Sabaton + Apocalyptica + Amaranthe @Alcatraz – Milano, 25 gennaio 2020
Il 01/02/2020, di Dan.
Serata dalle tinte power – nella più ampia concezione del termine – quella svoltasi martedì 28 gennaio in quel dell’Alcatraz di Milano, protagonisti gli svedesi Sabaton che, nelle date europee di ‘The Great Tour 2020’, sono accompagnati dai finlandesi Apocalyptica e dai connazionali Amaranthe.
Martedì e orari non proprio comodissimi, fanno sì che riusciamo ad arrivare all’Alcatraz solo poco prima delle 20 e in concomitanza, quindi, dell’inizio del concerto degli Apocalyptica. Constatiamo fin da subito una buona affluenza di pubblico composto in gran parte da under trenta, a conferma di come il target degli headliner di stasera abbracci in particolar modo le giovani generazioni, anche se, a ragion del vero, non mancano anche alcuni metallari un po’ più attempati e che notiamo gravitare essenzialmente in zona bar. Zona che del resto frequenteremo anche noi per tutto il concerto.
Nemmeno il tempo di ambientarci che gli Apocalyptica solcano il palco e danno il via alla loro performance. I finlandesi son oramai ben noti e i loro violoncelli sono diventati un po’ il simbolo di quel legame che esiste tra appassionati di musica classica e metal. Alquanto collaudati, i finlandesi danno corso ad un concerto piuttosto diretto ed efficace per il genere proposto e che vede prevalere all’inizio l’esecuzione di alcuni estratti dalla loro discografia e successivamente dare spazio a varie cover.
Grazie anche al coinvolgimento sul palco di Elize Ryd (singer degli Amaranthe) chiamata per l’esecuzione di ‘Seemann’ dei Rammstein, il pubblico si ravviva e sull’esecuzione delle ben più note ‘Nothing Else Matters’ e ‘Seek & Destroy’ dei Metallica si accende ulteriormente. Nel frattempo, trova spazio anche un intermezzo ‘classico’ con l’esecuzione di ‘Hall of the Mountain King’ del compositore norvegese Edvard Hagerup Grieg per un concerto forse non memorabile, ma efficace per ‘scaldare’ il gremito Alcatraz in attesa degli headliner.
Breve pausa necessaria ad allestire le considerevoli scenografie previste per lo show dei Sabaton e alle ore 22.15, in leggero anticipo sul programma, cala il sipario e i Sabaton danno il via al proprio show. Come già abbiamo avuto modo di constatare in alcuni festival europei questa estate (vedi Hellfest), le scenografie di ‘The Great Tour 2020’ sono caratterizzate in particolar modo da un imponente carro armato che ingloba la batteria e da delle trincee con relativo filo spinato a circondare tutto il resto dello stage; a completare il tutto, inoltre, un considerevole video wall per le immancabili colorate proiezioni. Su Joakim Brodén e soci si è detto e scritto parecchio e per molti – compreso il sottoscritto – considerata la proposta musicale nel suo complesso, l’ascesa e il grande successo riscontrato dalla band svedese negli ultimi anni è per certi versi ancora un mistero da chiarire. Indubbiamente, la band con i suoi vent’anni di carriera alle spalle è riuscita a trovare un equilibrio commercialmente vincente tra potenza e melodia e, grazie anche a delle liriche che abbracciano tematiche eroiche e belliche, è riuscita a confezionare una propria e riconoscibile idea di power metal di facile assimilazione e in grado di fare breccia nei cuori delle giovani generazioni di metalhead.
Tutte le composizioni dei Sabaton ruotano tendenzialmente sul cantato di Joakim Brodén, nonché sugli orecchiabili cori usatissimi nei refrain centrali e particolarmente valorizzati da un ottimo settaggio di suoni e da un’acustica pressoché perfetta questa sera all’Alcatraz. Obbiettivamente, i Sabaton dal vivo sono una macchina iper-collaudata e sanno esattamente cosa fare e come far divertire il proprio pubblico. Complice una proposta musicale semplice, orecchiabile ed immediata, il concerto scorre via in maniera morbida e lineare e vede costantemente l’interazione con il pubblico di Joakim, ma anche dei due chitarristi Pär Sundström e Chris Rörland, tutti sempre sorridenti e divertiti, e non mancano espliciti elogi al pubblico italiano, a detta del singer svedese uno dei migliori in Europa, frasi che denotano certamente un po’ di mestiere, ma altrettanto sincero affetto.
Dopo una prima fase incentrata sull’ultimo disco – di cui eseguiranno complessivamente ben sei pezzi – giunge il momento di un simpatico intermezzo che rivede gli Apocalyptica protagonisti sul palco per dar corso all’esecuzione di alcuni brani insieme ai Sabaton. Sicuramente di impatto e ben riuscita, l’operazione cattura il pubblico, il quale risponde, anche in questo frangente, sempre in maniera calorosa ad ogni incitazione: ‘Dominium Maris Baltici’, The Lion From the North’, ‘Carolus Rex’ scorrono via velocemente, impreziosite dagli arrangiamenti dei violoncellisti, e in men che non si dica si arriva già al momento dei saluti di rito e dei bis. Le attese ‘Primo Victoria’, ‘Swedish Pagans’ e ‘To Hell and Back’ puntualmente eseguite al rientro sul palco e con relativo scoppio di festaioli coriandoli, sanciscono la fine del concerto di questa sera che, visto anche i pareri del pubblico raccolti a caldo, ha pressochè convinto a pieno, lasciando più che soddisfatti i fans accorsi questa sera.
Sabaton Setlist:
Ghost Division
Great War
The Attack of the Dead Men
Seven Pillars of Wisdom
Diary Of An Unknown Soldier
The Lost Battalion
The Red Baron
The Last Stand
82nd All the Way
Night Witches
Angels Calling (con Apocalyptica)
Fields of Verdun (con Apocalyptica)
The Price of a Mile (con Apocalyptica)
Dominium Maris Baltici (con Apocalyptica)
The Lion From the North (con Apocalyptica)
Carolus Rex (con Apocalyptica)
Encore:
WWII Intro
Primo Victoria
Bismarck
Swedish Pagans
To Hell and Back
FOTO DI ALICE PANDINI