The NAMM Show 2023 @Anaheim Convention Center – Anaheim (California), 13-15 aprile 2023
Il 23/04/2023, di Marghe.
Ah, il NAMM. Un vero e proprio parco giochi musicale, anzi, il Disneyland per musicisti di tutte le età o La Mecca per tutti i credenti del genere: quell’evento famoso al mondo per le proprie dimensioni mastodontiche e per la maniacale organizzazione nei minimi dettagli che ogni appassionato del settore segna sulla propria agenda e che, con un certo fervore, attende durante l’anno.
Oppure semplicemente, a testimoniarlo l’hashtag sotto il selfie di rito del chitarrista arrivato dall’altra parte del mondo, davanti alla grande scritta bianca e blu che vi dà il benvenuto all’ingresso principale, un ‘sogno diventato realtà‘.
Personalmente era da una vita che seguivo l’evento virtualmente da casa, a volte mi sembrava quasi di viverlo in prima persona grazie ai racconti degli amici che avevano avuto la fortuna di ottenere un pass: e partiamo proprio da qui, in quanto, questo articolo, che puó essere considerato come una riassuntiva descrizione di 4 giorni di full immersion, altro non è che un diario di consigli utili per tutti coloro che vogliono vivere il sogno, musicale s’intenda, americano.
Un sogno al quale si accede appunto richiedendo un pass, qualche mese prima, dal sito principale, in qualità di musicisti, giornalisti, fotografi, espositori…
Oppure che si può acquistare alla modica cifra di 300 bigliettoni verdi americani.
Un business quindi, quello creato dalla città di Anaheim, 30 minuti di macchina tramite la trafficata 5 Interstate road da Los Angeles, famosa già per essere sede del primo Disneyland mai costruito nella storia.
Ed il NAMM, proprio dal cui terzo piano ci si ritrovata davanti ad una delle montagne russe del parco ideato ed inaugurato da Walt in persona, ha sede da vari anni (quest’anno esattamente da 123) nella città di Anaheim, la cui esposizione si estende su un padiglione di 3 piani.
Ufficialmente tenuta come convention dal giovedì al sabato, noi di Metal Hammer ci siamo recati dal mercoledì per la consegna del badge e per presenziare al discorso di benvenuto.
Molto facile ed intuivo da raggiungere, il problema fondamentale del posto come della California in generale sono i parcheggi, a pagamento fino a chiusura serale sui 30 dollari nei dintorni dell’evento oppure molto più distanti, ma sempre a pagamento con tariffe più basse.
Ritorniamo a noi: davanti all’ingresso principale troviamo immediatamente, una volta all’interno, la HALL A, B, C e D al piano terra (per loro primo piano) da cui ha inizio l’interminabile esposizione di strumenti musicali.
Una distesa infinita di chitarre e bassi che lasciano spazio alle percussioni, agli strumenti a fiato e poi agli archi.
Prendiamo le scale mobili e non ci fermiamo: al secondo piano un’intera stanza dominata dalla Yamaha con pianoforti di ogni tipo che circondano uno stage dalle luci soffuse dove band locali di musicisti allietano il pubblico in un’atmosfera lounge.
Incuriositi accediamo al terzo piano: ci sembrava un po’ strano che l’area dedicata ai pianoforti si limitasse alle tastiere della zona elettronica finora vista, per cui, con il cuore pieno di gioia, si aprono davanti a noi 6 stanze, parallele 3 a 3, con i più famosi marchi di pianoforti e piani digitali.
Bechstein, Steinway, Casio, Steingraeber & Söhne, Kawai, Fazioli, Schimmel, Blüthner, Korg, Gebr.Schulze, Geyer…insomma, stanzoni enormi dominati da lunghi pianoforti a coda, mezzacoda, 3/4 di coda o a muro, lucidati e sbarluccicosi, illuminati da luci calde e soffuse, in una dinamica atmosfera dove un connubio di suoni, dallo stesso timbro ma originati da mille martelletti diversi, creano armoniose dissonanze.
C’è chi si diletta con il jazz, chi improvvisa melodie evanescenti, chi si abbandona nel proporre quel pezzo classico impossibile da non riconoscere…c’è chi si emoziona mentre suona, e chi si emoziona mentre ascolta, perché si sa, avere un pianoforte fra le mani è come dirigere un’orchestra intera.
Dopo questo spettacolo decidiamo di far tappa, anzi, la prima di una lunghissima serie di tappe, a sfamare quel profondo languorino emerso dopo la visione di certe bellezze musicali: in ‘Merica si sa, c’è di tutto e di più, le scelte sono varie ma allo stesso tempo limitate, e dopo vari giorni di coca cole, pepsi, hamburger con salsa al colesterolo e cup cake guarniti di diabete, l’unico desiderio è quello di bere qualche litro di acqua.
Acqua che in qualsiasi supermercato o botteghetta californiana che si rispetti ha un prezzo che varia dai 4 ai 6 dollari.
Si, per mezzo litro.
Il NAMM non si tira indietro nell’essere competitivo a livello di prezzi, e fra altri due hamburger, una birra, qualche patatina e quel famosissimo mezzo litro di San Pellegrino, ce la caviamo con un conto che definire salato è un eufemismo.
Ma l’amore per la musica è troppo vasto per badare a certi dettagli, e con il cuore pieno di emozioni trascorriamo le giornate a sbirciare fra i vari stand, assistere a concerti programmati ed improvvisati.
