The Ocean + pg.lost + Psychonaut @ Alchemica – Bologna, 6 giugno 2022
Il 11/06/2022, di Maria Teresa Balzano.
Aspettavo di vedere i The Ocean in sede live dal primo ascolto di ‘Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic’, quasi due anni in cui è successo tutto e niente, e lo sappiamo bene. Contro ogni previsione tutto è andato liscio: nonostante qualche dubbio dovuto alle condizioni fisiche del cantante (mi riferisco alla rovinosa caduta post stage diving in cui Rossetti si è spezzato entrambe le gambe durante il tour invernale negli USA) non c’è stato nessun rinvio, nessun cambio di line up, nessun contagio, nessuna sfiga improvvisa. Quasi non credevo ai miei occhi quando, appena arrivata all’Alchemica, l’ho visto sorseggiare sorridendo uno spritz, con tutore e stampelle ai tavolini esterni del locale, mentre una leggera brezza accompagna il tramonto e gli Psychonaut iniziano il loro set. Quella di Bologna é stata l’ultima data del ‘Phanerozoic Tour Chapter V’.
In orario sulla tabella di marcia, il giovane trio belga, fautore di un gradevole post metal intriso di sludge, ci propone un set di circa 40 minuti focalizzato prevalentemente sul disco ‘Unfold the God Man’, gli Psychonaut si rivelano ottimi musicisti e degni opener di quella che tutti ci aspettiamo possa essere una serata indimenticabile. Da approfondire.
Dopo una brevissima pausa partono gli svedesi pg.lost, anche loro, come gli Psychonaut, sotto l’etichetta di Staps, la Pelagic Records. L’atmosfera sembra placarsi, farsi piú introspettiva e minimal, ma è solo una prima impressione, presto i quattro musicisti ci immergono in un sound liquido, psichedelico, un post rock strumentale bipolare, misterioso e devastante, condito da una buona dose di elettronica e shoegaze. Gran bella resa live, sono inutili commenti superflui.
Cosí come sarebbe inutile commentare la performance dei The Ocean, basterebbero tre parole: energia, perfezione, passione.
Si parte con la chirurgica chitarra di Staps da cui, nel buio, fluttuano le prime dense note di ‘Triassic’ che si trasformano presto in un vorticoso muro di suono da cui siamo pronti a lasciarci investire. Si prosegue con ‘Silurian’ e le due ‘Bathyapelagic’ per poi tornare a ‘Phanerozoic II’, su cui verte tutto il set, non senza passare per l’ormai classica ‘Permian: The Great Dying’. Su ‘Palaeocene’ sale sul palco Stefan De Graef degli Psychonaut che impugna il microfono duettando con Rossetti, fino a lanciarsi in un simpatico stage diving finito con le reni sulle spie. A questo punto inizia quasi a mancare l’ossigeno, l’aria nel locale si è fatta molto pesante ma, a rischio di svenire, devo aspettare il devasto finale di ‘Jurassic | Cretaceous’, perla di indiscutibile bellezza, a cui segue lo stage diving di Staps e la chiusura con ‘Firmament’. Siamo fradici, stanchi ma terribilmente soddisfatti dello spettacolo a cui abbiamo assistito e non possiamo far altro che segnare in agenda il prossimo appuntamento con la band tedesca appena ce ne sará l’occasione.
‘Phanerozoic II’ dal vivo è proprio come l’avevo immaginato: immersivo, tecnico, violento, introspettivo, un intenso furore primordiale fatto musica che impatta sui timpani e travolge fino a lasciare stremati, cullati da languide suite strumentali per riprendere fiato. Inutile sottolineare che nemmeno tutore e stampelle hanno limitato la furia di Rossetti che ci ha regalato una performance stratosferica.
foto di Maria Teresa e Francesca Balzano
Setlist The Ocean
Triassic
Silurian: Age of Sea Scorpions
Bathyalpelagic I: Impasses
Bathyalpelagic II: The Wish in Dreams
Miocene | Pliocene
Oligocene
Permian: The Great Dying
Pleistocene
Holocene
Palaeocene
Jurassic | Cretaceous
Firmament