Metal Symposium: Taake + Dewfall + Kyterion + Eyelids @Demodé – Modugno (BA), 8 novembre 2018
Il 14/11/2018, di Giuseppe Cassatella.
In questi anni il Metal Symposium ha regalato grandi serate ai metallari del Sud, ma poche intense, belle, e perché no divertenti, come questa che ha visto i Taake per la seconda volta headliner a Bari.
E dire che la calata dei norvegesi era stata anticipata dalle solite polemiche che li accompagnano in giro per il mondo; fece scalpore, in questo senso, l’annullamento qualche mese fa della tournée negli USA. Superata senza intoppi la data di Roma, Hoest e compagni si sono presentati a nel capoluogo pugliese in piena forma, con loro i Dewfall, i Kyterion e gli Eyelids.
Proprio gli Eyelids hanno aperto il concerto con la propria esibizione nella sala piccola del Demodé di Modugno. Non avevo avuto modo di ascoltare dal vivo in precedenza questi blackster lucani, avevo giusto raccolto le canoniche informazioni di preparazione al concerto. La loro esibizione è salita di intensità col passare dei minuti, con le carte migliori giocate verso la coda della loro performance.
Gli Eyelids sono saliti sul palco col viso coperto, una consuetudine anche per i misteriosi Kyterion. Balzati alla ribalta delle cronache con ‘Inferno I’, con ‘Inferno II’ questa band ha continuato l’ascesa nelle preferenze dei blackster nostrani. Ero curioso di sentire anche loro dal vivo, per capire che impatto potesse avere l’uso della lingua italiana in questa dimensione (non sono un estimatore del nostro idioma in ambito estremo). Alla fine la band mi è piaciuta, la resa è stata buona, un punto a loro favore! Altri aspetti convincenti sono state la maggiore ruvidezza dei brani in sede live e l’ottima presenza scenica. Posso, in definitiva, affermare che preferisco in questa dimensione i Kyterion.
I Dewfall hanno trovato notevole spazio sulle nostre pagine recentemente, prima con la cronaca dello show di presentazione del nuovo ‘Hermeticus’, poi con la disamina certosina del disco da parte del chitarrista Flavio, autore di un esauriente ed esclusivo track-by-track per Metal Hammer. I brani quindi non mi erano nuovi dal vivo, l’aver ascoltato a ripetizione l’album, dal giorno del release show, mi ha fatto calare maggiormente, in questa occasione, nel concept lirico, filosofico e scenico della band. Ho avuto anche l’impressione che il pubblico – sicuramente superiore rispetto all’esordio live di un mesetto fa – abbia seguito con maggiore attenzione lo svolgersi delle vicende narrate. Evidentemente, non sono l’unico che ultimamente lancia a ripetizione nel proprio stereo l’opera seconda dei pugliesi! Da segnalare la comparsa sul palco di V’gandr, frontman degli Helheim e bassista dei Taake, per il pezzo ‘Apud Portam Ferream’, brano che vede la sua presenza, nelle vesti di ospite, in ‘Hermeticus’.
Durante la serata, poco prima dell’esibizione dei Dewfall, ho avvicinato Hoest – voce dei Taake – per chiedergli un autografo sulla mia datatissima edizione in CD di ‘Nattestid Ser Porten Vid’, l’album a cui è stato reso tributo, per il ventennale, in queste quattro date sul suolo italiano. L’impressione che ho avuto è quella di una persona alquanto timida. Ci tengo a rimarcarlo, perché quello che è salito sul palco è un vero e proprio animale! Difficile credere che chi ha firmato la mia copia e quel tipo truccato sul palco fossero la stessa persona! Invece, ho assistito a uno show tra i più intensi che mi sia capitato di vedere. I sette movimenti che compongono ‘Nattestid’ sono stati suonati con violenza, perizia tecnica e pathos. Una vera cascata di emozioni, con una band che segue le gesta del suo folle leader con dedizione. Descrivere l’impatto sonoro e visivo dell’esibizione dei Taake non è facile, si è travolti senza sosta. Un’oretta che ci ha permesso di ascoltare uno dei capolavori dei black in una versione ipervitaminica, che ha evidenziato come l’esordio dei Taake abbia retto alla grande alla prova del tempo.
Con il settimo movimento, il concerto celebrativo si è chiuso. La band è stata richiamata, però, a gran voce sul palco, con un boato quando il frontman ha lanciato ‘Over Bjoergvin Graater Himmerik’, primo dei due pezzi del bis. La serata sembrava conclusa, ed invece in quel momento è iniziato un one man show. Col solo cantante rimasto sul palco a chiacchierare col pubblico e con nessuna voglia di tornare nel camerino. Tra un porcozio e l’altro, c’è scappata un’altra canzone, con gli altri musicisti richiamati sul palco. Basta così? Neanche a pensarci, dopo aver dimostrato una buona conoscenza geografica del sud e aver citato Sabrina Salerno e Adriano Celentano, ecco scapparci un’altra canzone (non l’annunciata ‘Prisencolinensinainciusol’). Ancora una volta gli altri membri sono riapparsi sul palco per quello che è stato l’ultimo brano della serata.
L’impressione di tutti è stata che il cantante avrebbe pure continuato all’infinito, ma alla fine è stato persuaso ad andar via, vista l’ora tarda. Però l’ultima parola è stata comunque ad appannaggio di Hoest: dalla sua bocca è partito un enigmatico quanto blasfemo grido “la mortadella della morte!”.
Valli a capire ‘sti norvegesi…