Scarlet Records Festival, @Legend Club, Milano 29 Dicembre

Il 10/01/2023, di .

Scarlet Records Festival, @Legend Club, Milano 29 Dicembre

Un po’ tutto di questo evento organizzato dalla sempre attenta e attiva casa editrice Scarlet ci parla a tutti gli effetti di una “festa”. Sarà un po’ il periodo, subito dopo i bagordi natalizi ma subito prima degli eccessi (siamo metallari, neh!) di capodanno; sarà per la location, l’accogliente e familiare Legend Club, sarà per il clima davvero disteso e rilassato che abbiamo respirato per tutta la sera… fatto sta che ci siamo sentiti davvero come se partecipassimo a un allegro incontro tra vecchi amici, una rimpatriata con luoghi e sonorità che ci stanno comodi, con lo scopo – spesso non espresso ma sentito – di lasciarci alle spalle la polvere e le rovine di un anno difficile, sperando in qualcosa di meno stancante nel prossimo futuro.

E’ con questo sentimento dunque, un po’ agrodolce se vogliamo, che ci accingiamo ad entrare nella saletta live del Legend, aspettandoci quindi una bella serata di sano e meritato divertimento con la musica che ci piace di più. A scaldarci dovevano esserci i liguri Winterage, di cui aspettavamo con trepidazione le sinfoniche e barocche suggestioni, ma purtroppo ci tocca rimanere delusi: la temuta influenza australiana in giro in questo giro di anno pare infatti avere colpito alcuni dei membri del combo sympho/power, che non potrà quindi calcare il palco del club meneghino. Palco che però non rimane vuoto per molto dopo il nostro arrivo in quanto, per fare gli onori di casa, ci pensano invece i simpatici Skeletoon.

Rullata terremotante di Sidoti, lick solisti di chiara matrice teutonica e urlo altissimo di Tomi Fooler: gli ingredienti principali del power metal che ascolteremo nella prossima mezzora sono già belli e serviti. ‘Holding On’, opener dell’ultimo album della band tiene perfettamente banco, presentandoci una band in palla ma – come dicevamo nell’introduzione – anche pieni di una sana voglia di divertirsi e di concludere l’anno “facendo casino” in vecchio stile. ‘Will You Save Us All’ non cambia tiro e la velocità rimane quindi la stessa, mettendo ancora più in mostra le capacità ginniche e di resistenza della sezione ritmica Sidoti/Stiaccini. Nel corso dei loro quaranta minuti infatti entrambi tengono bene il palco dal punto di vista scenico e risultano fondamentali nel costruire con buona perizia la base adatta su cui far esibire il grande mattatore Fooler ma anche il nuovo arrivato Martinelli, davvero bravo nel non far rimpiangere l’uscente Cappellari. ‘2204’ e ‘We Don’t Need Roads’ omaggiano il nuovo, più melodico, album e si rivelano ben cantabili anche dal pubblico, ma a sorprenderci è la cover di ‘No Easy Way Out’ di Robert Tepper, che porta un po’ di agonistico brio in una serata già accesa dalla musica dei nostri: una trovata davvero divertente per un brano comunque sicuramente ben eseguito. La cupa e più spigolosa ‘Nemesis’ permette alla band di picchiare ancora duro sui propri strumenti prima della improvvisa conclusione, affidata alla solida ‘I Have The Key’, altro brano power di Helloweeniana memoria apprezzato un po’ da tutti i presenti. Che dire? Un buon inizio, affidato alla band che forse più di tutte ha incarnato lo spirito un po’ rilassato e scanzonato di questa festa tra vecchi amici.

Setlist:

Holding On
Will You Save Us All
2204
We Don’t Need Roads
No Easy Way Out
Nemesis
I Have The Key

