Thirty Seconds To Mars + Mike Shinoda @Milano Rocks – Rho (MI), 8 settembre 2018
Il 12/09/2018, di Redazione.
La prima edizione del Milano Rocks si è dunque conclusa. Dopo tre giorni di musica che – come molti hanno sottolineato ai tempi dell’annuncio delle band in cartellone – con il rock duro visto alla sua controparte fiorentina avevano davvero poco a che fare. Insomma, una manifestazione che ha lasciato più spazio al pop-rock, forse per accontentare un po’ tutti i palati dopo la scorpacciata di metal cui abbiamo assistito a Firenze solo qualche tempo fa.
La curiosità ci porta direttamente ai concerti della terza giornata, durante la quale hanno calcato il palco grossi calibri del rock alternativo statunitense: i Thirty Seconds To Mars dei fratelli Leto, autori del buon ‘America’, e Mike Shinoda, al suo primo show italiano da solista dopo la tragedia che ha colpito i Linkin Park lo scorso anno.
A inaugurare la festa sono un DJ set di Virgin Radio e il set dei Sonars, band composta da due componenti, Frederick Paysden e Serena Oldrati, che porta un misto di elettronica e trip hop di probabile gusto per i presenti. Dopo una mezzoretta è però la volta di Mike Shinoda per quello che è lo show che ha suscitato forse la maggior quantità di aspettativa negli spettatori. Vedere il buon Mike sul palco senza Chester fa sorgere in noi subito una strana sensazione e, nonostante abbiamo già avuto modo di ascoltare e apprezzare il suo ‘Post-Traumatic’, capiamo che quel trauma non ha ancora lasciato posto alla serenità, forse si tratta più di accettazione e di voglia di andare avanti, sempre e comunque. È quella voglia che Mike porta con sé sul palco e che scaglia con sommessa energia su suoi fan, alternando momenti di puro divertimento ad altri dove la commozione si impossessa della scena. ‘In The End’ e ‘Numb’ sono pezzi che eravamo abituati a sentire in modo diverso – e non stiamo solo parlando del genere musicale, etichetta che da sempre mal si adatta ai Linkin Park – ma d’ora in poi dovremo adattarci ad ascoltarli così… con un’anima diversa. Di sicuro anche le nuove canzoni di Shinoda, come ‘Running From My Shadow’, funzionano molto bene dal vivo e l’artista americano dimostra di essere in grado di tenere il palco anche “da solo”, anche se da solo, in realtà, non lo sarà mai.
Ma ecco che l’atmosfera cambia e tutto il pubblico si prepara ad accogliere le star della serata. Il cristo dalle brache rosa zebrate fa il suo ingresso sul palcoscenico e nessuno nota – forse – l’assenza di Tomo Miličević , sostituito da… basi registrate:
«Eh? Che hai detto?».
«Ho detto basi registrate».
«Dai, vaffanculo… Non si può fare un concerto così…».
(Pensiero casuale di uno che è abituato agli assoli infuocati degli shredder del metal. Sì, c’è anche questo.)
Meno male che a salvare la situazione strumentale c’è il puntuale turnista Stephen Aiello, in grado di suonare un po’ tutto quello che vuole e il fido forseognitantosiricordanocheesisto Shannon, oscurato fin troppo dall’ingombrante ombra del fratello più noto. Comunque, sappiamo verso chi è diretta l’attenzione. Jared salta, se la gode, è di fronte al “miglior pubblico del mondo”, la sua presenza scenica occupa tutta l’Area Expo e quella che ci restituisce è una grande prestazione per ripagare l’infinito entusiasmo della gente in adorazione. Nulla da eccepire, insomma, anche questa volta, al gruppo americano e una bella chiusura per questo Milano Rocks, in attesa dell’edizione del 2019. Si chiude dunque così la stagione concertistica estiva o forse si apre quella invernale, che ci regalerà diversi spettacoli imperdibili… Siete pronti?
FOTO DI EMANUELA GIURANO