Firenze Metal @ Viper Theatre, Firenze, 31 ottobre 2022
Il 09/11/2022, di Maria Teresa Balzano.
Si è svolta nel migliore dei modi la seconda edizione del Firenze Metal, nuovo appuntamento toscano per tutti gli amanti della musica estrema. La location è storica, il Viper Theatre, l’organizzazione meticolosa e avremo modo di rendercene conto durante la serata, timing rispettato, qualche problemino sui volumi che si è trascinato sulle esibizioni, ma nel complesso l’evento può dirsi riuscito alla grande, complice un pubblico giovane, partecipante ed energico. Perdiamo la performance d’apertura dei Colonnelli, terzetto thrash da Grosseto che ci raccontano abbia però catturato l’attenzione del pubblico, ancora non numerosissimo, ed eseguito in chiusura un’egregia cover di ‘Festa Mesta’ dei Marlene Kuntz. Seguono a dritta i Barbarian, power trio fresco della pubblicazione del quinto album ‘Viperface’, che ci sbatte in faccia senza fronzoli e senza merletti un thrash blackened vecchia scuola abbastanza tradizionalista. Niente di nuovo sotto ai riflettori ma il pubblico inizia a riscaldare i muscoli cervicali per un headbanging che si farà sempre più forsennato.
Giocano in casa i Runover, si vede e si sente, costante, negli anni, della scena rock e metal fiorentina e toscana. Energici, cazzuti, freschi, dalla verve incontenibile e coinvolgente: proprio come ce li ricordavamo.
Si divertono e ci divertono, alternando il puro cazzeggio all’intensa violenza in cui è la musica, quella che ci piace, ad essere protagonista.
Ragazzi, vi vogliamo sul palco più spesso.
Il testimone passa velocemente agli Inner Code, che ci propongono fin dalle prime note un groove/metalcore compatto e potente intriso fino all’osso di elettronica. Qualche problema sui volumi, soprattutto della voce, ofidica e venefica ma penalizzata sui primi brani, dopo poco la situazione pare risolversi e i suoni iniziano ad amalgamarsi in modo più piacevole. Anche l’aspetto scenografico del loro show non lascia spazio ad imperfezioni, gli ospiti al microfono che si avvicendano man mano sul palco arricchiscono i brani e il pubblico gradisce e ricambia con mosh pit caotici e liberatori. Ve l’avevo già detto che il pubblico è tra i più giovani che io abbia visto negli ultimi anni? Bene, ve lo ripeto. Perché? Per l’energia e la spensieratezza che emanavano a suon di randellate. Fantastici.
È la volta dei Forgotten Tomb, veterani della scena extreme italiana ed internazionale, che senza risparmiarsi ci regalano una gran bella performance dalle tinte più classiche, sonorità che ben conosciamo e che abbiamo imparato ad apprezzare negli anni, atmosfere oscure e taglienti, nella sala del Viper cala un’aura dark, quasi doom e, duri e diretti, i nostri ci offrono una scaletta tirata fuori solo per le occasioni speciali, come testimonia ‘No Way Out’ da ‘Songs to Leave’. Soddisfacente.
È finalmente il turno degli headliner, i Destrage, che entrano travestiti da Ghostbusters.
Fin dal primo pezzo il pubblico è in delirio, e lo resterà per i prossimi tredici brani. Dei Destrage in questi mesi abbiamo parlato parecchio, qui trovate la recensione al nuovo lavoro e qui l’ultima intervista, frutto della penna del nostro Alessandro Ebuli.
Dal vivo io ancora non li avevo sentiti. Il suono è acido, caustico, brutale, c’è un grandissimo lavoro di batteria, le linee vocali ci trascinano in una vertigine, la parola che meglio li descrive è modernità, un sound tremendamente trascinante, a tratti forse esagitato, ma corposo e coinvolgente. Il pubblico (ricordate, il pubblico giovane di cui sopra) è completamente su di giri, rapito da quell’elettronica misto nu-metal tagliente e rabbiosa. L’impressione che ho avuto è quella di stare di fronte a veri professionisti dal taglio internazionale, vera punta di diamante dell’alternative nazionale.
Foto di Francesca Balzano