Krokus + Uriah Heep + BBR @ Hallenstadion – Zurigo, 6 maggio 2023
Il 11/05/2023, di Roberto Villani.
Sontuosa abbuffata di straripante energia rock’n roll tra le mura dell’ Hallenstadion di Zurigo per il ritorno dei Krokus che, insieme ai connazionali Gotthard, rappresentano una vera e propria istituzione nella ricca e verde confederazione elvetica.
Ad aprire la kermesse zurighese i BBR, acronimo di Buddies, Beer & Rock n’ Roll, che, senza infamia e senza particolare lode, ci hanno accompagnato per una ventina di minuti a suon di granitico hard rock, buono più per accompagnare una birra gelata e una visita agli stand del merchandise, che per effettiva dedizione a quanto veniva proposto dal palco.
Tutt’altra accoglienza viene riservata ai maestri del prog hard rock inglese degli anni settanta, che rispondono al nome di Uriah Heep, in giro per il mondo per festeggiare i 50 anni di attività ( che sono ormai 53) , che ci hanno deliziato con il loro set della durata di circa un’ora, troppo poco per render giustizia a quanto di eccellente hanno scritto e suonato nella loro favolosa carriera. Da ‘ Travelling in Time’ tratta dal quella capolavoro che risponde al nome di ‘Demon & Wizard’, a ‘The Gypsy’ col suo riff incisivo ed ipnotico, che ai tempi delle classifiche di ‘Ciao 2001’ si giocava il podio con quello di ‘Smoke On The Water’. Mick Box è sempre quel gran signore che dispensa sorrisi a destra e manca e che pare suonare col pilota automatico inserito, tanta è la disinvoltura e la leggerezza che trasmette sia in fase di accompagnamento che alle prese con i suoi proverbiali soli ‘orientaleggianti’ e di una pulizia cristallina.
Non potevano certo mancare ‘ Lady in Black’, ‘ Sunrise’ ma, soprattutto, ‘ Easy Livin’ a suggellare un concerto dai connotati magici e dai contenuti celebrativi, seppur, ribadisco, dalla tempistica ridotta in quanto gli Uriah Heep erano presenti in veste di ‘special guest’.
Le diecimila persone che hanno gremito l’Hallenstadion, con file importanti fin dal primo pomeriggio nelle zone e nei locali adiacenti l’arena, erano tutte per loro, i ragazzacci di Solothurn, diventati nel corso degli anni delle vere e proprie leggende da queste parti, delle glorie nazionali da celebrare per intere generazioni di rockers e bikers.
Io ricordo un loro concerto agli inizi degli anni ottanta al Rolling Stone di Milano, ma niente a che vedere con l’imponente scenografia ed effetti pirotecnici che i Krokus hanno portato all’interno del tempio del rock elvetico, per il tour celebrativo denominato ‘In Rock We Trust’, poche ma selezionate date in giro per l’Europa.
Lo show si snoda intorno ad una scaletta che prevede quasi tutti i classici della band, quei brani quali ‘ Bedside Radio ‘, ‘ Easy Rocker’ e ‘ Tokyo Night’ che servirono come trampolino di lancio a metà degli anni ottanta, per il loro sbarco negli Stati Uniti, un’ assoluta novità per una rock band svizzera.
La netta e decisa somiglianza con il sound degli AC/DC, ha penalizzato non poco la carriera di Marc Storace e soci, però a Zurigo sono considerati e consacrati come le punte di diamante del movimento hard rock rosso crociato e l’energia che trasmettono ad ogni brano proposto, da ‘Eat The Rich’ alla straripante ‘ Headhuter’, li rende praticamente inattaccabili e osannati dall’intero Hallenstadion, un tributo a questi settantenni della porta accanto che ce l’ hanno fatta nel nome del rock n’ roll in giro per il mondo.
E se i Krokus hanno dettato la loro legge tra le mura di questa mitica Arena, non per tutti e che ha visto passare negli anni mostri sacri come Queen, Who, Led Zeppelin, Stones e Pink Floyd, il merito e i nostri evviva, sono tutti meritatamente per loro.
Del resto ‘ In Rock We Trust’.