Il testimone passa quindi ai Frozen Crown, band che conosciamo bene e che solo qui al Legend Club abbiamo visto oramai tre volte. Il combo capitanato dalla coppia Mondelli/Etro sta sbancando anche fuori dai confini nazionali (recente tra le altre la loro partecipazione al Full Metal Cruise) e ogni volta che li vediamo sembrano… più esperti. Non diciamo “migliorati”, perché l’autoprogressione per una band giovane come la loro va da sé, ma appunto sempre più esperti, tranquilli nel tenere il palco, “oliati” se vogliamo paragonarli a un motore meccanico. Infatti, durante l’ora scarsa da loro trascorsa sul palco, tutto sembra filare liscio in virtù soprattutto di una scaletta ben bilanciata nel più ampio range musicale proposto; caratteristica poi arricchita dalla loro ottima presenza scenica e grazie anche a simpatici siparietti che prendono vita qui e là tra i musicisti. “Neverending”, “The Water Dancer” e “Everwinter” si possono considerare tre cavalli di battaglia della band; e il fatto che ciascuno sia proveniente da un album in studio diverso (su tre!), ci rende bene conto della capacità che la band ha di scrivere ad ogni uscita brani trascinanti e dall’ottimo piglio live. Ma l’omaggio a album diversi non si ferma e ‘Call Of The North’ viene tratto dall’album nuovo che ancora deve uscire. Anche in questo caso il brano – da poco rpesentato come singolo – mostra una discreta presa sul pubblico, che canta partecipe insieme a Jade e soci. “Kings”, “In The Dark” e “Far Beyond” rappresentano la parte centrale del concerto e strappano buoni consensi, ma i veri fuochi d’artificio li abbiamo alla fine, quando la più brutale ‘I Am The Tyrant’, l’urgente ‘Night Crawler’ e il classico ‘The Shieldmaiden’ fanno saltare un po’ tutta la venue. Sul finire del concerto poi, l’ego di Mondelli sembra diventare sempre più prevalente, con il bravo compositore a comportarsi sempre più da frontman, salutando i vari membri di altre band presenti alla serata e ringraziando più volte organizzazione e partecipanti. Dopo il concerto, lasciamo questa band in ascesa convinti che bene o male stia percorrendo la propria strada nel modo giusto, con album solidi e ricchi di mattoni grazie ai quali costruire una futura bella carriera. Speriamo che il loro cammino continui appunto ancora a lungo.

Setlist:

Neverending
The Water Dancer
Everwinter
Call Of The North
Kings
In The Dark
Far Beyond
I Am The Tyrant
Night Crawler
The Shieldmaiden

Da una band in ascesa passiamo invece a chi di strada ne ha già fatta tanta e di presentazioni non ha proprio bisogno… i Vision Divine di Olaf Thorsten, attivi già dal finire degli Anni ’90 e autori da oggi di otto album amati dai fans, sono infatti pronti a calcare il palco del Legend e a chiudere nel migliore dei modi questa bella serata. Pescando da una discografia in linea generale meno veloce e irruenta rispetto alle due band che li hanno preceduti, i cinque veterani non si fanno mancare però né tiro né potenza, scegliendo accuratamente una decina di brani tutti da impatto, in grado di mantenere alti i giri del motore. L’iniziale ‘The 26th Machine’ permette al nuovo frontman Giannini –  che non avevamo visto mai prima d’ora dal vivo – di scaldarsi con uno dei nostri brani preferiti dall’ultimo (ottimo) ‘When All the Heroes Are Dead’ e notiamo subito come la sua ugola sia ben in forma, perfetta anche sul difficile repeat dello splendido ritornello, cantato su altezze considerevoli. ‘Beyond The Sun And Fare Away’ e ‘God is Dead’ erano originariamente cantante da Lione e Luppi, ma il buon Ivan mostra di avere mano salda anche sui pezzi “non suoi”… la resa di entrambi i lavori tratti da “Destination Set To Nowhere” e “Perfect Machine” avviene infatti senza scossoni, con la coppia Puleri/Thorsen affiatata come non mai e un Torricini molto rilassato e a suo agio anche sui ritmi piuttosto alti tenuti fino ad ora. ‘Angel Of Revenge’ e ‘3 Man Walk On The Moon’ vengono proposte con un piglio sicuro ed esperto e strappano applausi, ma in mezzo alle due trova anche lo spazio la più cadenzata ‘Violet Loneliness’, figlia apprendiamo di un Lucatti molto umorale ai tempi in cui la scrisse. Più lenta e autunnale il brano rappresenta sicuramente un buon momento per il pubblico per gustare l’aspetto più melodico e malinconico di una band che fino a quel momento stava macinando pillole power una dopo l’altra. Il capolavoro della band ‘Stream Of Consciusness’ viene omaggiato subito dopo dalle splendide ‘The Secret of Life’ e ‘La Vita Fugge’ due brani cardine dell’intero concerto che verranno intervallate da chicche di un lontano passato come ‘The Miracle’ e ‘Send Me An Angel’, tratte dai primi due album di venti anni fa. Potenza, velocità, melodia, un pizzico di melanconia e tanta tante esperienza: la caratura della band si nota in ogni momento dello show, mostrandoci come i cavalli di razza del power italiano degli anni d’oro siano ancora incontrastati nel loro genere. Ancora esaltati dall’annuncio di Giannini che entro il 2023 dovremmo essere in grado di ascoltare un nuovo album di inediti griffati con la V e la D, torniamo a casa da questa bella festa, soddisfatti di quanto abbiamo visto e sentito. Complimenti Scarlet Records!

Setlist:

26th Machine
Beyond The Sun And Far Way
God is Dead
Angel Of Revenge
Violet Loneliness
3 Men Walk On The Moon
The Perfect Machine
The Secret of Life
The Miracle
Send Me An Angel
La Vita Fugge

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