God Is An Astronaut – Italian Tour @Conversano (BA) / Segrate (MI), 11 e 13 luglio 2019

Il 15/07/2019, di .

God Is An Astronaut – Italian Tour @Conversano (BA) / Segrate (MI), 11 e 13 luglio 2019

A un paio d’anni di distanza dalla prima discesa in Puglia, si sono ripresentati nel Tacco d’Italia i God Is An Astronaut, questa volta in compagnia dei tedeschi The Ocean. Nonostante la canicola estiva, nelle ore immediatamente precedenti all’evento pubblico e organizzatori qualche brivido l’hanno provato, sia in senso climatico che metaforico.
Da metà settimana la Puglia è stata colpita da precipitazioni –  culminate mercoledì in una pesante grandinata che ha prodotto danni notevoli (al sottoscritto un parabrezza) – che hanno costretto la Protezione Civile a emettere un provvedimento di allerta meteo. Rockcult, A Desert Odyssey ed Hellfire Booking sono stati costretti in poche ore a trovare una sede nuova, al coperto, per il concerto. La più suggestiva location Masseria Mavùgliola è stata sostituita con la più adeguata Casa delle Arti di Conversano. Tenendo conto del buon numero di presenti, non credo che il cambio repentino di location abbia in qualche modo condizionato la riuscita dell’evento.
Puntuali sulla tabella di marcia, alle 21:30, si sono presentati sul palco i The Ocean. Ammetto che loro erano il mio principale motivo di interesse della serata, poiché non li avevo mai visti all’opera dal vivo e perché, dopo alcuni colpi a vuoto in studio (non massacratemi, i gusti son gusti), con il nuovo ‘Phanerozoic I: Palaeozoic’ mi hanno convinto, cosa che non accadeva dai tempi di ‘Aeolian’. Avevo seri dubbi sulla tenuta live dei teutonici, riproporre su un palco un sound così complesso, pieno di sfumature e avvolgente non è facile. In questi casi ci sono due rischi, la band fallisce miseramente oppure ripropone in modo pedissequo, senza nessun valore aggiunto, quanto fatto in studio. Grazie a Dio, questo non è successo, i The Ocean hanno svolto la pratica nel migliore dei modi, amplificando in presa diretta quelli che sono i loro già notevoli mezzi in studio. Forse un po’ penalizzati dalle dimensioni del palco, ridotte per la presenza dalla batteria dei GIAA, i sei comunque hanno sudato e si sono dati da fare. Su tutti il chitarrista Robin Staps, l’ultimo ad abbandonare il palco dopo il bis. Perché c’è stato un bis, tanto che possiamo considerare lo show dei The Ocean quasi un’esibizione da co-headliner, in cui la band ha giocato con il proprio repertorio, smontandolo e rimontandolo in un susseguirsi di classici e brani recenti perfettamente incastrati tra loro: un magma inarrestabile iniziato con ‘The Cambrian Explosion’ e terminato con ‘Benthic: The Origin of Our Wishes’. Mi sento di poter affermare che in sede live questa band trova il proprio massimo livello massimo di espressività.
Chi avevo già tastato dal vivo, ma nonostante tutto mi ha stupito nuovamente, sono i God Is An Astronaut, autori un paio di anni fa a Molfetta di uno show magico ed evocativo. A Conversano, invece, gli irlandesi hanno mostrato il proprio volto più ruvido e muscolare. Nonostante questo, il gruppo non ha perso un’oncia della propria magia post rock, durante l’ascolto molti presenti guardavano affascinati gli artisti sul palco. Uno show essenziale che, grazie al solito sapiente gioco di luci, riesce a risultare ipnotico e trascendentale (chi non aveva gli occhi fissi sul palco, li aveva chiusi per assaporare meglio le note).
Setlist che ha bilanciato brani del recente ‘Epitaph’ (la title track, ‘Mortal Coil’ e ‘Medea’) con pezzi storici come ‘The End Of The Beginning’ e ‘All Is Violent, All Is Bright’. Come sempre il concerto dei GIAA è un fiume di note, solo sporadicamente interrotto dalla voce flebile di Torsten Kinsella, più a suo agio come musicista che come intrattenitore. Credo che tutto sommato aver fatto uno show al chiuso e in un ambiente meno dispersivo, rispetto a quello scelto inizialmente, abbia favorito la riuscita dello spettacolo, sopratutto in considerazione del feeling triste che avvolge la band sin dalla composizione del nuovo disco, ispirato e dedicato al cuginetto di sette anni dei Kinsella prematuramente scomparso.
Il commento finale sulla serata non può che essere positivo, le due band, pur avendo dei punti in comune, rappresentano due universi musicale diversi e complementari. Per chi se lo stesse domandando, l’allerta meteo s’è poi dimostrata un falso allarme, poco importa, la pioggia di note precipitata sui presenti è stata più che sufficiente per ritemprare gli animi accaldati dei presenti.

FOTO DELLA DATA DI CONVERSANO DI ELEONORA VALENZANO SU GENTILE CONCESSIONE DI A DESERT ODISSEY 

FOTO DELLA DATA DI MILANO DI EMANUELA GIURANO

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