Europe + King King @Estragon Club – Bologna, 2 ottobre 2018

Il 08/10/2018, di .

Europe + King King @Estragon Club – Bologna, 2 ottobre 2018

Unica data italiana per gli svedesi capitanati da Joey Tempest, una data quella all’Estragon di Bologna che si è subito trasformata in un coinvolgente “rendez-vous” tra amici di vecchia data, che ogni tanto si incontrano, ma che, tutte le volte, di sorprese da raccontare ne hanno sempre in serbo molte, dando all’incontro spesso un ricordo vivido e piacevole. Io personalmente, gli Europe li vedo così, capaci di attraversare brillantemente le fasi di una carriera sempre di gran livello, carriera che, da quindici anni a questa parte, ossia da quando agli albori del terzo millennio la band nordeuropea firmò la sua clamorosa rentrée ufficiale, ha di fatto sterzato verso lidi più maturi, facendo leva sul grande amore di John Norum & Co. per il Seventies rock, meglio se venato di blues bello robusto e carico di feeling. Europe che, affiancati dai validi King King (quartetto inglese che fa appunto del blues la sua arma migliore), stanno ora completando la tranche europea del tour di supporto a ‘Walk The Earth’, album di notevolissima qualità pubblicato lo scorso anno e che ha riportato il quintetto agli onori di cronaca. Ragion per cui ben pochi fronzoli e tutta sostanza, la parola d’ordine che ha imperato fin dalle battute iniziali del torrido ed essenziale show all’interno del gremito Estragon di Bologna: ‘Walk The Earth’ e ‘The Siege’, i primi brani a reggere oneri e onori del nuovo arrivato, ma con la successiva, esplosiva e anthemica ‘Rock The Night’ a ricordare, con fierezza e un pizzico di nostalgia, tempi andati che non torneranno più. La band, in primis rappresentata da un Joey Tempest costantemente su di giri e sempre entusiasta di calcare un palco italiano, si mostra subito compatta e disinvolta nel maneggiare vecchi e nuovi classici – ‘Hole In My Pocket’ e ‘Last Look At Eden’ sono brani di categoria superiore, dal massiccio, ottimale humus vintage, per non dire di ‘Firebox’, estratta dall’ottimo ‘Bag Of Bones’, uno dei chiavistelli perfetti per accedere ai “novelli” Europe – trainata da una sezione ritmica essenziale e duttile e con un John Norum in gran spolvero, chitarrista che in realtà ci ha abituati bene da tempo (e nello strumentale ‘Vasastan’, lo ribadisce a tutto tondo). Il pubblico, numeroso e festante, risponde coinvolto al solenne ma ruvido “revival-rock” nel quale il concerto felsineo è immerso, con excursus temporali che vanno dalle storiche ‘Ready Or Not’, ‘Danger On The Track’, ‘Sign Of The Times’ e ‘Superstitious’ (durante la quale viene inserito, sorprendentemente, il chorus di ‘No Woman, No Cry’, inno reggae composto da Vincent Ford ma portato al successo da Bob Marley) a buona parte dell’ultimo album ‘Walk The Earth’, anche se i picchi sono raggiunti con la toccante ballad ‘Carrie’ (accolta da un urlante Estragon in visibilio), con la nervosa e stupenda ‘Nothin’ To Ya’ (con un Tempest da applausi scroscianti, un 55enne così in forma spettacolare, raro trovarlo!), dall’estemporaneo assolo di batteria dedicato alla ‘The William Tell Overture’, chiaro omaggio al capolavoro di Rossini e alle sue origini italiane. Gli encore conclusivi, neppure a dirlo, sono ad appannaggio di brani che han fatto leggenda, prima è la volta di ‘Cherokee’, inno intrepido e stentoreo, ma infine è la mistica di ‘The Final Countdown’, tra gli assoluti, definitivi anthem di sempre, a prendere il sopravvento e a mettere la parola fine. Tutto perfetto? Sì, certo, un concerto tanto carico di passione e sentimento non si può davvero discutere, spiace però quando un album del valore e dell’importanza storica di ‘Start From The Dark’ passa così in secondo piano, con nessuna sua canzone presente in scaletta. Incontentabili? Forse, ma un brano dal fascino urbano di ‘Hero’ lo avremmo riascoltato più che volentieri…

FOTO DI ROBERTO VILLANI

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