H.I.M. + The Biters @ Alcatraz – Milano, 7 dicembre 2017
Il 11/12/2017, di Fabio Magliano.
E’ stato il concerto delle emozioni, il ritorno su suolo italico degli H.I.M. alle prese con il loro “Farewell Tour”. Emozione nel vedere nuovamente on stage i padri del cosiddetto Love Metal; emozione nel vedere un Alcatraz magnificamente sold out per l’occasione; emozione per l’assistere a quella che potrebbe essere l’ultima occasione di gustarsi dal vivo questi miti finlandesi; emozione per riascoltare brani che volenti o nolenti sono entrati a far parte della storia del goth rock; emozione per rivedere all’opera un personaggio carismatico come Ville Valo. Emozione… appunto. Perchè se solo si provasse a distaccarsi da queste suggestioni e ci si soffermasse per un attimo sull’aspetto puramente musicale, beh, il rischio di prendere una tremenda tranvata sarebbe altissimo. Impietoso dirlo, ma se gli H.I.M hanno scelto di porre fine alla loro carriera, le ragioni della loro decisione sono ben chiare davanti ai nostri occhi. Ville Valo, che è stato si un ottimo cantante ma non è mai stato propriamente un animale da palcoscenico, si presenta al pubblico milanese in una condizione alquanto traballante, venendo salvato giusto da quelle emozioni di cui sopra, che sono andate a colmare negli occhi e nelle orecchie dei presenti lacune alquanto palesi. Una critica che fa male, soprattutto da chi, come il sottoscritto, ha amato visceralmente la band di Helsinki, apprezzandola (poco) più volte live ma ponendo due album come ‘Greatest Love Songs Vol. 666‘ e ‘Razorblade Romance‘ tra i dischi immancabili in qualsiasi discografia che si rispetti. Però vedere Valo incespicare, dimenticarsi parti di canzone, stonare a più riprese ha fatto veramente male. L’attacco con ‘Buried Alive by Love’ spiazza, non per la scelta della canzone ma per la leggerezza con la quale il bel tenebroso si presenta sul palco, lasciando nel camerino quella voce che aveva marchiato a fuoco i capolavori della band e proponendo una performance salvata a più riprese dal pubblico pronto a sorreggere con i suoi cori i passaggi a vuoto del cantante. I classici del gruppo vengono sciorinati a getto continuo, da ‘Heartache Every Moment’ a ‘Your Sweet 666’, da ‘Wicked Game’ a ‘Poison Girl’, da ‘Join Me In Death’ a ‘In Joy And Sorrow’, e sono fiumi di ricordi, di pensieri, di momenti, che ritornano nelle menti dei 3.000 presenti pronti con grida e applausi a “perdonare” tutto agli eroi finnici. Anche (forse) la loro scelta di agire “nell’ombra”, dimenticandosi per buona parte dello show l’illuminazione, compresa quella dell’imponente Heartagram posto alle spalle del palco ed esibendosi al buio; cinque silouette nell’oscurità che se da un lato hanno un che di affascinante, dall’altro (quello dei fotografi) finiscono di produrre isterismi e imprecazioni a più riprese. ‘The Funeral of Hearts’ chiude, come era facile attendersi, lo show, quindi il bis, affidato ad una versione di ‘Rebel Yell’ di Billy Idol. L’unico. Perchè proprio quando tutti si attendevano un coup de théâtre finale, un “thank you goodbye” seguito dall’accensione delle luci fa comprendere che questa volta è davvero finita. Con un po’ di amaro in bocca, questo si, e con la speranza che si sia trattato solo di un passaggio a vuoto estemporaneo, come potrebbe capitare a tutte le band nel corso di un lungo tour. Perchè un gruppo come gli H.I.M, per tutto quello che ha fatto nel corso della sua carriera, probabilmente, meriterebbe un addio ben più dignitoso.
Foto Alice Ferrero
LA SCALETTA:
Buried Alive by Love
Heartache Every Moment
Your Sweet 666
The Kiss of Dawn
The Sacrament
Tears on Tape
Rip Out the Wings of a Butterfly
Gone With the Sin
Soul on Fire
Wicked Game
Killing Loneliness
Poison Girl
Bleed Well
Heartkiller
Join Me in Death
Stigmata Diaboli
In Joy and Sorrow
Right Here in My Arms
The Funeral of Hearts
Encore:
Rebel Yell