” snippet)
When Love and Hate Collide (Short acoustic/electric version)
Rocket
Bringin’ On the Heartbreak
Switch 625 (With drum solo)
Hysteria (With Extended Outro)
Pour Some Sugar on Me
Rock of Ages
Photograph
Dopo l’eccezionale show dei Def Leppard, band che ha fatto della propria compattezza l’arma più potente per superare i rovesci che la vita gli ha imposto, non sapevamo bene cosa aspettarci dallo show dei Motley Crue. Anche la vita personale e artistica di Sixx, Lee, Neal e Mars presenta oggettivamente crateri che neanche il suolo lunare, ma i risultati all’alba del 2023 sono molto diversi. Sul palco questa sera infatti troviamo Johnny Five, uno che non c’entra niente in pratica, e sugli altri tre volti noti che vediamo, i segni delle botte ci sono tutti. Sono presenti nell’eccessiva magrezza e scattosità dell’eterno immaturo Tommy Lee, ci sono nella faccia e nell’addome deformati del biondo Vince, e si intuiscono – anche se in maniera angosciosamente più sottile – anche nella relativa pacatezza e accettazione di Nikki, proprio quello che da sempre ha rappresentato il lato più irrequieto e crudo di una band tra le più shoccanti che il music biz ci abbia mai regalato. E quindi eccoci qui: cosa ci rimane per una serata che comunque non è stata negativa se i protagonisti principali sono in effetti così conciati? Ve lo diciamo noi: le canzoni. Non ‘la musica’, intesa come quello che è stato suonato questa serata, perché difetti ce ne sono stati eccome, ma proprio ‘le canzoni’, brani composti quattro decenni fa e che – cazzo – come un motore termico artigianale di una motocicletta come li facevano una volta, se ci ficchi dentro la benzina continuano a girare. E fanno sempre un bel rumore.
Capiamoci: non c’è un album da promuovere, non ci sono ‘vendite’ da incrementare, non ci sono nuovi fan da tirare su… quello che si può fare è pescare dalla cassaforte i diamanti che hai dissepellito in miniera trenta o quarant’anni fa e metterli bene al posto sui loro cuscini, per farli vedere alla gente raccontando che la fatica che hai fatto un tempo per tirarli fuori sia la stessa di adesso. E, manco a dirlo, questa cosa funziona anche. Funziona perché dopo l’intro sinfonica e le tamarre breaking news sui tabelloni la gente sta già “respirando” ‘Wild Side’. La vive, perché c’erano ai concerti negli Anni’80, e si ricordano di come quei riff ribollono nel sangue come magma liquido. ‘Shout At The Devil’, ‘Too Fast For Love’… attirare l’attenzione con questi brani è sempre possibile, e quello che devi fare non è suonarle perfette, ma calarti nella parte, e far capire che – se anche la peggior tribute band al locale sui Navigli te la canta meglio – quelle sono le tue strofe, e nessuno te le porta via. John Five è perfetto, Tommy Lee animalesco, Vince gracchia come non mai… ma lo show viene buttato avanti come se avesse un missile nel culo, e così ‘Live Wire’ fa ancora più sfracelli, accompagnata da un gioco di luci effettivamente accattivante e ben riuscito. Lo show ha il pregio di non fermarsi mai, e squarci di gemme hard/street/sleaze ci vengono continuamente fatte passere davanti agli occhi: su ‘Look That Kills’ si canta alla grande, su ‘Smokin In the Boys Room’ saltiamo, su ‘Anarchy in the UK’ inneggiamo a ideologie politiche anacronistiche come se fossimo dei cazzo di punk della Londra dei poveri. Riusciamo anche ad emozionarci con ‘Home Sweet Home’ grazie di nuovo a un impianto luci esagerato, e torniamo a casa sazi, dopo aver constatato che ‘Dr Feelgood’, ‘KickstartMy Heart’ e ‘Girls Girls Girls’ nel bene o nel male non ci abbandoneranno mai. E in tutto questo… i Motley? Beh, loro sono sul palco, quasi tutti almeno. John 5 lo dicevamo non sbaglia una nota, Tommy Lee si fa notare dietro le pelli e si rende protagonista del solito siparietto delle tette con le fans. Vince fa quello che può per seguire i compagni mentre Nikki… come dicevamo non è più l’individuo pericoloso di un tempo. Quello che si iniettava eroina in posti innominabili perché le altre vene del suo corpo erano corrose dai buchi precedenti. E’ un individuo probabilmente meno irrequieto e non più in fuga, che parla di come ‘i Motley siete voi del pubblico, voi padri madri e figli qui presenti’, e che probabilmente guarda alla propria vita con l’approccio di chi l’ha ormai vissuta, non con l’urgenza di chi deve per forza buttarla avanti. Ma anche così è Nikki Sixx, e il carisma suo – di tutti anzi – serve a fare quello che si doveva questa sera: mostrarci ancora una volta perché questa band merita di stare sul palco nelle arene di tutto il mondo.
Setlist:
Wild Side
Shout at the Devil
Too Fast for Love
Don’t Go Away Mad (Just Go Away)
Saints of Los Angeles
Live Wire
Looks That Kill
The Dirt (Est. 1981)
Guitar Solo
Rock and Roll, Part 2 / Smokin’ in the Boys Room / Helter Skelter / Anarchy in the U.K. / Blitzkrieg Bop
Home Sweet Home
Dr. Feelgood
Same Ol’ Situation (S.O.S.)
Girls, Girls, Girls
Primal Scream
Kickstart My Heart
Fotografie per gentile concessione di Anna Paladin