Anvil @ Traffic Live, Roma, 11 novembre 2022
Il 19/11/2022, di Alex Ventriglia.
Steve Kudlow, in arte Lips, è indiscutibilmente uno dei nostri eroi, chitarrista, cantante e inossidabile perno sul quale gli Anvil, da quarant’anni a questa parte, son sempre ruotati, affiancato dall’altro “mammasantissima”, il batterista Robb Reiner, rombante motore ritmico e alter ego perfetto di Lips. Dove va uno, lo segue anche l’altro, questa in sostanza è sempre stata la filosofia di casa Anvil, tra i gruppi più sottovalutati della storia ma capaci di essere perennemente nel cuore di tutti coloro che, l’heavy metal, lo amano e lo vivono, e Roma non ha fatto eccezione e ha risposto presente, stando al discreto numero di fans richiamati al Traffic Live. Chi scrive, venendo da fuori e non avendo troppa dimestichezza con la Prenestina, strada che fa bestemmiare a ogni chilometro, è arrivato purtroppo tardi al club mancando lo show dei due gruppi spalla, i romani Lost Reflection e i parigini Harsh, entrambi accomunati da grande qualità e grinta da vendere, ma quasi agli opposti in fatto di stile musicale. I primi, capitanati dal chitarrista e cantante Fabrizio Fulco, mettono i loro vent’anni di esperienza al servizio di un hard rock roccioso e dalle tinte bluesy, debitore dei grandi classici, mentre i francesi prediligono il glam metal di stretta osservanza losangelena, con Ratt, Poison e Motley Crue a dettar legge nel loro background, i quali, da quanto è parso, hanno ottenuto riscontri più che favorevoli, il che non solo non guasta mai, ma neppure è così scontato. Peccato, sarei stato curioso di vedere come suonano il glam all’ombra della Tour Eiffel, ma, lo ripeto, la Prenestina non perdona e non ammette distrazioni… Non appena entrato al Traffic, la scena che mi ha infatti accolto è stato un Lips fiondatosi immediatamente tra il pubblico delle prime fila, per una veemente, belluina dichiarazione d’intenti, su ciò che sarebbe stata la serata, eruttando subito tre pezzi da novanta del calibro di ‘March Of The Crabs’, ‘666’ e ‘School Love’! Classico sorrisetto beffardo stampato in faccia, chioma (e “chierica”) al vento, Flying V rossa sgargiante, gags e siparietti come se piovessero (spassosissime le storielle su Lemmy e la sua “pericolosità”, alcolica e non solo…), divertimento e tanto, tanto metal, a Lips e agli Anvil questo si chiede e questo gli Anvil danno, e in dosi super robuste. Chi li critica perché magari li trova elementari o troppo essenziali, così per partito preso o perché è già “morto” di suo, farebbe bene a dirottare altrove le sue attenzioni. Al Traffic la comunione con il sacro heavy metal di altissima gradazione canadese è stata intensa e totale, officiata da anthem trascinanti (da panico sia ‘Badass Rock’n’Roll’ che ‘Winged Assassins’), da pezzi estratti dal nuovissimo ‘Impact Is Imminent’ tipo ‘Take A Lesson’ e ‘Ghost Shadow’ o recenti come ‘Legal At Last’, e da brani che hanno svezzato molti di noi, parlo di ‘Forged In Fire’, ma soprattutto di ‘Mothra’ (con il celeberrimo assolo con tanto di vibratore, copyright by Lips!), l’apocalittico racconto del gigantesco mostro che attacca le città giapponesi (sulla falsariga del più noto Godzilla), e di ‘Metal On Metal’, che di fatto non solo ha chiuso lo show capitolino, ma che ha alimentato antiche suggestioni, stuzzicando amletici dubbi nostalgici. Da applausi anche la vorticosa (nel sound) e geniale (nelle liriche) ‘Bitch In The Box’ e ‘Swing Thing’, attraverso la quale Robb Reiner ha definitivamente dato sfoggio delle sue abilità come strumentista, in questa “sagra metallica” in cui ha rivaleggiato con l’amico Lips e con Chris Robertson, funambolico bassista e straordinario anche per le sue piroette e per le sue smorfie improbabili! Tutto questo per dire che, con gli Anvil, si va sull’usato, certo, ma di quello garantito, e ultra certificato da quarant’anni e oltre di carriera e da album che hanno fatto la storia del metal. Non tutti possono vantare credenziali e meriti del genere, e il three-piece di Toronto è di sicuro in credito con la sorte, ma il mondo spesso va al contrario e noi poco ci possiamo fare, se non ritrovarci sotto a un loro palco e “scapocciare” in onore di una band che mai ha mollato.