Milady Metal Fest 5 @ Arci Tom, Mantova, 21 gennaio 2023
Il 27/01/2023, di Gianfranco Monese.
Nel raggiungere, dalla vicina Verona, l’Arci Tom per la quinta edizione del Milady Metal Festival, massima espressione del gentil sesso in versione metal, in quanto contenente band con sole voci femminili, con il mio grande amico, metallaro, chef e pure lettore accanito Luca, si parla delle letture del momento. Dato che il sottoscritto sta affrontando più di un volume sugli anni d’oro della squadra di pallacanestro dei Chicago Bulls, per parecchia parte del viaggio si discute sul lavoro di squadra e su quanto ognuno, allora come oggi, in un team abbia un compito ben preciso che, unito agli altri, contribuisce alla vittoria finale. Ho deciso di scrivere ciò perchè, a serata conclusa, mi sono reso conto di come il Milady Metal Fest sia stato, in musica, un pò il riassunto di questo: l’unione di band tra loro diverse, seppur con un’identità ben precisa, che per una sera hanno unito le forze affinchè a uscirne vincitore fosse proprio l’evento in sè. Come? Innanzitutto esibendosi, dopodichè partecipando, chiacchierando, passando assieme momenti di pura condivisione musicale, tra di loro e con i fan.
Il tutto comincia alle 17:15 con l’esibizione delle emiliane Snei Ap, simpatico quintetto e unico gruppo della sera a essere totalmente femminile. Il loro hard rock/metal stradaiolo fa subito presa sui presenti, che a dire il vero sono già parecchi. Scatenata la chitarrista Jude, mentre in alcuni casi si ha l’impressione che le corde vocali non vogliano dare man forte alla frontwoman Angie. Poco male, perchè la band tira comunque dritto come un treno senza freni, e tra gli otto brani offerti a spiccare sono l’opener ‘Fuck Off M8’, ‘Io Sono Un Problema’ e la conclusiva ‘Obsexion’.
Dopo un dovuto cambio palco tocca al quartetto milanese dei Frogg esibirsi. E nonostante si passi a un prog metal sicuramente meno d’impatto rispetto a quanto ascoltato in precedenza, a calare non sono certo nè l’attenzione, nè tantomeno la qualità. I quattro sono infatti lodevoli nell’ammaliare i fan, tra una prova convincente del bassista Federico Medana e la voce di Letizia Merlo sicuramente sugli scudi. Tra i brani della setlist, incuriosisce il nuovo singolo ‘Bloom’, uscito lo scorso sette dicembre.
I terzi in ordine di scaletta sono i Revenience, quintetto bolognese da poco rientrato in patria dopo due date in Inghilterra, rispettivamente a Newcastle il dodici gennaio e a Withchurch il quattordici, inframezzate da una data a Edimburgo, in Scozia, il tredici. Il loro è un metal moderno, a più sfumature, grazie alle tastiere di Pasquale Barile abili a tessere intrecci sinfonici che ben si sposano con la pesante chitarra di Fausto De Bellis e le pregevoli linee di basso di Luca Negro. Originale, poi, l’alternanza al microfono tra la soave Debora Ceneri e il growl del batterista Simone Spolzino. Personalmente, una band la cui proposta originale sarebbe da rivedere in separata sede, magari a un evento da headliner, in modo da avere più tempo per apprezzarne tutte le qualità. Chissà che ciò non accada in vista di un tour in promozione al nuovo album di prossima uscita (e del quale vengono proposti in anteprima i brani ‘Awake’, ‘Pillars’ e ‘NCND’). Per ora, sono solo complimenti.
Personalmente, avrei dato più credito all’esibizione acustica di Nicoletta Rosellini, posta a lato del locale, a destra del palco, tra la folla; soprattutto, se ciò non ha minimamente aiutato a ottimizzare i tempi, recuperando qualche minuto perso durante i vari cambi palco (gli Illumishade, previsti per le 23:05, hanno iniziato con un’ora di ritardo). Ciò nonostante, l’intima esibizione, nella quale la cantante è affiancata dal chitarrista Paolo Campitelli, risulta molto piacevole, rivelando nella setlist più di una sorpresa, come la conclusiva ‘Always Will Be’, pezzo personalmente molto apprezzato presente nel terzo disco degli svedesi Hammerfall, dal titolo ‘Renegade’ (2000).
A partire dai terzultimi Sick N’ Beautiful, oltre ad aumentare il minutaggio per ciascuna band (un’ora a testa), aumentano anche i colpi di scena. Il quintetto romano, devoto a un industrial a tinte nu metal/crossover (soprattutto nelle chitarre), pur salendo on stage in quattro, dato il forfait del chitarrista Nemes, ha infatti convinto i presenti non solo per le musiche offerte. Sugli scudi la frontwoman Herma, affascinante intrattenitrice, e dalle lodevoli doti vocali. Non è assolutamente da meno il resto della band, tra la perfezione maniacale di LØR1 alla chitarra, l’estrosità di Evey alla batteria e le simpatiche movenze del bassista “Big Daddy” Ray, che in più di un frangente non possono che ricordare quelle di Fieldy dei Korn. Molti i brani proposti dall’ultimo ‘Starstruck’, uscito lo scorso quindici luglio per Frontiers Record, oltre a qualche estratto da ‘Hell Over Hell’ (2015) e ‘Element Of Sex’ (2018), come l’opener ‘March Of The Scolopendra’, ‘Fire True’, ‘New Witch 666’ e la conclusiva ‘Sick To The Bone’, potenti e intriganti come la band stessa. La ciliegina sulla torta, poi, la donano giochi visivi come lanciafiamme, teschi fumanti, libri blasfemi pronti a prendere fuoco e addirittura una chitarra “stuprata” da una smerigliatrice. Lo show vince, la band convince, tanto che, assieme a quello degli Illumishade, lo stand del merchandise di questi alieni provenienti da Acheron sarà quello più preso d’assedio.
