Premiata Forneria Marconi @Teatro Petruzzelli, Bari – 29 Dicembre 2017

Il 31/12/2017, di .

Premiata Forneria Marconi @Teatro Petruzzelli, Bari – 29 Dicembre 2017

Gala rock di fine anno al Petruzzelli di Bari. In quello che è uno dei simboli della cultura del nostro Paese, si è esibita la band rock tricolore d’eccellenza: la Premiata Forneria Marconi. Ho visto diverse volte la creatura di Franz Di Ciccio dal vivo (per esempio, sempre a Bari al Teatro Team una quindicina di anni fa), ma mai dopo l’abbandono di Mussida del 2015. Inutile girarci intorno, la mia più grande curiosità era rivolta proprio allo stato di salute della band orfana di uno dei suoi membri più rappresentativi. L’assenza di Franco si sente, eccome se si sente! Non tanto a livello tecnico, quanto di carisma. Chi lo sostituisce fa più che degnamente il proprio dovere, ma non ha l’aura divina di quello che è uno dei padri del prog nostrano. In questa situazione, ancor più che in passato, la parte da leone la recita Di Cioccio, un po’ in affanno, ma ancora grande mattatore. Il doppio ruolo di singer, interpretato in modo molto fisico come sempre, e batterista inizia forse a pesare un po’, però la grinta del “Randagio” è indiscutibile. Chi invece non perde colpi è Patrick Djivas, il bassista francese, sornione come al solito, ha regalato una prestazione senza sbavature. A chiudere il terzetto dei nomi storici, Lucio ‘Violino’ Fabbri, per il quale il tempo pare non trascorrere. Sul palco, a completare l’attuale line up, si sono esibiti Alessandro Scaglione (tastiere), Roberto Gualdi (batteria), Marco Sfogli (chitarra) e Alberto Bravin (tastiere, voce). La data barese è stata una delle tappe di supporto all’appena pubblicato ‘Emotional Tattoos’, disco edito dall’etichetta prog metal per eccellenza, InsideOutMusic, e che ha diviso pubblico e critica (per esempio, da noi ha beccato un più che lusinghiero 78/100 in fase di recensione). A quanto pare alla PFM i giudizi esterni interessano poco, in ‘Emotional Tattoos’ ci credono, gran parte della scaletta è stata incentrata sull’ultima fatica, sin dalle iniziali ‘Il Regno’ e ‘La Luna Nuova’, giusto per utilizzare i titoli in italiano. Durante la serata ha fatto la propria comparsa anche il trittico ‘La Danza degli Specchi’, ‘Quartiere Generale’ e ‘Freedom Square’. Oltre ai brani recentissimi, altri pezzi della produzione sparsa come ‘Quartiere 8’ da ‘Come Ti Va In Riva Alla Città’ (1981) o come le due rivisitazioni in chiave rock de ‘La Danza Dei Cavalieri’ e dell”Overture del Guillaume Tell’ (entrambi provenienti da ‘PFM in Classic’ del 2013). Poi solo classiconi, vere e proprie pietre miliari del rock progressivo, ‘Photos of Ghosts’, ‘Il banchetto’, ‘Dove… Quando…’, ‘La Carrozza di Hans’ e ‘Impressioni di Settembre’, brani eseguiti uno dietro l’altro, quasi a volere cristallizzare il momento di massima gloria della band, ribadendo che si è trattata, però, solo di una fase di una carriera lunga e produttiva a prescindere dalle canzoni più famose. E la PFM è viva, non c’è che dire, sul palco si sbatte, suona e macina riff. Gli arrangiamenti sono moderni e robusti, a dimostrazione che non si tratta di un gruppo che galleggia nel passato, ma che è ben calato nel presente. Tra gli assoli di Fabbri e Di Ciccio, spicca quello di Patrick. Partito con un richiamo a ‘Luglio, Agosto, Settembre (Nero)’ e conclusosi con l’introduzione di ‘Maestro Della Voce’, con la parabola di Demetrio Stratos a fare da collante. Il bis è iniziato con un altro tributo, a De Andrè, con il ‘Il Pescatore’ e ed è terminato con la consueta ‘E’ Festa/Celebration’, con un Di Cioccio scatenato nel coinvolgere il pubblico.
Il bilancio finale tra quello che non c’è più e quello che c’è è positivo, la Premiata Forneria Marconi ha deciso di non vivere di nostalgia e di andare avanti. Noi, finché potremo, continueremo a seguirla!

FOTO DI MASSIMILIANO ALONGI

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