Dark Sunset Summoning w/ In The Woods + Shores of Null + guest @Traffic – Roma, 19 luglio 2019
Il 11/08/2019, di Federica Sarra.
L’evento è di quelli che desta curiosità rendendolo uno degli appuntamenti estivi più interessanti. La serata regala esattamente ciò che più o meno tutti s’aspettavano, una devastazione sonica affidata a 4 band italiane e al gran finale con gli storici In The Woods….
Aprono la serata gli Agatunet che presentano un black metal molto atmosferico, la loro esibizione è talmente breve che l’assaggio di ciò che potrebbe essere, nel bene o nel male, è impercettibile.
Da rivedere in un contesto dove la band ha la possibilità di esprimersi a pieno.
Di stampo “opethiano”, arrivano sul palco i Veil of Conspiracy, realtà interessante per gli elementi se non di originalità almeno di varietà. Sono stata ben felice di vedere sul palco una brava chitarrista, Emanuela Marino.
L’inaspettata sorpresa arriva da i Seventh Genocide, terza band ad esibirsi sul palco del Traffic Live. La loro proposta è interessante, fresca, accattivante. È un sound che vaga tra territori black di stampo americano, post-rock, psichedelia, conditi da un’attitudine punk. Abbastanza originali e dotati di discreta tecnica, i quattro ragazzi di Roma dimostrano di possedere un buon gusto negli arrangiamenti. Sono senz’altro da tenere d’occhio.
Gli Shores Of Null non hanno nulla da dimostrare, nessuno da convincere ma un pubblico fedele a cui regalano esattamente ciò che cercano nella band romana: un’anima sonora corposa, un’esecuzione dei brani impeccabile e la coesione che ci si aspetta dai singoli elementi. Anche per questo live scelgono la soluzione a 3 chitarre, già proposta in passato. Abbiamo chiesto a Davide Straccione il perché di questa scelta: “È un’ottima soluzione per restare il più fedeli possibile al disco, è un valore aggiunto che rende al meglio il nostro sound“. L’aspetto sonico degli Shores Of Null è solo il mezzo con cui catapultarsi dentro una dimensione. Sulla perizia tecnica della band romana non credo ci sia bisogno di discutere ed essa non sarebbe comunque una conditio sine qua non per giudicare un live come buono o meno. Guardandoli, però, si ha dinnanzi agli occhi la dimostrazione di quanto sia bello il matrimonio tra la tecnica sopraffina e una sana creatività dilagante, esempi lampanti sono brani come ‘House Of Cries‘, ‘Black Drapes For Tomorrow‘, ‘Donau‘ per citarne alcuni. La sensazione, alla fine del concerto, è che lo show sia attualmente uno dei migliori in circolazione e sempre una garanzia.
L’attesa per il live set della serata è tutta per gli In The Woods…, dal passato tribolato, restano però una realtà importante nel panorama estremo. Si presentano con una formazione tutta nuova ad eccezione del batterista, Anders Kobro.
Nel corso del concerto si capisce quanto il nuovo “frontman” James Fogarty alias Mr. Fog sia la figura che dà senso al gruppo, ha dalla sua una simpatica sincerità.
La band conferma di voler giocarsi subito alcune delle migliori carte del repertorio tratti dagli album ‘Heart Of The Ages‘, ‘Omnio‘, ‘Cease The Day‘. Uno dopo l’altro, sfilano i maggiori successi interpretati con una voce potente e espressiva.
Mettono dunque in scena la vita, con le sue contraddizioni, i suoi opposti. E quando una band riesce a trovare un equilibrio dinamico tra questi opposti, ecco rivelarsi il miracolo dell’espressione e della sintesi artistica.
Musica per esseri inquieti, ricercanti un passato ormai perduto, ma pur sempre rievocabile. Plauso a tutti i componenti della band, ognuno dei quali apporta un contributo originale e mai scontato alla tessitura musicale.
Buona (e inaspettata) la risposta del pubblico.