Solaris @Bronson – Ravenna, 22 giugno 2020
Il 23/06/2020, di Alex Ventriglia.
Avremmo mai pensato di poter stare più di due mesi senza un concerto? Probabilmente no. Eppure, è successo. Pian piano, però, la vita pare tornare alla normalità. Ma sarà vera normalità? Siamo quindi andati in cerca di prove, all’eroico release party dei Solaris tenutosi al Bronson di Ravenna ieri sera, 22 giugno 2020.
Un’esperienza surreale. Ma al tempo stesso confortante. Perché la musica è inarrestabile, anche in frangenti come questi, dove il dramma è ormai quotidianità, per come siamo stremati da questo virus che pare non volerci abbandonare più, che ci sta limitando nelle pulsioni e nelle passioni. Sì, la musica è inarrestabile, ed è stata lei la vincitrice in una serata in cui nulla era la normalità, nel corso di un concerto strettamente a numero chiuso (cinquanta i posti disponibili, prenotabili solo su piattaforma digitale), obbligatori sia il distanziamento (con i posti contrassegnati dagli adesivi sul pavimento) che la mascherina, da indossare soltanto in caso di spostamento. E senza la possibilità di poter usufruire di un servizio bar, all’interno della struttura, tanto per danneggiare ancora di più chiunque abbia voglia di staccare la spina, godendosi un momento di relax come è la partecipazione a uno spettacolo dal vivo. Ripeto, nulla era la normalità, la nostra normalità, in quest’iniziativa organizzata dal Bronson di Ravenna, storico rock club della Romagna e tra i più attivi e intraprendenti locali dello Stivale tricolore, dentro il quale è stato eccezionalmente stravolto il concetto stesso della “comunione” tra la band e i suoi fans, del contatto quasi “fisico”, ma che è riuscito comunque a focalizzarsi sul lato emotivo, sull’aspetto sensoriale che la musica porta in sé, con grande partecipazione di tutti i presenti che, di musica, vera, suonata, non posticcia, o trasmessa attraverso uno schermo, ne avevano bisogno come il pane. Al Bronson non smetteremo mai di essere grati, per averci ridato il gusto di essere nuovamente sotto a un palco, abbagliati dalle luci, e con le casse che pompano adrenalina pura, ovverossia tutte quelle sensazioni che noi appassionati amiamo provare, sulla nostra pelle, e di cui siamo stati privati da oramai quasi cinque mesi… A sputare fuori tutte le inquietudini e i timori dei giorni odierni, una band come i Solaris, quartetto romagnolo che suona tenendo bene in mente le dissonanti lezioni di Helmet e Jesus Lizard, ma attualizzate con quel piglio e quell’inventiva di cui solo gli italiani sono capaci. Noise rock autorevole, di qualità, ottimamente filtrato attraverso bravura compositiva e arrangiamenti melodici sapientemente dosati, con un che di cantautorale che pare quasi innato, quando è il momento di affrontare il mondo di petto, cantando in italiano. Che giusto nella serata del Bronson hanno presentato il loro nuovo sorprendente album, lugubre e tristemente attuale anche nel titolo, ‘Un Paese Di Musichette Mentre Fuori C’è La Morte’, e dall’humus minaccioso e scattante, con sei canzoni della portata di ‘Podio’, della slabbrata ‘Ezikmndrek’, della lunatica ‘Oro’, oppure la disperazione di ‘Voce’ e il flusso emozionale di ‘Marnero’, inframezzate dal break strumentale marchiato ‘Maledetti’. Roba giusta per solleticare il climax emotivo della serata, una “prima” assoluta per quanto riguarda i concerti dal vivo in locali al chiuso. Una notte di straordinaria follia…