Setlist:
March Of The Scolopendra
Fire True
Tonight We Go To War
Pray Tell Me
God Of Thunder
Drop It To The B
This Is Not The End
Starstruck
Deep End Dark
New Witch 666
Makin’ Angels
Encore:
Sick To The Bone
Inutile nascondere che, con il gothic metal dei Deathless Legacy, il Milady Metal Fest cala un (altro) asso. Quando i cinque sono pronti a salire sul palco, Mantova è avvolta dalle tenebre, e i suoi cittadini si sono già rintanati nelle loro case, spegnendo ogni luce, allarmati da sinistri presagi e sussurri maligni. A tutto questo fa eccezione l’Arci Tom, immerso in una festa nella quale è il male a dettar legge, e l’opener ‘Ora Pro Nobis’ (prima traccia dell’ultimo ‘Mater Larvarum’ [2022]) funge da perfetto inno. La voce della frontwoman Steva è malefica e al tempo stesso incalzante, le movenze devote tanto a richiamare i fedeli quanto a ottenere nuovi adepti, grazie anche all’aiuto della performance di Revyla, pronta a salire saltuariamente sul palco, e offrire i suoi macabri servigi al resto della band, vestendo i panni di una suora rinnegata così come di una sacerdotessa pronta a oscuri rituali, obbligando il quintetto a prestare devozione all’occulto. Per il resto, la band toscana è potente e accurata, e nonostante si vada avanti senza alcuna interazione con il pubblico (Steva saluterà i presenti solo prima degli ultimi due brani in scaletta), alla fine dello show saranno molti i pareri che riconosceranno in questa esibizione come la migliore dell’intera serata.
Setlist:
Ora Pro Nobis
Rituals Of Black Magic
Queen Of The Infernal Pantheon
Your Blood Is Mine
Absolution
Altar Of Bones
Litch
Legion Of The Night
Moonless Night
The Coven
Dominus Inferi
Scatta la mezzanotte quando fanno il loro ingresso sul palco gli svizzeri Illumishade, al loro debutto non solo al Milady Metal Fest, bensì in Italia. E nonostante finora, quasi incredibilmente non ci sia ancora stata una band di metal sinfonico (sulla scia di gruppi come Nightwish, per capirci), ci pensa proprio il quintetto a colmare questo gap. L’inizio, però, non è esplosivo come ci si aspetterebbe, e bisogna attendere la terza ‘Tales Of Time’ per cominciare a vedere del sano headbanging. Da lì in avanti lo show procede in discesa, grazie anche alle poliedriche e spropositate doti vocali di Fabienne Erni, assecondata da una band precisa. Encomiabile la tastierista Mirjam Skal, abile nell’orchestrare appieno il sound della band, passando quasi inosservata. Degni di nota sono brani come il nuovo singolo ‘Elegy’, uscito lo scorso venticinque novembre, così come gli estratti dalla tutt’ora unica release ‘ECLYPTIC: Wake Of Shadows’, tra i quali ‘Muse Of Unknown Forces’, la bellissima ballad ‘Rise’ (che ha visto una struggente Fabienne esibirsi al pianoforte), seguita dal primo singolo estratto ‘World’s End’. E quando la band si concede per un bis, all’annuncio da parte della frontwoman che si tratterà di una cover, la curiosità è alle stelle. Ma la band spiazza tutti, o quasi, in quanto invece di eseguire un inno metal da cantare all’unisono, propone ‘Into The Unkown’, celebre brano di Idina Menzel e Aurora tratto dal film della Disney dal titolo ‘Frozen II: Il Segreto Di Arendelle’, a dimostrazione della passione, da parte dei cinque, per tutto quel che concerne la melodia, la sinfonia e le orchestrazioni, appunto, cinematografiche. Il pubblico applaude, la band ringrazia e, dopo una foto di rito dal palco (scattata dal chitarrista degli Infected Rain Vadim “Vidick” Ojog), prontamente si sposta allo stand del merchandise per ricevere i meritati complimenti, scattare qualche foto, firmare copie del disco in vendita, oltre a qualche setlist “sottratta” da qualche fan alle assi del palco. E, si noti, venendo raggiunta anche da membri delle band esibitesi precedentemente, per una festa collettiva all’insegna della buona musica. Esattamente, perchè questa sera hanno vinto tutti, uniti nel cercare di dare lustro a un festival ben organizzato, che con questa edizione si è sicuramente distinto. Ora, l’attesa per il prossimo appuntamento non può che essere spasmodica. Noi ci saremo, e voi?
Setlist:
The Horizon Awaits
Hymn
Tales Of Time
Crystal Silence
The Farewell Arcades
What Have I Become
Into The Maelstrom
Muse Of Unknown Forces
The Obsidian Veil
Elegy
Rise
World’s End
Encore:
Into The Unknown
FOTO DI ERIC DALLARI