Kiss ‘End Of The Road Tour’ @ Arena di Verona, 11 luglio 2022
Il 15/07/2022, di Redazione.
La motivazione. È la motivazione, magari più ferrea e determinata possibile, l’elemento che cambia le cose, che spariglia le carte in tavola, meglio se associata a quell’incazzatura sana e spigliata che i napoletani amano chiamare “cazzimma”, i Kiss sono stati questo nel loro concerto all’Arena di Verona, in teoria la loro ultima data italiana che, paradosso dei paradossi, ha rischiato di saltare per colpa delle “solite” pastoie all’italiana, perché quando c’è di mezzo la nostra burocrazia è facile poi sconfinare nel grottesco. Fatto sta che lo show veneto estratto dall’’End Of The Road World Tour’ ci ha restituito una band pimpante e coinvolta come non vedevamo da tempo, perfino Paul Stanley, da anni croce e delizia degli spettacoli live marchiati Kiss, ha recuperato sia la voce che lo smalto, al cui fianco si è schierato il suo linguacciuto compagno di sempre, il suo perfetto alter-ego, un Gene Simmons apparso veemente nei proclami, ma soprattutto nell’impatto, per un concerto che si è subito presentato intenso e bollente, e non solo per l’atteso spettacolo pirotecnico “pietra dello scandalo” dell’evento, che ha alzato i toni tra le parti causando tensioni inutili.
Gruppo di apertura, i The Last Internationale, anch’essi di New York e recentemente applauditi di spalla ai Deep Purple, altra storica band che ha goduto appunto dei servigi offerti da questa insolita formazione, vale a dire una coppia estrosa e fremente come il chitarrista Edgey Pires e la scatenata frontgirl Delila Paz, duo che in passato ha sfornato un superlativo debut-album su Epic Records intitolato ‘We Will Reign’, prodotto da Brendan O’Brien, e che ha recentemente optato per una sorta di autogestione artistica che gli ha permesso di preservare integrità individuale e qualità musicale, come ha dimostrato l’opener ‘Hard Times’, ma specialmente ‘Soul On Fire’, meraviglioso brano centrale dal quale è fuoriuscito tutto l’imprinting Seventies nella loro miscellanea sonora che tanto deve all’indie-rock quanto al rhythm’n’blues più elettrico. Gran voce quella di Delila, spiccate doti da performer, la quale non si è risparmiata neppure al basso, imbracciato quando è stato il momento di arroventare l’aria con ‘Wanted Man’, forse il brano più noto estratto dal loro album d’esordio. Una prova d’autore, quella dei The Last Internationale, band che ha finito per conquistare l’intera Arena, e la cosa non era affatto scontata, anzi. I gruppi spalla hanno spesso vita grama, e il loro destino è votato alla dura gavetta, a meno che non si abbia il sacro fuoco dentro…
Qualche giro di lancetta dopo le 23 e l’intro ‘Rock And Roll’ ha di fatto introdotto questi giganti del rock mondiale chiamati Kiss, alla soglia dei loro cinquant’anni di carriera, autentico fenomeno cultural-musicale che ha influenzato generazioni su generazioni, e non soltanto in America. L’Arena, dopo due anni di attesa e al gran completo con un sold-out che la dice lunga sull’amore italiano per i Kiss, ha letteralmente tuonato sotto i colpi iniziali del leggendario quartetto, spronato, come dicevamo sopra, da un Paul Stanley splendidamente tirato a lucido e che si è divertito e ha divertito i suoi estasiati fan, tra gag, battute, duetti con Simmons e Thayer, il tutto sotto un’autentica tempesta di botti e fiamme, in un corollario pirotecnico che ha mandato in visibilio la platea, si sa che i Kiss sono anche questo, e negarlo non conviene a nessuno. Quasi due ore di performance praticamente senza respiro, beneficiando di una scaletta che più classica non si può – ma se mi devo lanciare in una personalissima classifica, il “poker” finale ‘God Of Thunder’, ‘Love Gun’, ‘I Was Made For Lovin’ You’, ‘Black Diamond’ ha meritato il podio assoluto, e tiriamoci pure dentro la struggente ‘Beth’, forse mai così intensa interpretata da Eric Singer e primo “encore” della serata. Non vorremmo peccare forse di lesa maestà, ma credo che in pochi si sarebbero ancora aspettati uno show di tale intensità e di una solennità direi unica da parte di una band che, ahinoi, ha di fatto annunciato la propria pensione, anche se bisogna ammettere che durante il blitz europeo molte son state le città conquistate, assoggettate al volere dei Kiss, Barcellona su tutte. E se i mitici quattro della Grande Mela, si presentano tanto arzilli e tosti, quando poi si avvicina la fatale ricorrenza del cinquantenario, stai a vedere che la sorpresa ce la fanno bella grossa…
Alex Ventriglia
Foto di Roberto Villani