Hypocrisy + Septicflesh + The Agonist + Horizon Ignited @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 18 ottobre 2022
Il 31/10/2022, di Maria Teresa Balzano.
Prima data della calata italiana del ‘Worship European Tour 2022’ dei titani del death metal Hypocrisy in compagnia dei maestri del symphonic death Septicflesh, dei melodic deathsters canadesi The Agonist e dei finlandesi Horizon Ignited. Purtroppo l’insolente traffico meneghino ci fa tardare rispetto alla tabella di marcia e perdiamo l’esibizione dei finlandesi, che a detta di alcuni presenti meritava la nostra attenzione. Ci rifaremo sicuramente.
Entriamo allo Slaughter proprio mentre calano le luci e iniziano a suonare le prime note i The Agonist, di cui mi colpisce particolarmente la disinvoltura della cantante Vicky Psarakis, ottima performance di tutta la band, uniforme nei suoni e fedele alla linea.
Pochi minuti di cambio palco, il tempo di uscire a prendere una boccata d’aria e osservarci intorno per sondare l’audience, e sul palco appaiono le ormai iconiche illustrazioni di Seth Siro Anton. Ve lo dico proprio col cuore in mano, era dall’inizio della pandemia che aspettavo di rivederli live, ho ascoltato il nuovo disco, ‘Modern Primitive’, non immediato e non tra i miei preferiti rispetto ai capolavori del passato di cui conosco ogni cazzo di nota, per questo non aspettavo altro che una succosa setlist che potesse farmi davvero divertire.
Ci siamo, si parte con ‘Portrait of a Headless Man’, il pubblico è già in fiamme, la band non perde un colpo, marziale e intensa come sempre. Sembra andare tutto liscio quando sul secondo refrain di ‘Pyramid God’ salta la corrente e di colpo l’unica cosa che sentiamo nel buio pesto è la batteria di Krimh. Episodi del genere capitano e possono capitare, ma rischiano di indispettire, soprattutto gli artisti che perdono concentrazione e carica. Dopo pochi minuti sembra tutto sistemato e, a parte ‘Pyramid God’ che a noi è rimasta in gola, la band riparte imperterrita.
La scaletta vola, avrei tanto preferito volare anche io ma ad Atene, per seguirli nelle date in terra natale, in cui avrebbero suonato da headliner un concerto più lungo, più ricco e più sentito, ma per questa volta dobbiamo farci bastare l’oretta buona in cui hanno switchato da un album all’altro tralasciando vecchie glorie e dando spazio alle nuove composizioni. Il moshpit è stato violento, la ferocia di Seth è arrivata allo stomaco e non hanno sbagliato una sola nota. Solito, indubbio, altissimo livello.
Abbiamo caldo e qualche livido nuovo. Un ottimo bilancio, no?
Breve cambio palco anche per gli Hypocrisy, che partono senza indugi martellando come pochi. Tägtgren è carico e chirurgico, si sente la differenza tra il calore mediterraneo durante l’interazione con il pubblico e la tagliente freddezza scandinava interrotta solo dal cazziatone che ha rivolto ai gestori del locale quando l’elettricità è saltata anche durante lo spettacolo degli Hypocrisy. Momento catchy, quasi simpatico. ‘Finchè voi starete qui, io starò qui, a costo di finire lo show domattina‘, dice rivolgendosi al pubblico e dopo aver smadonnato con compostezza. Il problema elettrico viene prontamente sistemato anche la seconda volta e si riparte più carichi di prima: melodie oscure, riff granitici, alieni e ruggiti si impossessano della platea. Doppio bis e una setlist che tocca tutti i maggiori successi degli Hypocrisy, senza dare troppa voce all’ultima fatica ‘Worship’, hanno soddisfatto ogni aficionado, presentandoci uno show durate il quale è stato difficile annoiarsi o allontanarsi dal palco.
Ci è sembrato troppo breve anche il loro spettacolo. Torneranno, torneremo.
Setlist Septicflesh:
Portrait of a Headless Man
Pyramid God
Neuromancer
The Vampire from Nazareth
Hierophant
Martyr
The Collector
Communion
Anubis
Dark Art
Setlist Hypocrisy:
Worship
Fire in the Sky
Mind Corruption
Eraser
Inferior Devoties
Chemical Whore
Until the End
Don’t Judge Me
End of Disclosure
Weed Out the Weak
Children of the Gray
War-Path
The Final Chapter
Fractured Millennium
Impotent God
Adjusting the Sun
Roswell 47
FOTO DI GIACOMO CALVIELLO