The White Buffalo Italian Tour @Carroponte/Astimusica – Sesto S.G. (MI)/Asti, 16-17 luglio2019
Il 29/07/2019, di Stefano Giorgianni.
Magia pura. Basterebbero queste due parole per descrivere quest’ultimo tour di The White Buffalo nel nostro paese. Tuttavia, siccome in redazione siamo abbastanza logorroici, vogliamo spenderne qualcuna in più, anche se non ce ne sarebbe davvero bisogno.
Un ritorno, quello del progetto partorito dalla mente del geniale Jake Smith, che ha trovato in Italia una fanbase forse inaspettata ma assai convinta e nutrita. Ed è proprio questo folto gruppo di appassionati che permette a Jake & Co. di ritornare per il secondo anno consecutivo senza un nuovo disco da presentare. Una circostanza originale, sui generis, direte voi. Eppure, è questa stessa circostanza la riprova dello “strano caso di The White Buffalo in Italia”, per fare il verso al celebre libro di Stevenson. Ma andiamo per gradi.
Per questo nuovo giro, The White Buffalo sceglie di passare per Milano e Asti, più precisamente per il Carroponte di Sesto San Giovanni e per Astimusica, manifestazione variegata che si svolge da ben ventiquattro edizioni nella città piemontese. E noi di Metal Hammer abbiamo voluto coprire entrambe le date, per dare il giusto risalto a uno dei migliori artisti che il panorama musicale mondiale ci ha regalato negli ultimi anni.
Quando si arriva ai cancelli di un concerto di The White Buffalo, la cosa che balza all’occhio è prima di tutto una: le molte persone che indossano magliette di ‘Sons Of Anarchy’. Sì, perché il buon Jake deve la grande notorietà – almeno in territorio italico – a questo show televisivo, anche se definirlo così potrebbe persino sembrare riduttivo. La serie con protagonista Jax Teller e la banda di motociclisti che dà il nome allo show è stata non solo uno dei programmi televisivi più seguiti dell’ultimo decennio, ma ha creato una sorta di comunità di persone rimaste orfane dei loro beniamini da quell’ultimo episodio della settima stagione con fine shakespeariana conclusosi proprio sulle note del pezzo forse più famoso di The White Buffalo, ‘Come Join The Murder’. Allora, tra gilet di pelle con la toppa SAMCRO e t-shirt con scritto Sons Of Anarchy – Prospect, ci immergiamo in un’atmosfera davvero unica e irripetibile.
Al Carroponte la serata è fresca e letteralmente infestata dalle zanzare, al punto che nemmeno le ambulanze riescono a stare dietro alle persone che accorrono dai soccorritori in preda a irrefrenabili pruriti. A parte questo, tutto scorre via tranquillo.
Aprono le danze i Dr Feelgood And The Black Billies con il loro hillbilly rock, presentando canzoni di grandi artisti della musica americana più o meno note al pubblico milanese. I nomi sono altisonanti, basti citare Buddy Holly, Fats Domino e Elvis Presley. Una scelta azzeccata per riscaldare le centinaia di persone accorse per l’headliner della serata.
Quando intorno alle 22 fa il suo ingresso sul palco Jake Smith, l’ovazione è istantanea. Con addosso una camicia bianca che sembra uscire direttamente da un episodio del suo Garage, la mente di The White Buffalo si scatena sul palco, tanto che pare davvero impossessato dallo spirito di un bisonte bianco. Coadiuvato da Matt Lynott alla batteria e Tommy Andrews al basso – che durante il concerto si lanceranno entrambi in funambolici assoli sotto le urla estasiate degli spettatori – Jake passa con agilità ed esperienza da pezzi sostenuti, come l’opener ‘Hide And Seek’ (‘Darkest Darks, Lightest Lights’, 2017), a ballate come ‘I Got You’. Durante lo show non c’è un minimo di calo, né dalla parte dei musicisti, tantomeno da quella della platea che brama ogni singola nota dei brani presentati da The White Buffalo. Pare un’affermazione scontata, ma non è così. Spesso, davvero spesso, ai concerti si vede gente perdersi in cavolate invece che fondersi con la musica, cavolate che spesso stanno dentro ai telefonini. Con Jake non si può, sul serio. Andare a una data di The White Buffalo e lasciarsi scappare anche un solo accordo non è un peccato, bensì un vero e proprio delitto. Inutile, ovviamente, che vi stiamo a dire che il picco emozionale si tocca con ‘Come Join The Murder’ – cantata con passione dalla quasi totalità della folla – anche se la stessa ‘Oh Darlin’ What Have I Done’ non scherza affatto.
A conclusione dello show poco da fare, se non andarsene con il rimpianto che alcuni momenti dovrebbero durare per sempre.
“Some days you’re the Beamer, some days you’re the goddamn deer”.
FOTO DEL CARROPONTE DI STEFANO GIORGIANNI
FOTO DI ASTIMUSICA DI ALICE FERRERO IMAGE