Epica + Jinjer + more @Road To Luppolo – Cremona, 28-29 agosto 2021

Il 06/09/2021, di .

Epica + Jinjer + more @Road To Luppolo  – Cremona, 28-29 agosto 2021

Questa è proprio l’atmosfera che ci è tanto mancata, quel profumo misto birra/panino con salamella, musica metal in sottofondo e, certamente, le voci di gente carica e spensierata. L’organizzazione del festival Road to Luppolo ha riportato la vecchia e cara aria di festival!
Come tutti ben sanno, non è un periodo semplice per portare a compimento un evento di questo calibro, anzi. Fino a un anno e mezzo fa era assolutamente normale e scontato poter partecipare a decine di festival e concerti, mentre ora tutti noi amanti della musica live ci rendiamo forse conto del grande valore di questi momenti. Ricordiamo che la crew si è trovata costretta a rimandare all’anno 2022 l’edizione ufficiale di Luppolo in Rock, che si sarebbe dovuta tenere a luglio 2021, ma c’è chi si lascia abbattere e chi si rialza più forte di prima e decide, nonostante tutto, di perseguire il proprio obiettivo.
“Mi piange il cuore vedervi seduti” sono le parole che Massimo, proprietario di Luppolo in Rock, rivolge al pubblico prima della band headliner, ma non son di certo il pubblico seduto e la capienza ristretta a fermare una passione come quella di questi ragazzi.
Così han pensato bene di dare forma a una line-up di sei band coerente e di grande richiamo, costituita da (in ordine di scaletta) Moonlight Haze, Elvenking e Epica per il primo giorno e Genus Ordinis Dei (che sostituiscono in via eccezionale i Fleshgod Apocalypse, a seguito di un incidente del frontman Francesco Paoli pochi giorni prima del festival), Nervosa e Jinjer per il secondo.
Così sabato pomeriggio, ore 17.30, orario di apertura dei cancelli, al Parco delle Colonie Padane di Cremona, gente da ogni parte d’Italia e dall’estero (abbiamo conosciuto ragazzi dalla Sicilia e da Nord della Svizzera) è già pronta per accaparrarsi la prima fila.

Moonlight Haze
L’onore di aprire le danze a suon di un tradizionale Symphonic Power Metal tocca ai Moonlight Haze, band nata del 2018 dalla mente della cantante Chiara Tricarico e del batterista Giulio Capone, già conosciuti dagli amanti del genere per il loro ormai ex-capitolo Temperance.
Fin dai primi pezzi lasciano capire la propria intenzione, cioè, oltre a spianare la strada agli attesi headliner, quella di far divertire a suon di cori epici e ritmiche veloci e serrate, il proprio pubblico e quello degli Epica, sicuramente felice di conoscere una nuova formazione Symphonic Power italiana, specialmente durante l’intervento da parte di Mark Jansen (Epica) e della moglie Laura Macrì (Mayan) sul brano ‘Time’.

Setlist:
01. Intro
02. To The Moon And Back
03. Odi Et Amo
04. Till The End
05. The Butterfly Effect
06. Ad Astra
07. Time
08. Enigma
09. The Rabbit Of The Moon

Elvenking
In seconda posizione, si presentano i nostri cari veterani Elvenking, cavalcatori di grandi palchi da ormai più di vent’anni e che non si fanno problemi a mettere in seria difficoltà il pubblico, che vorrebbe saltare in piedi sulle sedie e ballare a suon di Folk e Power metal.
La formazione è, come da sempre, capitanata da un inossidabile Davide “Damna” Moras alla voce, accompagnato alle chitarre dal co-fondatore Federico “Aydan” Baston e dal nuovo Headmatt, al violino da Fabio “Lethien” Polo, al basso da Alessandro “Jakob” Jacobi (già presente sul palco dei Moonlight Haze, sempre in veste di bassista) e alla batteria da Simone “Symoth” Morettin.

