The Young Gods @Wopa Temporary (Parma), 3 novembre 2018
Il 04/11/2018, di Giovanni Rossi.
A pochi mesi dalla loro ultima data in Italia, gli Young Gods tornano nuovamente dalle nostre parti per concludere il tour che li ha visti impegnati nel 2018. L’ultima importante data della formazione svizzera si tiene in Italia grazie a Il Rumore Del Lutto, rassegna culturale giunta quest’anno alla sua dodicesima edizione, che nell’occasione riesce a portare a Parma Franz Treichler e soci. Organizzazione e location sono ottime, il WoPa è un locale ideale per questo tipo di concerti, con un’area bar spaziosa e ben gestita ed una zona palco ampia che rende un’acustica definita e potente. Franz, Bernard e Cesare salgono sul palco poco dopo le 22 disponendosi perfettamente allineati uno di fianco all’altro. E qui iniziano subito le sorprese, perché il gruppo attacca con due dei brani che faranno parte del nuovo album previsto in uscita a febbraio dell’anno prossimo. Due pezzi in cui la chitarra è in primo piano, un inedito per i The Young Gods, diventati famosi proprio per la micidiale combinazione di synth e batteria che escludeva completamente le sei corde tradizionali. Qui invece è Franz ad imbracciare una chitarra con cui disegna figure melodiche su cui si ineriscono i fraseggi jazzati di Bernard. I due brani hanno un’ottima presa, soprattutto ‘Entre en Matière’, opener d’impatto dall’incedere ipnotico. La scenografia è essenziale, affidata unicamente ai giochi di luce che nascono alle spalle del gruppo ad al consueto faretto che Franz appunta sempre alla base dell’asta del microfono per illuminare dal basso le sue movenze. Dopo l’assaggio del futuro, il gruppo spara una formidabile quaterna dedicata ai due album che li hanno resi celebri nello scavallamento tra fine anni Ottanta ed il decennio successivo. Prima è ‘Chiez Les Chiens’ dall’epoca di ‘L’Eau Rouge’ a far assaporare il ruvido rock sintetico che al tempo li aveva fatti etichettare come industrial, nell’oggettiva difficoltà di qualificare il loro sound. Poi è la doppietta ‘Gasoline Man’ e ‘Skinflowers’ da ‘T.V. Sky’ a ricordare come i The Young Gods siano arrivati fin sulla soglia del mainstream, con due brani che ammiccando a blues e Jane’s Addiction avevano dato l’assalto alle scalette di MTV. ‘Eau Rouge’, ‘Envoyé’ e ‘The Night Dance’, anche loro presi dai primi tre album, esaltano ancora di più il lato psichedelico di una band che nel suo percorso si è lasciata contaminare rielaborando molti stili in una proposta assolutamente nuova ed inedita. Da una parte Cesare Pizzi orchestra magnificamente l’alchimia sintetica che rappresenta la base del sound degli svizzeri, dall’altra Bernard Trontin lavora sulla sua batteria alternando ritmiche possenti a carezze che rivelano la sua passione per il jazz. Ed ancora una volta quella live si conferma come la dimensione prediletta dal gruppo, per nulla appannato dal trascorrere degli anni. Con la potente ‘Kissing the Sun’ Franz si esalta in uno dei brani di maggior presa della band, confermandosi un leader tanto magnetico e carismatico quanto anti-rock, anni luce distante dai canoni estetici e protagonistici tipici dell’archetipo frontman. La voce è quella di sempre, con il suo timbro caratteristico che si esalta nelle linee alte, ma che al tempo stesso è in grado di sprofondare anche negli abissi più profondi. Movenze dalle sembianze di misteriosi passi di danza, un rituale sciamanico che gioca con la luce, il suo è un rapporto con il palco che si gioca sul massimo agio e sull’assoluto contatto con il pubblico. L’ultima parte del concerto è dedicata ad altri due brani dell’imminente album e a ‘Tenter le Grillage’, tratto da ‘Everybody Knows’. A chiudere i quattordici brani dell’intensissima scaletta, la celebre ‘Did You Miss Me?’ una chanson che nessun gruppo, a parte loro, può permettersi di mettere alla fine di un concerto potente e frontale come questo. Anche questa sera i The Young Gods hanno regalato una performance artistica di classe ed energia, dimostrando senza imbarazzi quanto la fama di gruppo seminale e di culto sia ancora ampiamente meritata. Considerando tutt’altro che concluso o datato il loro percorso artistico, hanno presentato quattro nuovi brani che se da una parte si distaccano dal loro canonico schema, dall’altro si inseriscono alla perfezione in un sound che è a tutti gli effetti un marchio di fabbrica unico. A fine concerto gli umori del pubblico, numeroso e soddisfatto, non fanno che confermare come la band continui ad essere capace di concerti di alto livello, coinvolgenti ed emozionanti. Prossimo appuntamento ad aprile 2019 a Milano, con una delle prime date in cui The Young Gods presenteranno ufficialmente il loro nuovo album.