Fra i settori che abbiamo frequentato con maggior interesse, di sicuro degno di esser descritto rimane quello degli strumenti a corda, ovviamente elettrica: al centro della Hall D troneggia la Boutique Guitar Showcase con le sue vere e proprie opere d’arte, lo slogan ‘Art & Design’ d’altronde non è preso a caso, circondata da molti altri stand più piccolini ma non meno entusiasmanti come Tagima Guitars, Hoshino U.S.A reduce dai festeggiamenti per i propri primi 50 anni di carriera, la localissima Rickenbacker, che avendo sede a Santa Ana è di casa ad Anaheim, la C.f. Martin & Co con la sua raccolta di prestigiose e rinomate acustiche dai legni chiari e scuri e molte molte altre…
Dalle corde si passa ai piatti: Ludwig-Musser, Sonique Drums, MDP drums, AXiS Pedal & Drum Co. sono solo qualche nome di cui ricordiamo gli strumenti fra le lunghe file di cimbali e pedali in esposizione.
Poi ancora chitarre e bassi, ESP, Taylor, Ibanez, Fender, Luna e Dean Guitars.
Doveroso soffermarci su quest’ultimo marchio, visto che siamo stati invitati in qualità di fotografi ufficiali a scattare qualche foto a Kerry King con il suo nuovissimo modello The Overlord, creato, per la seconda volta, da parte dell’industria statunitense su misura per la leggenda del Thrash (curiosi di saperne di più? Cliccate qui per l’articolo!).
Scambiamo piacevolmente qualche parola con King e poi ritorniamo nei nostri stand alla ricerca di qualche altra perfomance improvvisata.
La caratteristica meravigliosa del NAMM è che gli artisti e gli appassionati che vi partecipano provengono davvero da tutto il mondo: c’è chi ha preso un volo dall’Australia, chi dal Brasile, moltissimi dall’Europa, con cui ci si ritrova inevitabilmente a prendere l’aereo di ritorno in aeroporto, chi invece ha preso la macchina ed ha attraversato qualche Stato dalle distese sconfinate di campi o dall’arido deserto per arrivarci, perché si sa, gli Stati Uniti sono un paese tanto vario quanto univoco, tanto colorato quanto bianco e nero, ed a volte tanto giusto quanto sbagliato.
Perché l’unico modo per rimanere stupiti è partire senza alcuna aspettativa, perché la California è la terra di Beverly Hills, O.C tanto quanto il paese con il numero maggiore di homeless di tutti gli Stati.
Stiamo esagerando o divagando troppo forse?
No, in quanto chi prende un aereo per il NAMM dall’altra parte del mondo non lo fa di certo per starci due giorni, e visto che molte sono le attrazioni che ogni musicista che si rispetti deve vedere là in zona, conviene ritagliarsi qualche momento per visitarle.
Il Whiskey a Go Go ad esempio, situato all’8901 di Sunset Boulevard nella Sunset Strip, fondato l’11 gennaio 1964 sulle ceneri di un’ex centrale di polizia.
Un locale per il quale non solo son passate fra le più grandi band della storia come Jimi Hendrix, The Doors, Black Sabbath, Oasis, Europe, Led Zeppelin, Aerosmith, Alice Cooper, System of a Down, Red Hot Chili Peppers, Ratt, Mötley Crüe, Van Halen, Ramones, Linkin Park, Misfits,Slayer, Deicide, Green Day; ma tanti sono pure i gruppi ad esserci ritornati, come dei ragazzi scappati di casa per scoprire il mondo, per registrarci intime e rispettose esibizioni ( fra cui anche Guns N’ Roses e Metallica..).
Dopo una birra al Whiskey a Go Go perché non pranzare il giorno dopo all’Hard Rock Cafe al centro della Walk of Fame: davvero carina l’ambientazione, diciamo che rispetto alle altre sedi in giro per l’Europa e per il mondo ha qualche chicca autografata da qualche artista che a Los Angeles ci è proprio nato e vissuto…
Ma la nostra tappa vera e propria, in questo ultimo giorno dopo la fine del NAMM, è il famosissimo Amoeba Music, The World’s Largest Independent Record Store!
Questa catena di negozi fondata a Berkeley nel 1990, rimane meta fissa di turisti, curiosi ed affezionati, che la domenica pomeriggio si danno appuntamento proprio all’inizio della Walk of Fame per spulciare, ricercare, leggere o semplicemente osservare fra centinaia di migliaia di dischi, vinili, musicassette, VHS, DVD, poster e soprattutto libri.
Nonostante la crisi che il mondo della musica, ed in particolar modo quello dei CD e dei vinili, si sia trovato ad affrontare, l’Amoeba Music Store è rimasta gagliarda negli anni, proponendo convenienti ed interessanti offerte, nuove od usate tenute benissimo, di qualsiasi genere musicale che si rispetti.
E così, davanti ad un poster di Marlon Brando che ci fissa in sella alla sua moto dal set de ‘Il Selvaggio’, con una certa malinconia nel cuore ci avviamo verso l’uscita del negozio… promettendo a noi stessi, all’artistone di Hollywood come anche a Bob Marley e Amy Winehouse accanto a lui, che presto o tardi, in quel mondo tanto patinato quanto crudo e reale, ci torneremo.
See you soon, California!