‘Hermeticus’ release show: Dewfall + Shores Of Null + Vetrarnótt @Garage Sound – Bari, 4 ottobre 2018
Il 11/10/2018, di Giuseppe Cassatella.
Serata di gala al Garage Sound di Bari per la presentazione in anteprima del nuovo album dei pugliesi Dewfall, ‘Hermeticus’, la cui pubblicazione ufficiale è prevista per il 13 ottobre su Naturmacht Productions. Indossato il frac borchiato di pelle nera, mi sono recato di buon’ora presso il locale del capoluogo pugliese, dove già c’era un certo fermento in biglietteria. La possibilità di garantirsi l’ingresso gratuito acquistando una copia del disco, ha ingolosito più di un metallaro pugliese, che in solo colpo ha potuto accaparrarsi la possibilità di ascoltare i nuovi brani sia versione live che studio.
In questi mesi avevo già avuto l’occasione di scoprire a piccole dosi i dettagli – artowrk, concept, tracklist e una piccola anteprima musicale – di questa che si presenta come l’opera più ambiziosa dei blackster apuli, logico che fossi curioso di vedere come il tutto fosse stato riportato in note. Altrove recensirò il disco, che non ho potuto ancora ascoltare con calma, ma una prima favorevole impressione dell’opera me la sono già fatta al Garage Sound.
La kermesse ha avuto un preambolo con le esibizioni dei Vetrarnótt e degli Shores Of Null. I Vetrarnótt provengono da Corato e propongono un black metal progressivo. Sin dal nome tradiscono una predilezione per gli Enslaved, gruppo a cui è stato reso omaggio con la cover di ‘Isa’. Tra le loro fila ho potuto riconoscere almeno un paio di membri dei Gargan e l’ex batterista dei Dewfall, Ambrogio Locardo.
Non hanno bisogno di presentazione invece gli Shores Of Null, band con due album alle spalle e un’intensa attività live. Capitanati da Davide Straccione – che solo qualche settimana fa ho visto sempre qui in Puglia nelle vesti di cantante degli Zippo – i romani hanno eseguito uno show completo. Non una semplice band di spalla (non a caso nella data in programma a Squinzano il 6 ottobre c’è stata un’inversione dei ruoli con i Dewfall nei panni dell’opener). Il gothic\doom di questi ragazzi mantiene inalterato il proprio valore anche in sede live, cosa che non sempre accade a band affini, non in grado di ripetere sul palco quanto fatto in studio!
Nonostante un antipasto del genere, la fame di musica e, soprattutto, la curiosità dei presenti non sono state placate. Già dal cambio palco s’è inteso che i Dewfall hanno deciso di fare un salto qualitativo anche per quanto concerne l’aspetto visivo, con l’introduzione di alcuni elementi scenografici in linea con i contenuti lirici scritti da Flavio Paterno per il concept di ‘Hermeticus’. Un paio di drappi (opera dell’artista friulano Manuel Scapinello) sul palco riportavano i due aforismi che rappresentano le due facciate ideali dell’album. Sul primo gonfalone il motto “Vivet Draco Magnus”, legato più che altro alle vicissitudini terrene e storiche di Federico II di Svevia; il gonfalone con l’iscrizione “Vitae Mortisque Mysterium” è, invece, il sottotitolo delle quattro tracce poste in conclusione dell’album, quelle inerenti al mito esoterico del sovrano di origini germaniche. Ma non solo, ad attirare le attenzioni dei presenti anche l’asta del microfono, dal forte significato simbolico, poiché studiata per raffigurare una stilizzazione dell’Axis Mundi/radici-rami indicante il “quod superius, sicut inferius”. La scultura, opera di Wood Artworks di Arcangelo Ambrosi – rappresenta non solo il logo della band, ma ha il significato intrinseco della ciclicità della vita.
Superato l’esame oculare, la band si è lanciata nell’esecuzione per intero di ‘Hermeticus’. La formazione è parzialmente cambiata rispetto a quella accreditata sul disco, con il nuovo chitarrista Nicolò Fanelli – già negli Zolfo come anche il bassista Saverio Fiore – al posto di Niko Lucarelli. Lo show è partito con il suono del flauto, chiave fatata delle porte del mondo magico di Federico. I brani sono epici, furenti e maestosi. La radice è sempre la stessa un black metal di stampo classico, ma si percepisce una maggiore cura per gli arrangiamenti, con sfumature folk e di metal classico.
Della partita anche Davide Straccione ospite sul disco nella prima traccia, ‘The Abomination Throne’, pronto a dare il suo contributo alla band proprio a inizio performance. Per ovvie ragioni sul palco barese non ha fatto la propria comparsa l’altra guest-star di ‘Hermeticus’, l’artista norvegese V’gandr, che appare nella quarta traccia ‘Apud Portam Ferream’. Ma visto che tra un mesetto Dewfall e Taake saranno impegnati nelle date italiane del ventennale di “Nattestid Ser Porten Vid”, non è detto che il norreno non presti la propria ugola anche dal vivo per una serie di cammei. Certo è invece che il rapporto con il pubblico è cambiato: in passato la band ha sempre interagito con i fan, questa volta si è optato per un’esibizione più teatrale e distaccata. Con la band sul palco a raccontare la storia nei suoi complessi passaggi, come se i singoli membri fossero degli oscuri menestrelli. Questa scelta ha aumentato la suggestione e l’intensità dello show, ottenendo un’ottima risposta da parte del pubblico, nonostante i brani non fossero ancora stati metabolizzati dagli ascoltatori. Col suono del campanaccio percosso da Vittorio Bilanzuolo, si è conclusa la suggestiva e ricca pantomima, con i cinque membri in ginocchio in segno di ossequio nei confronti del pubblico e del Sovrano.
Un’ottima prima, benaugurate per il futuro dei Dewfall, che con ‘Hermeticus’ si sono messi in gioco e rischiano seriamente di portare a casa una vittoria netta nel nome di Federico II di Svevia.