Setlist:
01. Perthro
02. Trows Kind
03. Draugen’s Maelstrom
04. The Wanderer
05. Pagan Revolution
06. To Oak Woods Bestowed
07. Pagan Purity
08. White Willow
09. Sic Semper Tyrannis
10. The One We Shall Follow
11. The Divided Heart
12. Elvenlegions

Epica
La trepidante attesa ha fine alle 22.15 con una puntualità quasi mai vista in Italia (si scherza… ma non troppo), quando gli strumentisti degli Epica salgono sul palco con sorrisi a 32 denti e saltando come cavallette sulle note della nuovissima ‘Abyss Of Time’. Non più di trenta secondi dopo fa la sua comparsa l’attesissima Simone Simons che lascia esplodere il pubblico in un boato da vero festival, come non si sentiva da tempo nel nostro paese. I ragazzi olandesi ci offrono così una scaletta incentrata su ‘Omega’, LP fresco di qualche mese, senza trattenersi dal ballare sui riff più heavy e dal lasciar trasparire il loro amore per il pubblico cantando ogni coro all’unisono.
La formazione strumentale vede alla sezione ritmica Ariën van Weesenbeek (presente dal 2007) e Rob Van Der Loo (presente dal 2012), rispettivamente batterista e bassista, alle chitarre Isaac Delahaye (presente dal 2009) e Mark Jansen co-fondatore e cantante growl e per concludere l’inarrestabile “ballerino” che abbiamo visto correre da un lato all’altro del palco e in mezzo al pubblico con il suo Keytar, Coen Jansen, anch’egli co-fondatore della band.
Gli Epica si dimostrano ancora una band degna di portare la bandiera del metal sinfonico con un grande spettacolo, scenografico e coinvolgente.

Setlist:
01. Abyss of Time – Countdown To Singularity
02. Freedom – The Wolves Within
03. Sensorium
04. Victims Of Contingency
05. Storm The Sorrow
06. Unchain Utopia
07. Kingdom Of Heaven Part 3 – The Antediluvian Universe
08. The Skeleton Key
09. Omega – Sovereign Of The Sun Spheres
Encore:
10. The Obsessive Devotion
11. Beyond The Matrix
12. Design Your Universe

Genus Ordinis Dei
La seconda giornata non poteva partire meglio, la band cremasca, che convocata all’ultimo in sostituzione dei perugini Fleshgod Apocalypse, si riconferma degna di un palco di queste dimensioni e una vera promessa per il panorama metal mondiale delle nuove generazioni. La band è composta di quattro elementi, guidata da Nick Key, voce growl e chitarra, Tommy Monticelli alla chitarra, Steven Olda al basso e Nicola Pedrali alla batteria, da poco entrato a far parte della formazione in sostituzione del co-fondatore Richard Meiz (Lacuna Coil).
La scaletta percorre quasi nella sua interezza il nuovo concept album ‘Glare Of Deliverance’, le cui canzoni, lasciando spazio a riff death metal in chiave moderna, accompagnati da composizioni sinfoniche e una voce coinvolgente e potente, che ricorda per certi versi il caro vecchio Randy Blythe (Lamb Of God), denotano una capacità tecnica e compositiva come poche se ne vedono al giorno d’oggi nello “stivale” e il pubblico non stenta a dare la propria approvazione.

Setlist:
01. Ritual
02. Hunt
03. Edict
04. Examination
05. Torture
06. Judgement
07. Abjuration
08. Fire

Nervosa
Il secondo giorno continua sulla linea death metal, ma ora si declina totalmente sul lato più trash e old school dello stesso, ed a comprenderlo meglio ci aiuta la formazione completamente al femminile delle Nervosa. La band proviene da un recente e drastico cambiamento di formazione, che vede la dipartita della cantante e bassista Fernanda Lira (Crypta) e della batterista Luana Dametto (Crypta), lasciando alla chitarrista Prika Amaral le redini del progetto. Quest’ultima non lasciandosi troppo scoraggiare dal cambiamento completa nuovamente la squadra reclutando Diva Satanica alla voce, l’italiana Mia Wallace (Abbath) al basso ed Eleni Nota alla batteria e con il cui aiuto pubblica un nuovo LP dal nome Perpetual Chaos.
Le ragazze cambiano decisamente l’atmosfera, è tempo di dimenticare le melodie sinfoniche, le luci rosse e blu rendono l’ambiente più scuro e tetro, si ritorna ad atmosfere pesanti tipiche del black death vecchia scuola. Il pubblico in questo momento fatica seriamente a stare seduto, alcune file di sedie cominciano a tirarsi spallate da seduti, altri cominciano a saltare sul posto.

