Bad Bones + Stay + Silent Scream @ Alchemica – Bologna, 18 gennaio 2020
Il 22/01/2020, di Fabio Magliano.
Non sarà un nome da far tremare i muri delle case con il suo blasone, ma quello dei Bad Bones, anzi, la “reunion” dei Bad Bones, è comunque una di quelle notizie in grado di fare drizzare le antenne. Perchè dietro al power trio cuneese tanto simpatico a questa testata, vi è una storia che va raccontata, quella dalla quale sono usciti album, dalla quale doveva uscire un libro ma, più nel profondo, una storia che ha cambiato radicalmente la vita di questi tre pazzi. Che 12 anni fa, una manciata di mesi dopo la formazione del gruppo, dopo aver strappato quasi per caso una data al Whisky a Go Go di Los Angeles grazie al debut album ‘Smalltown Brawlers’, decisero di lasciare l’Italia per cercare fortuna in America, trovando sì concerti, ma anche fame, paura, gang di pazzi messicani, personaggi surreali, situazioni alla Spinal Tap, rabbia, frustrazione e, fortunatamente, un lieto fine che ha da lì fruttato al gruppo composto dai fratelli Steve e Lele Bone e dal cantante Meku Borra altri tour Oltre Oceano, concerti in tutta Italia e una buona credibilità. Quindi nel 2011 la prima svolta con l’ingresso in formazione del cantante Max Malmerenda seguito all’abbandono di Meku Borra e all’ingresso di Sergio Aschieris. Con la rinnovata formazioni il neo quartetto da alla luce nel 2016 uno dei dischi hard rock tricolori più belli degli ultimi anni, ‘Demolition Derby’ seguito due anni dopo da ‘High Rollers’, ma qui qualcosa di inceppa, Max e Sergio abdicano e a sorpresa ritorna il cantante/chitarrista originario Meku Borra, con la quale la band intraprende un mini tour celebrativo dei 10 anni di ‘A Family Affair’. Il successo è incredibile, così come l’interesse attorno a questo ritrovato power trio, le date fioccano e l’Italia torna terra di conquista per i Bones. Che il 18 gennaio arrivano a mettere a ferro e fuoco l’Alchemica di Bologna portando sul palco non solo la loro vecchia produzione, ma anche quella rabbia, quel “marcio”, quell’attitudine che li ha fatti apprezzare anche al di fuori dei confini patrii.
Ad aprire le danze tocca agli Stay, band capitanata dall’istrionico cantante/chitarrista Niccolò “Stay” Bacci, che qui presenta il disco di debutto ‘A New Road’. Il quintetto propone un hard rock di stampo americano decisamente divertente, pregno di melodie azzeccate e di una buona dose di energia buona a scaldare un’Alchemica ancora in fase di “rodaggio”.
E’ con i successivi Silent Scream infatti che il locale inizia a popolarsi, assistendo però ad uno show di un gruppo che, davanti al pubblico amico, offre una prestazione decisamente sottotono. Causa, giusto dirlo, delle precarie condizioni del cantante Gabriele Madau che, a dispetto dell’influenza che lo ha colpito, non ha esitato a sputare l’anima sul palco, nell’intento di presentare al meglio l’EP di debutto ‘My Dark Side’. Un disco incentrato su un metal abbastanza canonico, nel quale spicca un buon lavoro di chitarre ma soprattutto l’ottima performance dietro le pelli di Claudia Depau, autentico motore di un gruppo con grandi potenzialità, rimandato solamente per ragioni di “salute”.
Quando viene il momento dei Bad Bones il locale è già discretamente imbottito. La band sale sul palco con la solita attitudine, scaletta scritta sul cartone delle birre e il motivo di ‘Lo chiamavano Trinità’ come introduzione. Da qui è un’esplosione di energia pura: Meku Borra si presenta in una forma strepitosa, padrone come non mai del palco, mentre Steve Bone, da sempre anima del gruppo, pare quasi voler lasciare la scena al figliol prodigo, con il drummer Lele Bone che, dietro le pelli si smazza il lavoro sporco. La band si diverte, martella con i vecchi pezzi, si ferma, scherza, e poi torna a sferrare calci sulle gengive con quell’irresistibile mix di hard rock, blues, punk e metal che da sempre ne ha segnato il cammino. ‘Spaghetti Western’ da il via alle danze, seguito dalle varie ‘Bar Fight’, ‘One Shot’, ‘Dead Boy’, ‘Crazy Little Star’… Non mancano le cover come ‘La Grange’ ma soprattutto lo strepitoso tributo a Bologna e a una delle sue band storiche, gli Skiantos, omaggiati con una riuscitissima versione di ‘Non Voglio Più’.
Quindi nuovamente in apnea con le immancabili ‘Poser’, ‘Desperado’, ‘Cast Away’, ‘Time To Rock’ e l’inno ‘Bad Bone Boogie’, proposta non prima di un’altra tornata di cover schiacciasassi come ‘Anarchy In The UK’ e ‘Ace Of Spades’. Alla fine il sudore è tanto, ma i sorrisi sono ancora di più, sul palco e davanti, tra chi ha potuto nuovamente salutare una band tornata in forma strepitosa e quantomai vogliosa di dispensare sane dosi di eccellente hard rock.