Thirty Seconds To Mars @Unipol Arena – Bologna, 17 marzo 2018
Il 19/03/2018, di Roberto Villani.
I Thirty Seconds to Mars hanno “comunque” conquistato l’Unipol Arena di Bologna, seppur privi del chitarrista Tomo Milicevic che ha abbandonato la band in seguito al concerto di Parigi di qualche giorno fa e nonostante un live-act che non ha sfiorato neanche le due ore, a causa proprio del taglio drastico e inevitabile della scaletta, scelta quasi obbligata senza la presenza di un chitarrista.
Diciamo subito che, rispetto ai concerti visti in passato, il “ Monolight Tour” partito da Basilea il 12 marzo scorso, altro non è che una sfilata di moda e canzoni all’insegna dell’incontrastata leadership del divo Jared Leto, che ha spaziato attingendo ai quattro album prodotti dal 2002, con un excursus in alcuni brani del prossimo lavoro in uscita il 6 aprile, anticipato dai singoli ‘Walk On Water’ e ‘Dangerous Night’, entrambi inclusi nella setlist di questa sera.
Il palco centrale dell’Unipol Arena su cui si esibisce la band dei fratelli Leto, fa correre la memoria a un altro palco centrale di un altro recentissimo show passato da queste parti e solo la bellezza di brani come ‘Kings And Queens’, ‘This Is War’ e ‘Hurricane’, le preferite e meglio riuscite del loro repertorio, ovviamente per chi scrive, non fanno rimpiangere troppo i quattro cavalieri di ‘Master Of Puppets’ e ‘Nothing Else Matters’.
Pubblico femminile in visibilio per Jared Leto, performer e attore di grande talento, capace di coinvolgere e catturare in toto il pubblico dell’arena con il solo sventolio della bandiera italiana, visto che gran parte dello show era già tutto preconfezionato e campionato e solo la presenza del fratello Shannon alla batteria e del bassista / tastierista Stevie Aiello, collocato in un pit sotto palco, ha dato un senso di “live” al concerto dei Thirty Seconds To Mars.
Apprezzabile ed emozionante il set acustico a metà show in cui Jared Leto alla chitarra ha omaggiato i grandi del rock recentemente scomparsi, tra cui Prince “ Purple Rain “, David Bowie ‘Heroes’, Chris Cornell ‘Black Hole Sun’, George Michael ‘Freedom’ e Chester Bennington ‘Crawling’ e un tuffo al cuore ha o avrà sicuramente attraversato i tredicimila presenti al concerto.
Scordiamoci la trascinante band degli esordi dalle sonorità punk rock o quella ammirata e apprezzata all’Heineken Jammin’ Festival nel 2010 in apertura dei Green Day (che non suonarono per via di un nubifragio), in attesa di capire che svolta prenderanno con il nuovo album. Ma l’attesa sta per finire.