Septicflesh + more @Alchemica Music Club (BO), 24 marzo 2019
Il 09/04/2019, di Maria Teresa Balzano.
Stasera l’Alchemica Music Club, ormai un’istituzione nell’ambiente rock e metal italiano di un certo livello, ospita la data bolognese della seconda tranche del tour europeo dei Septicflesh, accompagnati da ben tre band di supporto per dar vita a quello che sarà un vero e proprio death metal fest.
Aprono le danze gli svizzeri Xaon, nati da pochi anni dopo lo scioglimento degli Ever Sice, che ci offrono un melodeath dalle forti contaminazioni doom e symphonic, abbastanza coerenti con il sound complessivo, ma talvolta eccessive al punto da risultare forse un po’ scontate. Le atmosfere live sono abbastanza diverse dalla proposta studio data la mancanza di orchestrazioni e arrangiamenti riempitivi ma il forte carisma del frontman e il groove intenso che permea ogni brano rendono molto godibile un live a cui, purtroppo, assistono pochi spettatori, il duro destino di ogni opener. La band è affiatata, le melodie orecchiabili di facile assimilazione e un sound impeccabile gestito con professionalità regalano agli astanti una piacevole e coinvolgente esibizione.
Setlist:
Mobius
Carillon
Solipsis
Eros
Monolith
Zarathustra
A seguire, dopo un cambio palco velocissimo, i Diabolical, band di cui abbiamo parlato recentemente sulle pagine di Metal Hammer, entrano in scena come i quattro cavalieri dell’imminente apocalisse ecologica, con i volti coperti da ampi cappucci neri e minacciosi mantelli, proprio come nel video del singolo ‘We Are Diabolical’, che dire, l’impatto visivo è assicurato. Gli svedesi propongono una scaletta principalmente incentrata sul nuovo album studio ‘Eclipse’, uscito lo scorso mese per la Indie Recordings, di cui avevamo approfondito i dettagli sui contenuti con il chitarrista e seconda voce Carl Stjärnlöv. Buona ma non ottima la prestazione musicale del quartetto, palese la perdita di intensità sui momenti più rabbiosi delle versioni studio dei brani e il poco pathos imputabile a qualche problema con i volumi, un vero peccato considerato l’impegno investito e la ricchezza dei contenuti. La mancanza di coordinamento ha causato la perdita dei climax nei duetti, growl vs clean, un calo dell’intensità degli stacchi con le chitarre arpeggianti e i cori e gli archi (si, su base, ma necessari a macchiare l’atmosfera di teatralità e cupezza) appena percepibili hanno ridotto la qualità di un live su cui, personalmente, avevo aspettative più alte. Hanno raggiunto momenti epici ed oscuri pur mantenendo l’approccio melodico che contraddistingue la loro recente discografia ma con qualche rallentamento e non poche difficoltà tecniche dovute probabilmente ad una serata di fiacca.
Setlist:
Requiem
Failure
Betrayal
The Fire Within
Metamorphosis
Black Sun
We Are Diabolical
E se gli svedesi sono stati portatori di un messaggio riflessivo impregnato di melodia, i tre fratelli carioca, i Krisiun, pionieri di un death old school trituraossa, hanno resettato tutto scatenando il delirio. Niente di nuovo sotto al cielo ovviamente, ma Alex Camargo e soci, impulsivi, viscerali, compatti e aggressivi come da copione, hanno infiammato il pubblico, man mano più numeroso, dell’Alchemica. La prestazione dei tre musicisti è stata magistrale: secca, diretta, senza fronzoli, cruda e selvaggia come solo gli anni ’90 sapevano essere. Una band onesta che negli anni ha mantenuto la propria identità, freschi della pubblicazione dell’ultimo lavoro, ‘Scourge Of The Enthroned’, pubblicato a settembre scorso con la Century Media, l’impressione che dopo anni e anni di militanza nell’ambiente metal continuano a dare è quella di essere musicisti genuini, competenti, umili, mossi da vera passione, impressione confermata da una lunga chiacchierata informale con il batterista Max Colesne davanti al bancone del locale.
Setlist:
Ravager
Combustion Inferno
Blood Of Lions
Scourge Of The Enthroned
Hunter Of Souls
Ace Of Spades (Motorhead cover)
Bloodcraft
Demonic III
Ed eccoci al dunque, alla performance degli headliner tanto attesi di questo death metal fest, i Septicflesh, ritornati in Italia dopo poco più di un anno dall’ultimo live (li avevamo visti proprio sul palco felsineo dell’Alchemica lo scorso 10 gennaio 2018 con Odious, Hierophant e gli ex-compagni di label Inquisition, che però non suonarono a causa di un improvviso ricovero in ospedale del batterista). Già con l’intro orchestrale, lungo preludio della opener ‘Portrait Of Headless Man’ si avverte una maggiore cura dei volumi e la corposità delle orchestrazioni che accompagnano, per forza di cose, ogni concerto degli artisti ateniesi addensa l’aria. Quella di questa sera sarà una setlist breve ma dannatamente intensa, incentrata principalmente sull’ultimo album ‘Codex Omega’ e sul seminale ‘Communion’. Seth, magnetico oratore (e la mente vola a ‘Theriantropy’), fomenta con una disinvoltura invidiabile il pubblico, che, ad ogni parola, scalcia e strepita completamente rapito, in attesa della nota che farà scatenare un pogo delirante (già sul secondo brano ‘Pyramid God’), per dare il meglio qualche minuto dopo sulla colossale e cavernosa ‘Communion’. Il pubblico non è numerosissimo ma sembra stasera si sia radunato il fan club ufficiale (di cui potrei essere tranquillamente il presidente), vista l’intensità e il calore riservati alla band greca. I Septicflesh si confermano essere una garanzia in sede live: non perdono un colpo, puliti, precisi, marziali, nobili e pomposi danno sempre il massimo in ogni occasione. Il grande impatto emotivo e la carica di energia di cui l’aria è pregna sono quasi palpabili, perfino Seth è tornato a ringraziare a più riprese per l’accoglienza ricevuta, e scommetto che ogni fan, più o meno invasato, nel sentire la voce di Sotiris su ‘Anubis’ abbia incrociato le dita con la sincera speranza di vederlo almeno una volta dal vivo insieme ai fratelli Antoniou, a Krihm e Psychon, magari in una tanto attesa replica europea del concerto con orchestra dello scorso febbraio a Mexico City.
Setlist:
Portrait of a Headless Man
Pyramid God
Martyr
Prototype
Enemy Of Truth
Communion
The Vampire From Nazareth
Lovecraft’s Death
Persepolis
Anubis
Dark Art
Si ringrazia per il contributo fotografico Enrico Ghiraldini.