Bad Bones @ Birrovia – Cuneo, 6 marzo 2020
Il 03/04/2020, di Alberto Gandolfo.
Era il 6 marzo, le nostre vie stavano per cambiare, ma non ne eravamo ancora consapevoli di quanto sarebbero cambiate, il Coronavirus era una paura che stava arrivando, ma ci sembrava ancora lontana.
Erano da poco state messe in vigore le prime norme, norme che ci erano sembrate pesanti, ma che ancora erano nulla rispetto a cosa stiamo vivendo in queste lunghe giornate rinchiusi in casa, quello che segue è un racconto a caldo scritto la sera del concerto stesso.
Mentre tutta Italia è paralizzata dalla psicosi/emergenza Coronavirus, a Cuneo in quella che probabilmente è una delle provincie più silenziose e morte del nostro Paese è andato in scena uno dei pochi concerti rock che vedremo da qua a fine aprile (almeno)
Già, perché non bastano ordinanze e virus per fermare i tre fratelli Bone e la Birrovia.
Nel locale cuneese (nato dentro una vecchia stazione ferroviaria) con capienza ridotta per garantire la distanza di sicurezza minima di un metro è andata (finalmente) in scena la prima data cuneese dei Bad Bones con la reunion della formazione originale.
Il concerto si apre sulle note della soundtrack di ‘Lo Chiamavano Trinità’, Lele, Steve e Meku salgono sul palco e si vede subito la forma straordinaria del trio, che attacca il concerto con ‘Spaghetti Western’ seguita senza sosta da ‘Bar Fight’.
Nonostante l’atmosfera insolita portata dal brutto momento di psicosi che stiamo vivendo in queste settimane e quindi senza il consueto sudore e pogo che da sempre contraddistingue i concerti dei Bones, l’impatto è notevole. L’attitudine “marcia” del “suonare alla vecchia maniera’”(come sottolineato più volte dal bassista Steve) investe i presenti con un muro di suono devastante. Il vero mattatore della serata è il rientrante Meku Borra, che tra un brano e l’altro ricorda i chilometri viaggiati in giro per gli USA e per l’Europa, di messicani pazzi, di ricerche di città fantasma nel bel mezzo del deserto degli States e tante altri racconti di pura attitudine rock.
Non mancano i grandi classi del trio cuneese come ‘One Shot’, ‘Crazy Little Star’, ‘Time To Rock’, ‘Desperado’ e nemmeno le cover ‘La Grange’ e ‘Anarchy In The U.K.’
Poco prima del gran finale Steve annuncia che ‘Smalltown Brawlers’ (disco d’esordio della band uscito nel 2008) è stato appena mandato in stampa in vinile, successivamente il suo basso ruggisce le note introduttive di ‘Poser’, seguita come da tradizione da ‘Bad Bones Boogie’ con tanto di comparsa del “Bone Shacker” come ai bei vecchi tempi. Il brano finale è nuovamente una cover, ‘Ace Of Spades’, che finalmente scatena qualche accenno di headbanging e pogo, il potere di Lemmy (che sicuramente da lassù avrà apprezzato) e dei Bones combinati assieme riescono anche a vincere per un momento la paura non facendoci pensare alla situazione con la quale conviviamo da ormai quindici giorni.
Tornando a casa, penso a quella volta che vidi i Bad Bones per la prima volta quando tornarono trionfanti dal loro primo tour americano. Ripenso a quella data in quel di Merula, quando venne presentato Max come nuovo cantante della band. Penso al tour di ‘Snakes and Bones’, con tanto di mia trasferta assieme alla band con una data surreale in Liguria dove Lele fece letteralmente volare via una batteria intera a fine concerto. Ripenso alla data per il decimo anniversario della band al Nuvolari con il ritorno momentaneo del trio e l’ospitata del leggendario Roberto Tiranti. Ripenso alle volte che ebbi l’onore di stare in studio con loro per scattare foto promozionali con le nuove line up, ma sopratutto penso al concerto che ho appena visto. Un ritorno alle origini, un ritorno a quel “suonare alla vecchia maniera”, quell’attitudine “marcia” e punk che tanto sa farci stare bene e tornare casa con un sorrisone a 32 denti nonostante tutto.
Lunga vita ai Bad Bones, lunga vita a locali come la Birrovia, lunga vita al Rock N’Roll suonato alla vecchia maniera.
Ecco un recap video della serata: