Neurosis + Converge + Deaf Kids @Zona Roveri – Bologna, 17 giugno 2018
Il 20/06/2018, di Giuseppe Cassatella.
Nonostante un week-end ricco di eventi in giro per lo Stivale – Firenze Rocks su tutti – un buon numero di persone si è riversato sul Zona Roveri di Bologna. Se non si è trattato di sold out, poco ci è mancato. Il cartellone con Neurosis, Converge e Deaf Kids, messo su da Hellfire Booking e Zona Roveri Music Factory, non ha fatto rimpiangere una serata in riva al mare (anche perché a noi metallari il mare non piace) malgrado un caldo infernale all’interno del locale.
Davanti a un pubblico già numeroso i carioca Deaf Kids hanno aperto il massacro con un set primitivo e animalesco. Un sound tritatutto, col riccioluto batterista sugli scudi. Una musica che va a strappi, nervosa e con momenti psichedelici. Per avere un’idea di questa band, immaginate come sarebbero potuti essere gli Hawkwind se Lemmy non fosse stato cacciato. Un gruppo ideale per uno show di una mezz’oretta, oltre potrebbe diventare monotono, ma, tutto sommato, un buon aperitivo per scaldare gli animi.
Molti dei presenti erano lì per i Converge, soprattutto i più giovani, e gli americani li hanno ringraziati a modo loro, con uno show energico e grondante di sudore. Jacob Bannon è un grande frontman, sempre in movimento (vera tragedia per i fotografi), in grado di arringare le folle come pochi. Dall’iniziale ‘Reptilian’ alla conclusiva ‘Concubine’ mai un momento di pausa. In mezzo ‘Dark Horse’, ‘Aimless Arrow’, ‘Under Duress’, ‘A Single Tear’, ‘Drop Out’, ‘Heartless’, ‘Arkhipov Calm’, ‘Trigger’, ‘The Dusk in Us’, ‘Eye of the Quarrel’, ‘Broken by Light’, ‘Eagles Become Vultures’, ‘Empty on the Inside’, ‘I Can Tell You About Pain’, suonate tutte d’un fiato tra un’arringa e l’altra del singer! Il feeling fra chi era sopra e chi era sotto il palco è nato immediatamente e, come si usa dalle nostre parti, l’affetto è stato dimostrato a forza di spintoni e salti. Una vera mattanza! E se il front stage è stato terra fertile per il caos, la soddisfacente resa acustica della location ha reso possibile l’ascolto ottimale dell’esibizione anche a chi ha preferito mettersi in una posizione più sicura o vicino alle porte per godere un po’ del fresco esterno.
Fare meglio dei Converge non era impresa semplice, eppure i Neurosis ce l’hanno fatta! Vero è che le due band hanno delle radici simili, però il tempo ha fatto maturare stili completamente differenti, tant’è che oggi abbiamo due realtà che agiscono su livelli differenti. Più diretti i Converge, più cerebrali i Neurosis.
Un locale gremito ha accolto con un urlo di liberazione Scott Kelly, il primo membro a comparire sullo stage dopo la mezz’ora di cambio palco. Con lui i fidi Dave Edwardson — l’unico che s’è fatto vedere e riconoscere, non fosse altro per la capigliatura rosso ciliegia, tra il pubblico prima del concerto – Jason Roeder, Steve Von Till e Noah Landis, per quella che è una delle line-up più stabili e longeve del panorama rock. E questa compattezza sul palco la si avverte tutta, il gruppo appare una realtà unica, capace di scavare nell’anima dell’ascoltatore. Le note dei Neurosis trascendono la semplice esperienza musicale, un loro show è un sabba a base di peyote. Pur interagendo poco con il pubblico, la band riesce a comandare le masse con facilità. Una manciata di accordi sono bastati per far ribollire il Zona Roveri, una scaletta non lunghissima (nove brani) per uno show durato novanta minuti! Il recente ‘Fires Within Fires’ ha contribuito con ben tre brani – ‘Bending Light’, ‘A Shadow Memory’ e ‘Reach’ – non pochi, in una set list con meno di dieci song, a dimostrazione che la band ha fiducia nella resa live dei nuovi pezzi. Il resto della scaletta proveniva, invece, dalla discografia pubblicata tra il 1996 e il 2004: ‘Through Silver in Blood’, ‘Times of Grace’, ‘Sovereign’ e ‘The Eye of Every Storm’. ‘Given to the Rising’, ‘End of the Harvest’, ‘The Last You’ll Know’, ‘Burn’, ‘An Offering’ e, in conclusione, l’immensa ‘Through Silver in Blood’ hanno sconvolto i presenti. Con un repertorio cosi corposo e un minutaggio elevato dei pezzi, che dal vivo vengono ulteriormente dilatati, impossibile soddisfare i desideri di tutti, ma vi sfido a trovare qualcuno che possa lamentarsi della loro prestazione!
Una grande serata di musica pesante, lontano dalle grandi arene e dai mostri sacri. A dimostrazione che le alternative ai soliti nomi ci sono, basta saperle cercare.