Alice Cooper + Black Stone Cherry @Pala Alpitour – Torino, 10 settembre 2019
Il 19/09/2019, di Alice Ferrero.
Dopo Kiss e Metallica, un’altra icona del metal fa capolino al Pala Alpitour di Torino; Alice Cooper decide di approdare “sotto la Mole” con l’unica data italiana del suo “Ol’ Black Eyes is Back Tour” e i brividi, nonostante un palazzetto lontano dal sold out, sono scorsi…a fiotti.
Brividi di paura, perchè con lo show di Mr. Fournier si entra sempre, puntualmente dentro ad un incubo; brividi perchè le canzoni proposte, una sana fetta di storia dell’hard rock li provocano sempre, e brividi perchè vedere questo arzillo 71enne salire sul palco dopo la capatina di rito al campo da golf cittadino, e sfoderare tanto carisma e altrettanta voce, è uno spettacolo nello spettacolo.
Arriviamo al Pala Alpitour che i Black Stone Cherry stanno già dannandosi l’anima per scaldare una platea ancora in via di completamento. L’orario ha senza dubbio penalizzato la band americana, ma i “nostri” non si fanno troppi problemi sviscerando il loro hard rock blues senza lesinare cuore e sudore. L’attitudine è tanta per una band che, negli anni, ha dimostrato di avere la dimensione ideale on stage, e brani come le varie “White Trash Millionaire”, “Blame It On The Boom Boom” e l’eccellente “Cheaper To Drink Alone” ben confermano la natura di animali da palcoscenico del gruppo del Kentucky, che con “Family Tree” porta a conclusione uno show davvero convincente.
E venne il momento di Alice Cooper. Ammetto che gli ultimi spettacoli complici location decisamente ridotte avevano penalizzato non poco l’aspetto scenografico dello show quindi la curiosità di vedere cosa ci avrebbe propinato questa sera era davvero tanta (licenza poetica, chi non aveva già lanciato un occhio ai vari video del tour presenti su Youtube? Maledetto spoiler….) Però non posso negare che una volta calato il sipario e svelato l’imponente maniero infestato che avrebbe fatto da cornice allo spettacolo, un filo di emozione l’ho provata ugualmente. Poi Lui, da grande maestro di cerimonie, cattura l’attenzione, muovendosi sinuoso tra scheletri, torce e strumenti di tortura, con un carisma magnetico che cattura l’attenzione ad ogni movenza. Si parte a suon di classici, con “Feed My Frankenstein” che da fuoco alle polveri seguito a ruota da “No More Mr. Nice Guy” e da quella gemma di rock radiofonico che è “Bed Of Nails”. Con “Raped And Freezin” si compie un sorprendente salto a ritroso nel tempo, per poi venire nuovamente proiettati…al futuro con “Fallen In Love”. Si parte quindi a capofitto in una sorta di greatest hits infernale, partendo da “Muscle Of Love”, passando per “I’m Eighteen”, “Billion Dollar Babies” e “Poison”. “Roses On White Lace” è una gemma pescata da “Raise Your Fist And Yell” e raramente proposta in sede live, così come la successiva “My Stars”. Spazio quindi, come da tradizione, all’incubo più oscuro dello zio Alice, quello che lo porterà imprigionato in una camicia di forza sulle note della straziante “Steven”, vessato da due orridi uomini bambino e quindi condotto sulla ghigliottina per il gran finale che come da tradizione verrà celebrato con “I Love The Dead”. “Escape” e “Teenage Frankenstein” conducono verso la conclusione che comprende anche “Under My Wheels” (con Alice Cooper che indossa la maglia della nazionale italiana), “School’s Out” che va a fondersi con la pinkfloydiana “Another Brick In The Wall”. Bene, bravi. Bis. E la band? Sensazionale, come sempre. Nita Strauss è uno spettacolo, tanto bella quando carismatica con il suo strumento, perfettamente in linea con i suoi compagni d’ascia Ryan Roxie e Tommy Henriksen, mentre Chuck Garric e Glen Sobel riescono a dare vita ad un muro sonoro dannatamente preciso. Perfetti co-protagonisti di questo musical infernale che rimarrà nei nostri occhi e nelle nostre orecchie a lungo.