Incantation + Suicidal Causticity + more @Garage Sound – Bari (BA), 17 maggio 2018
Il 19/05/2018, di Giuseppe Cassatella.
Il 17 Maggio 2018 s’è tenuta una Lectio Magistralis in Death Metal, a cura del Metal Symposium, presso l’Università Garage Sound di Bari. Relatori gli statunitensi Incantation, decani della scena estrema internazionale.
Trai i padri fondatori del Death – basta guardare le copertine dei primi album e e leggere i testi anticristiani per capire l’impatto che questo gruppo ha avuto sull’estetica del genere – la band capitana da John McEntee, unico membro superstite del nucleo originale, non ha mai smesso dal 1992, anno del debutto discografico, di immettere sul mercato gemme del più puro e incontaminato Death Metal, arrivando all’ultima fatica del 2017, ‘Profane Nexus’, dimostrandosi in stato di grazia. ‘Onward to Golgotha’, ‘Mortal Throne of Nazarene’, ‘Diabolical Conquest’ e il più tardo ‘Decimate Christendom’ sono di ben altro livello, certamente, ma nella pochezza della scena estrema attuale, gli Incantation continuano a risplendere di luce propria.
Con un headliner del genere, ovviamente, il cartellone non poteva che grondare di sangue, due realtà locali in apertura – Human Slaughterhouse e Vilemass – oltre ai fiorentini Suicidal Causticity, partner degli americani, così come i Vilemass, in ben cinque date qui in Italia.
È toccato ai Vilemass da Bisceglie aprire la serata con il loro Death Metal di stampo classico che, in questa occasione, mi è sembrato virare verso soluzioni thrash più che in passato. Purtroppo lo show è iniziato in ritardo e questo ha portato al taglio di un brano dalla scaletta prevista – anche le altre band hanno dovuto fare i conti con un minutaggio ridotto rispetto a quello preventivato – per garantire un inizio ad un orario decente per il gruppo principale. La maggiore attesa, però, ha garantito un maggior pubblico alla band, che ha saputo rispondere in modo granitico al pogo dei metallari presenti.
Non beccavo gli human Slaughterhouse dal vivo da un po’ di tempo. Li ho ritrovati come li avevo lasciati, incazzati ed estremi. Il combo barese, autore di due opere – ‘Walk on the Path of Servitude’ e ‘Trickle Down’ – pur mantenendo sonorità old school, ha una maggiore propensione al Gore rispetto a chi li ha preceduti. L’esibizione al Garage Sound si è rivelata l’occasione giusta per presentare anche due brani inediti, di cui uno ancora sprovvisto di nome.
Devo ammettere che non conoscevo i Suicidal Causticity, così per arrivare preparato all’evento ho dovuto studiare i due lavori fin qui pubblicati dai toscani – ‘The Spiritual Decline’ e ‘The Human Touch’ – per poterne poi tastare l’efficacia live. Esame superato, i brani rendono alla grande dal vivo e la band ha dimostrato di saper tenere bene il palco, come ha potuto provare sulla propria pelle il più piccolo spettatore delle serata.
Nonostante si trattasse di un giorno pre-lavorativo e si fosse accumulato un po’ di ritardo, il pubblico è rimasto compatto sino alla fine dello show, costringendo gli Incantation a un bis che, per quanto mi è parso di capire, non era inizialmente previsto.
La formazione capitanata da John McEntee si è presentata sul palco con la stessa formazione dell’ultimo disco, cioè con Kyle Severn alla batteria e l’altissimo Chuck Sherwood al basso. A dar manforte al trio dal vivo, il corpulento Sonny Lombardozzi alla chitarra.
Il muro di suono messo su degli Incantation e il caldo hanno trasformato il locale immediatamente in una bolgia infernale. John che fino a poco prima aveva girato in modo mansueto tra il pubblico, sul palco si è trasformato in un’altra persona, capace di dirigere alla grande la ben collaudata macchina da guerra a stelle e strisce.
Parte consistente della scaletta è stata dedicata all’utima fatica in studio, rappresentata da un poker: ‘Lus Sepulcri’, ‘Messiah Nostrum’, ‘Omens to the Altar of Onyx’ e ‘Rites of the Locust’. Ovviamente, non potevano mancare le canzoni tratte dai primi tre grandi album della band come ‘Christening the Afterbirth’, ‘Shadows of the Ancient’ e ‘The Ibex Moon’, con lo spirito del compianto Killjoy dei Necrophagia ad aleggiare su tutti noi. A ‘Impending Diabolical Conquest’ è toccato il compito di chiudere il concerto, anche se non definitivamente, poiché la band è stata richiamata gran voce sul palco per un bis corposo partito con ‘Ascend Into the Eternal’.
Da anni sono dell’opinione che gli Incantation abbiano raccolto in termini di popolarità meno di quanto meritino, questa esibizione l’ha confermato ancora una volta. John McEntee e i suoi sono pazzeschi, a tratti agghiaccianti, soprattutto nelle parti più cadenzate e maligne. Satana è un caprone fortunato, non sono in molti a poter vantare dei seguaci di tal lignaggio!