The Dead Daisies + The New Roses @Live Club – Trezzo sull’Adda (MI), 9 maggio 2018
Il 14/05/2018, di Roberto Villani.
Erano nati come un supergruppo dalla porta sempre aperta, attraverso la quale entravano e uscivano ciclicamente musicisti in pausa dai rispettivi gruppi o altri in cerca di riscatto da esperienze precedenti non sempre positive.
Dopo cinque anni dall’ omonimo album di debutto e varie scosse di assestamento nella formazione, i Dead Daisies, pare abbiano intrapreso un percorso definito e definitivo con il nuovo ed acclamato disco ‘Burn It Down’ e con una line up di livello assoluto da vera e propria corazzata dell’ hard and heavy anni Novanta, hanno intrapreso un tour mondiale,che li ha visti attesi protagonisti nell’unica data italiana tenuta al Live Club di Trezzo.
Preceduti dai The New Roses, band tedesca senza infamia e senza lode, propinatrice di un hard rock di stampo classico, a cui manca tuttavia il guizzo decisivo per innalzarsi dal mediocre anonimato di uno show fin troppo scontato e per pochi intimi, arriva il momento tanto atteso del concerto dei Dead Daisies e la situazione cambia drasticamente all’interno del club alle porte di Milano.
Uno show tiratissimo di un’ora e mezza, durante la quale questi cinque navigati marpioni del palcoscenico, catturano e ammaliano con massicce dosi di rock’n’roll, ma, soprattutto, con tanto mestiere, quell’arma in più che tante band di oggi non possono permettersi .
Passati in rassegna i brani dell’ultimo album, tra cui ‘Resurrected’ all’inizio e ‘Leave Me Alone’ alla fine, per citare i picchi di qualità sul nuovo materiale, senza dimenticare l’acclamatissima ‘Long Way To Go’, sicuramente il loro pezzo più popolare ed orecchiabile, è sul break centrale dedicato alle cover, che i Dead Daisies innescano un gigantesco karaoke che coinvolge tutto il pubblico presente.
Giocare per un quarto della serata, con i riff di ‘Highway To Hell’ o di “ Smoke on The Water “, passando per ‘Rock’n Roll All Nite’, ‘Heaven And Hell’ e ‘The Boys Are Back in Town’, significa per gente del calibro di Doug Aldrich, Marco Mendoza, Deen Castronovo e il redivivo John Corabi andare sul sicuro e avere la strada in discesa per tutto il concerto, senza correre il pur che minimo rischio di proporre brani non all’altezza della situazione o ancora poco conosciuti dal pubblico.
‘Mexico’, ‘Song And Prayer’ e ‘Bitch’, l’ennesima cover, questa volta di un classico degli Stones, risulteranno tra i momenti più apprezzati del concerto, ma dal potenziale tecnico straordinario dei musicisti che formano i Dead Daisies, mi aspettavo e mi aspetto molto di più, che quello di coverizzare classici del rock, per accattivare le platee di mezzo mondo e questa sera, parere personalissimo, hanno davvero esagerato.
Sara’ per la mia cronica avversione nei confronti delle cover band, anche se di gran lusso ! … Ah dimenticavo ‘Highway Star’ e un brano, si legge in scaletta, della Sensational Alex Harvey Band, ‘Midnight Moses’.