Claudio Simonetti’s Goblin @ Civico 25 – Caselette (TO), 4 marzo 2023

Il 06/03/2023, di .

Claudio Simonetti’s Goblin @ Civico 25 – Caselette (TO), 4 marzo 2023

È una notte di fine inverno, siamo al Civico 25 di Caselette (TO). Sul palco c’è Claudio Simonetti con i suoi Claudio Simonetti’s Goblin, la recente incarnazione della creatura che terrorizza i nostri incubi sonori da decenni.
L’atmosfera è di un’epoca ormai lontana: il concerto è, chiaramente, tutto strumentale e sullo sfondo vengono proiettate le immagini dei film di cui il gruppo sta eseguendo le musiche. Tutto richiama a quel fortunato periodo della storia del rock in cui in Italia si diffuse il progressive e la sperimentazione. Difficile determinare il modo in cui ciò avvenne, soprattutto a causa delle grandi difficoltà dell’epoca nel riuscire a reperire dischi e strumenti musicali, ma è assodato che nel Bel Paese nacque e si sviluppò una variante personale e unica del genere. Simonetti è stato uno dei protagonisti di questo movimento culturale e avere la possibilità di assistere a un concerto di questo tipo è certamente emozionante.
Ma lo show dei nuovi Goblin non è un semplice memoriale, un ricordo di decenni passati. I brani sono stati riarrangiati, rivisti e ripensati per meglio potersi adattare al panorama musicale contemporaneo. I membri della band scelti da Simonetti sono musicisti giovani e talentuosi, capaci di portare sul palco una grande energia e sonorità fresche. Le chitarre di Daniele Amador sono precise, strizzano l’occhio al progressive metal nelle ritmiche e nel sound degli assoli. Federico Maragoni, batterista, si lancia più volte in grandi cavalcate picchiando forte con il doppio pedale e inserendo fills di gusto all’interno delle canzoni mentre Simonetti cidelizia con assoli all’organo, ai sintetizzatori, gestisce con sicurezza arpeggiatori e sequencer. Chiude la formazione Cecilia Nappo al basso, una musicista di grande personalità che incanta il pubblico grazie alle sue linee di basso ipnotiche (molto seventies) e ad una straordinaria presenza scenica.
La band è ben rodata, vengono da un autunno di fuoco. Due mesi negli States, quasi cinquanta date tra le quali diversi sold out. Il gruppo si muove agilmente nell’ampia discografia di Simonetti, suona divertendosi e si sente. Il mastermind della band incanta il pubblico con un’introduzione pianistica al celebre tema di ‘Phenomena’, racconta aneddoti e ricorda il compianto Massimo Morante, fondatore insieme a lui della prima versione dei Goblin.
È mezzanotte quando scocca l’ora delle streghe. Il tema di ‘Suspiria’ è accompagnato dalle voci del pubblico, caldo per i grandi classici della band che sono già stati eseguiti, ma non ancora pago. Il Sabba deve ancora cominciare. Al primo crescendo la ‘Madre dei Sospiri’ si rivela nel suo mostruoso fascino e nella mia testa risuonano le parole di Thomas De Quincey, autore ottocentesco cui Dario Argento si rifece per l’ideazione della Trilogia delle Madri:

“La seconda delle sorelle è chiamata Mater Suspiriorum, Nostra Signora dei Sospiri. […] I suoi occhi, se pur qualcuno potesse vederli, non sarebbero né dolci né astuti; nessun mortale saprebbe leggere in essi la loro storia; li troverebbe pieni di sogni morenti e relitti di estasi dimenticate. Ma ella non alza gli occhi; il suo capo, su cui è posato un turbante in brandelli, è in eterno reclinato, è in eterno nella polvere. Non piange, non geme. Ma sospira impercettibilmente a intervalli. Nostra Signora dei Sospiri non grida mai, non sfida mai, non sogna aspirazioni ribelli. È umile fino all’abiezione. La sua è la sottomissione di chi non spera. Può mormorare, ma solo in sogno. Questa sorella è la visitatrice del paria, dello schiavo al remo nelle galere mediterranee; di chi si è pentito ormai invano […] e di ogni prigioniero in ogni carcere; tutti quelli che sono traditi e tutti quelli che sono respinti: tutti costoro si accompagnano a Nostra Signora dei Sospiri”. 

(Thomas de Quincey, Suspiria De Profundis)

Mi chiedo se, forse, ‘Mater Suspiriorum’ non sia diventata il nume anche della discografia italiana. Una scena musicale, la nostra, che fa fatica a imporre nel mercato globale le proprie nuove opere. Sembra quasi di essere sconfitti in partenza, specie di fronte al paragone con il mercato anglosassone. Ma c’è stata un’epoca in cui le cose andavano diversamente e, seppur con riscontri di vendite differenti, gli italiani riuscivano almeno artisticamente a farsi sentire e ad andare oltre i confini nazionali. Il successo raccolto ancora oggi dai Goblin, non solo negli USA ma anche in Giappone, ne è la prova, così come lo è la presenza di giovani nella band e tra il pubblico presente in sala. La leggenda del suono italiano esiste ancora, ma va rinnovata. Claudio Simonetti se ne è accorto e ha agito con coraggio e intelligenza, lasciando spazio nella propria band a musicisti giovani e rinnovando le proprie sonorità. Ma si sa che il coraggio e l’intelligenza non sono qualità per cui le etichette discografiche italiane sono famose.

Il concerto si conclude con alcuni dei temi più noti della band romana, tra cui ‘Tenebre’, l’immortale ‘Profondo Rosso’ e ‘Mater Lacrimarum – Mother of Tears’, una strana collaborazione avvenuta in occasione del film ‘La Terza Madre’ di Dario Argento tra Simonetti e Dani Filth, che incise le voci e scrisse i testi.
La sensazione che proviamo a fine serata è quella di aver assistito a un concerto unico, inimitabile, così come lo è lo stile dell’avventura artistica di Simonetti. La speranza è che, proprio a partire da queste radici, si possa assistere a un Rinascimento della musica italiana, proprio in virtù della sua particolarità e non del suo asservimento a un mercato globale anonimo, privo di personalità.

SETLIST

  • Brain Zero One
  • Il Cartaio
  • Demon
  • Zombi
  • Taratozom
  • Agnus Dei
  • Opera
  • Roller
  • Aquaman
  • Death Dies
  • The Devil Is Back
  • Suspiria
  • Markos
  • Tenebre
  • Phenomena
  • School at Night
  • Profondo Rosso
  • Mater Lacrimarum – Mother of Tears

Di seguito l’intervista rilasciata dalla band in occasione del concerto:

Video e foto a cura di Melissa Ghezzo

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