Deep Purple + Jefferson Starship @ Mediolanum Forum, Assago (MI), 17 ottobre 2022
Il 22/10/2022, di Maria Teresa Balzano.
Puro revival anni’70 al Mediolanum Forum di Assago, gremito certo, ma non sold out. Lo spettacolo inizia puntuale con i californiani Jefferson Starship, fenice risorta dalle ceneri dei Jefferson Airplane a metà anni ’70 e, nonostante la scaletta attinga da tutta la loro discografia, il pubblico esplode quando iniziano i super classici degli Airplane, ‘White Rabbit’ e ‘Somebody to Love’, pietre miliari della storia del Rock. Quella a cui abbiamo assistito, nonostante l’età, è una esibizione energica, dal taglio più hard e meno psichedelico.
Breve cambio palco e compaiono i Deep Purple, per la seconda volta sul suolo italico a distanza di pochi mesi, li avevamo infatti incontrati a luglio a Bologna (leggi il report QUI), si parte a bomba con ‘Highway Star’. Gillian sembra un pò in difficoltà, dall’alto della sua immensa carriera merita qualche minuto di pazienza per far riscaldare le corde vocali. Ci pensa la chitarra solista di Simon McBride ad attirare l’attenzione degli astanti con delle performance, lungo tutto il concerto, funamboliche e magnetiche. L’audio al forum è al top, nessuna pecca da riportare, la resa è ottimale e, durante ‘Uncommon Man’, omaggio a John Lord, e su ‘When a Blind Man Cries’ l’emozione è palpabile. La scaletta prosegue come da manuale, è la stessa di luglio in pratica, con tanto di stesso tributo alla lirica pucciniana di ‘Nessun Dorma’ eseguito dal poliedrico Don Airey durante il suo lungo assolo alle tastiere.
La storia della musica è davanti a noi, purosangue selezionati per le lunghe distanze che una volta erano sul tetto del mondo, come ha scritto mio padre su Whatsapp quando gli ho mandato un paio di foto del palco, e i pensieri inevitabilmente volano a quanto avvincente e spregiudicata, o semplicemente diversa fosse la vita, la loro vita, quaranta, cinquanta anni fa. ‘Machine Head’ è del 1972 per rendere l’idea. Distratta dai personalissimi flashback color seppia di baffi spessi e pantaloni a zampa che sfumano in vortici di geometrie lisergiche quasi non mi rendo conto che mi si stanno avvicendano nelle orecchie brani che durante gli anni ci sono entrati sottopelle, a tutti noi, volente o nolente, l’intro di ‘Smoke on the Water’ credo la conoscano senza saperlo anche in Malawi. Ed è con ‘Smoke on the Water’ che sembra chiudersi la serata, una serata che ha appagato il pubblico, di giovani e, soprattutto, meno giovani accorsi al revival Seventies meneghino, ma poi la band torna in pista e ci regala due ultime perle, una trascinante ‘Hush’ e la conclusiva efficace ‘Black Night’. Saluti e ringraziamenti, dai mostri sacri che l’hard rock l’hanno inventato e che orgogliosamente, dopo cinquanta anni, ancora sono in grado di offrirci.
Tracklist Deep Purple:
Mars, the Bringer of War (Gustav Holst song)
Highway Star
Pictures of Home
No Need to Shout
Nothing at All
Uncommon Man
Lazy
When a Blind Man Cries
Anya
Keyboard Solo
Perfect Strangers
Space Truckin’
Smoke on the Water
Encore:
Hush (Joe South cover)
Bass Solo
Black Night
TESTO DI MARIA TERESA BALZANO
FOTO DI ROBERTO VILLANI