Dio Returns @Trix – Anversa (Belgio), 21 dicembre 2017
Il 05/01/2018, di Piergiorgio Brunelli.
Un tour quello di ‘Dio Returns’ che non ha avuto un parto facile. Gli shows in Scandinavia, spostati a date da definire perché l’ologramma non era ancora pronto, hanno fatto scendere il numero a nove date anziché le undici preventivate. Date che saranno inserite più avanti.
Detto che io sono molto vicino a questo progetto e che lo seguo da aprile, quando in uno scantinato di Van Nuys c’è stata la prima prova con Rock Feinstein, cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
Molti sono scettici e si chiedono: è giusto riportare alla vita virtuale un artista deceduto? Per bene che sia fatto, un ologramma mai potrà sostituire la persona. Né visivamente, né sonoramente. Su questo non ci piove.
Ronnie James Dio non sarà mai più su un palco, purtroppo. Ma si deve negare alla gente la possibilita’ di ascoltare le sue canzoni con la sua voce? Direi di no. Ascoltare ‘The Last In Line’ e ‘King Of Rock’n’Roll’, con la sua voce tratta da DVD passati, riporta ancora di più la mente indietro agli anni Ottanta e oltre, e questo non è un peccato. Poi va detto che i Dio Disciples non sono una cover band, anche se i musicisti sul palco non hanno registrato nessuna delle canzoni originali. E’ la scusa che Vivian Campbell usa quando butta benzina sul suo cronico rancore contro Ronnie e tutto quello che è il suo mondo. Grow up, dude… I DD sono rodati, propongono anche le canzoni “nuove” come ‘King…’ che non suonano di solito ad occhi chiusi. Simon Wright alla batteria, però, deve dare il 110% per riuscire a stare dietro ai click che la coordinazione con l’ologramma richiede. Craig Goldie è un perfetto Blackmore quando si pesca nel repertorio Rainbow, Bjorn Englen, che era un suo studente, il perfetto partner. Ripper ha due canzoni, ‘Mob Rules’ e ‘Straight Through The Heart’, dove mette in mostra tutta la sua potenza. Oni Logan ne ha tre: particolarmente belle sono ‘I’ (da ‘Dehumanizer’) ed ‘Egypt’, ma ‘Catch The Rainbow’, sinceramente, è da brividi alla schiena!
I due cantanti hanno colori sonori diversi, Ripper uccide con la sua forza, Oni accarezza le note con la sua voce più rotonda. Quando cantano insieme, sono complementari. Si rincorrono quasi, colorano le canzoni di tinte alternanti quasi fossero nati per dividersi i compiti su ‘Tarot Woman’, ‘Stargazer’ e ‘Mystery’.
Molti non si sono presentati, perché prevenuti. Forse pensando che il tutto sia fatto per ragioni venali. Ne sono inorriditi e non tengono conto che ci sono costi e rischi piuttosto alti in un progetto del genere. Io sul palco ho visto passione, ho visto professionalità. Un voler dare alla gente qualcosa che altrimenti non può più avere, non sono lì per prendere la paga quotidiana. Senza entrare in dettagli che non mi competono, nessuno nella band o la stessa Wendy lo fa per soldi. Le sale erano medio-piccole, il concerto in Polonia probabilmente il più grosso di tutto il lotto, mentre qui al Trix di Anversa, in data 21 dicembre, c’erano un paio di migliaia di persone. Non si parla di botteghini stratosferici o di montagne di magliette vendute. Forse quando la tecnologia diventerà meno costosa e tutti i piccoli problemi verranno risolti, si potranno fare altre considerazioni; non c’è stato uno show tra i nove che sia stato immune da sbavature, e il concetto viene applicato ad artisti più famosi in altri generi, Zappa il prossimo, mentre gli altri non posso dirli, può essere che il creatore dell’ologramma si compri la Porsche. Ma oggi come oggi, bene che vada passa dal concessionario FIAT a mettere un deposito su un cinquino pagabile in cinque anni di rate.
Di quattro canzoni con l’ologramma, due sono medley, ‘The Last In Line / Holy Diver’ e ‘Heaven And Hell / Man On The Silver Mountain’ sono scelte un pò obbligate perché quello era l’abbinamento nei set da cui l’ologramma è stato tratto. Da ‘Man On The…’ hanno poi tolto Ronnie che annuncia l’assolo di Vinnie Appice, ovviamente.
L’ologramma non è ancora perfetto, ci stanno lavorando sopra per migliorarlo. Mancavano due canzoni che sono in fase di rifinitura e che saranno inserite nella prossima tournée. Forse l’immagine usata non sarà sempre la stessa, ma piu’ avvicinabile al periodo. Ronnie con abiti anni Settanta nelle canzoni dei Rainbow, ad esempio.
Sugli schermi la creatività di Paul Dexter, light designer, che ha alternato Murray a foto di Ronnie ed elaborate creazioni digitali, ha fatto il resto dello show. La gente cantava ‘Egypt’ come fosse ‘Smoke On The Water’, ho visto uno piangere di gioia quando ha attaccato ‘Stargazer’. Sulle ultime, solenni note di ‘Rainbow In The Dark’ tutte le braccia erano alzate facendo il segno delle corna, con il ruggito Dio-Dio a riempire la sala. Ed il meglio deve ancora venire…