Blaxfema + Hellvis + Methedrine + Riot Squad@Freakout Club, Bologna, 31 marzo 2023
Il 19/04/2023, di Francesco Faniello.
Già mi vedo il direttore Alex Ventriglia scuotere la testa su questo “pezzo” relativo a un momento storico di revival (ma non solo) dell’hardcore/punk italiano, impossibile da non cogliere al volo per il sottoscritto. Eppure, sotto la scorza apparente anche il Nostro conosce perfettamente l’importanza di un genere esportato ai quattro angoli del globo e che continua a pulsare nelle cantine sempre più recondite dello Stivale.
Certo, sono perfettamente cosciente del fatto che i Blaxfema siano uno di quei gruppi di nicchia il cui nome dirà poco e nulla ai più, ma è proprio il loro status a fornire uno spaccato verace sulla Storia di un movimento che ha fatto del Do It Yourself la propria filosofia di vita: un solo demo all’attivo – ‘Menes’, datato 1985 e distribuito negli ambienti del Virus di Milano – e una ristampa fresca fresca a opera dell’attivissima F.O.A.D., che non ho avuto ancora modo di ascoltare ma che si preannuncia interessante come sempre.
Naturale dunque che appena ho appreso della data bolognese del quartetto originario di Pavia io mi sia fiondato al Freakout, confortato da una serie di opening act di tutto rispetto e che rappresentano a tutti gli effetti una combriccola orbitante a Nord-Est che in altri tempi avremmo chiamato “scena”: i ferraresi Riot Squad, i Methedrine (di origine friulano-romagnola) e i bolognesi Hellvis. Tre macchine da guerra dal vivo che promettevano sin dalla presenza in cartellone la riuscita coi fiocchi di questo mini-festival.
Mi rendo conto del fatto che ho visto varie volte i tre gruppi in questione, e tuttavia varrà la pena di presentarne l’essenza al lettore di questa cronaca, per il quale può essere meno ovvio ciò che a me appare naturalissimo: collocati in apertura, i Riot Squad sono un quartetto molto prolifico con un passato come cover band dei Bad Brains, e si sente nella costruzione eclettica delle tracks nonché nell’interpretazione delle stesse, con lead guitar in evidenza spesso e volentieri. Le influenze americane ci sono, è vero, ma in una salsa tutta di casa nostra, dato che in formazione troviamo Janz, storico componente dei ferraresi Impact.
Una miscela che rende ogni loro esibizione un momento godibilissimo – al di là del fatto che stiamo parlando di uno dei primi gruppi che ho visto dal vivo post-lockdown, quindi il ricordo è sostanzialmente indelebile, come potete immaginare. Tra gli highlights della scaletta, sicuramente la quadratissima ‘No More Fun’, nonché ‘Don’t Bring Me Down’: sofferte e convincenti persino al di qua dell’Oceano…
Si continua a pestare con i Methedrine, quartetto mortifero che sposta subito la lancetta sul verbo dei Motorhead con l’opener ‘Youporn Generation’. Tra gli estratti dall’EP ‘Built For Speed’ va citata anche ‘War Machine’, ma è l’impatto live a fare la differenza: sezione ritmica serrata, assoli a go-go e le vocals di Lucio che rimandano sempre e comunque alla tradizione horror punk, oggi come ieri, quando era dietro il microfono degli storici hardcorers triestini Upset Noise. E siccome gli Upset Noise sono un po’ tra le mie fisse del genere, ogni volta non posso fare a meno di immaginare i Methedrine alle prese con qualche classico d’annata di ‘Nothing More To Be Said’ – scherzi a parte, attendiamo di poterli ascoltare sulla proverbiale “lunga distanza” in studio, con la prospettiva che non disperdano neanche un grammo dell’energia sciorinata sulle assi del palco.
È tempo di Blaxfema, che mettono subito le cose in chiaro con una versione energica di ‘Small Man, Big Mouth’ dei Minor Threat, sferzando i presenti già provati dalle due band precedenti. Ecco, il combo pavese nato nell’83 e tornato in pista dal 2002 si può descrivere proprio così, come un punto di incontro tra la scuola dei Minor Threat e le influenze eclettiche di Indigesti, Negazione e Impact, con un sound di chitarra in bilico tra pulito e distorto proprio come l’HC italiano insegna. Tremano i polsi all’attacco di ‘Ribellati’ e soprattutto appena ‘Possibilità di vita’ arriva in scaletta: quello che era il pezzo di apertura di ‘Menes’ è un po’ la summa del sound dei Blaxfema, a più velocità ma sempre con un occhio alla melodia, come su ‘Guerre’ e ‘Senza Senso’. C’è spazio per i nuovi pezzi in inglese (un altro elemento che mi ha fatto pensare a un’analogia con i già citati Indigesti), come ‘Believe Again’ e ‘Free Your Soul’, nonché per un’emozionante cover dei Faith di Washington D.C., ‘Face To Face’ (tratta dallo storico split Dischord del 1982 Faith / Void). Insomma, non resta che beccare la ristampa del loro materiale storico e sperare in una nuova release al più presto, no?
Chiusura affidata agli Hellvis, un po’ i “padroni di casa” qui a Bologna. Mimmo e i suoi accoliti si presentano in una veste nuova, come power trio, ma il loro speed rock non risente di un grammo della contrazione di organico: dall’opener ‘Do You Wanna Die’ alla classica e anthemica ‘(We Are) Bastards of R’n’R’, passando per l’incedere malefico e stradaiolo di ‘I Sold My Soul’, l’esperienza fatta di concerti, palchi e sudore si sente, nota dopo nota, senza lasciare prigionieri sul campo. Chi ha familiarità con i bastardi felsinei del rock’n’roll scuoterà la testa a ritmo di headbanging al suono di ‘Amphetamine Sisters’, e annuirà sornione a sentire titoli come ‘R’n’R Whore’ e ‘Jagermonster’, per non parlare della terremotante (e dissacrante) ‘When My Girlfriend Was A Tekno’, sorta di scontro infernale tra AC/DC, Venom e Chuck Berry. La speranza resta sempre quella di ascoltarli in studio, ma la consolazione (niente affatto magra) è per tutti quella di poterli intercettare spesso e volentieri in giro per i palchi dello Stivale. Un discorso che vale per loro come per i già citati sodali, fautori di quell’energia che dà un senso compiuto al vecchio adagio “Lo Spirito Continua”: non uno slogan come un altro, ma una filosofia di vita a tutti gli effetti.