Setlist:
01. Kings Of Domination
02. People Of The Abyss
03. Genocidal Command
04. Venomous
05. Death
06. Time to Fight
07. Kill the Silence
08. Perpetual Chaos
09. Blood Eagle
10. Into Moshpit
11. Guided by Evil
12. Drum Solo
Encore
13. Rebel Soul
14. Under Ruins

Jinjer
Il momento è arrivato. Il pubblico non sta più nella pelle, guardando la platea si faticano a vedere ancora posti liberi a sedere, partono i primi cori da stadio. I musicisti con assoluta nonchalance imbracciano gli strumenti e vanno ai propri posti per controllare che sia tutto ok e per completare il line check, nessuna entrata con effetto sorpresa per la band ucraina… non ce n’è bisogno!
Dopo un test sul primo di riff di ‘Judgement’, parte quella “musichetta” che ultimamente introduce le loro esibizioni, si tratta di ‘Progulka V Avtobuse’ del compositore russo Aleksandr Zacepin. Le luci si spengono, un faretto bianco illumina Roman (chitarrista), che introduce il concerto con quell’accordo dissonante inconfondibile di ‘On The Top’, che accompagnato da Eugene al basso e Vlad alla batteria crea un climax di ansia e adrenalina che letteralmente esplode all’entrata della star della serata, sapete già di chi stiamo parlando.
Nonostante l’atmosfera death già creata dalle band precedenti, il pubblico nuovo della loro esibizione non è pronto, diciamo che la “dolcezza” nell’entrata di Tatiana può essere paragonabile ad un passaggio di un carro armato in un campo di rose. Il boato del pubblico è inevitabile.
La scaletta alterna brani di Wallflower, album pubblicato giusto due giorni prima, ai già celebri singoli che contano decine di milioni di visualizzazioni su YouTube. La band non lascia respiro, le pause tra una canzone e l’altra sono brevissime e quasi tutte senza una singola parola da parte di Tati.
La loro è un’esibizione senza pietà, tecnicismi e sonorità di una pesantezza inaudita, paragonabili tranquillamente ad un live dei Meshuggah, si alternano a riff melodici e in alcuni momenti anche reggae, e la Shmayluk non è da meno, senza sprecare fiato tra un pezzo e l’altro, si dimostra capace di saltare dal cantato growl al melodico, dallo scream agli acuti con una facilità disarmante.
Sì, è vero, la voce gira già da tanto ma questa volta ci sentiamo di dire che è innegabile, abbiamo davanti in questo momento una delle migliori cantanti della storia del metal.

Setlist:
01. On The Top
02. Pit of Consciousness
03. I Speak Astronomy
04. Disclosure!
05. Judgement (& Punishment!)
06. Ape
07. Retrospection
08. Perennial
09. Wallflower
10. Teacher, Teacher!
11. As I Boil Ice
12. Home Back
13. The Prophecy
14. Vortex

Il festival non poteva davvero concludersi in modo migliore, stupore e sorrisi sui volti dei metaller, qualcosa che mancava da troppo.
Sono stati due giorni brevi ma intensi, senza intoppi e sorprese, che dire… Chapeau all’organizzazione che ha regalato un’esperienza sopra le aspettative e saluta tutti con un arrivederci al 2022, confermando già la presenza di altri big, quali Testament, Leprous, Katatonia, Ensiferum, Turisas e tanti altri.

Testo di Danilo Arisi
Foto di Alice Lane Photography

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