Marilyn Manson @Pala Alpitour – Torino, 22 novembre 2017

Il 24/11/2017, di .

Marilyn Manson @Pala Alpitour – Torino, 22 novembre 2017

Nessun sit in di preghiera, nessun rosario sgranato al vento, nessuna protesta per il ritorno italico di Marylin Manson dopo gli anatemi lanciatigli contro dai puritani italioti in occasione della data estiva a Villafranca. Forse perchè protestare per la venuta dell’ “Anticristo” a Torino, la città magica per eccellenza, uno dei vertici del triangolo della magia bianca assieme a Praga e Lione, saprebbe tanto di controsenso, forse perchè dopo l’esclusione dell’Italia dai Mondiali, sono altre le “tragedie” a cui pensare, ben più gravi di un “concerto maledetto”, o semplicemente perchè un “diavolo zoppo” fa ben poca paura, perchè un diavolo senza una gamba, giralo come vuoi, ma rimane sempre un povero diavolo. E Manson (ammirevole nella sua tenacia, va detto), dopo il grave incidente del 30 settembre scorso a New York che gli è costato la doppia frattura del perone, ritorna subito sul palco per onorare gli impegni presi in precedenza anche se il risultato finale, va detto, più che terrore incute tenerezza. L’escamotage adottato dal Reverendo, scimiottando altri illustri fratturati come Axl Rose e Dave Grohl, è una carrozzina elettrica basculante travestita da trono, sostituita in corso d’opera da una protesi che consente al cantante di rimanere in posizione eretta pur mantenendo una certa staticità. Una condizione, questa, che non può non influire negativamente sulla riuscita del concerto, vuoi per la natura animalesca del cantante, che ha sempre fatto dell’imprevedibilità e della follia on stage un suo punto di forza (non a caso la frattura è figlia del suo tentativo di arrampicarsi sulla scenografia del palco), vuoi per il dolore che, ancora presente, ha condizionato la resa vocale del cantante, vuoi ancora per i lunghi stop tra un brano e l’altro per consentire a due tecnici travestiti da infermieri di agevolarlo nel cambio di postura e di abito. Certo, Manson da scafato e ironico entertainer sul suo stato di salute ci gioca e scheza, sul palco regnano barelle, infermieri, carrozzelle e flebo ancor più che donne seminude e corna da demonio, tanto che, più che un sabba pare l’ora di visita parenti in un reparto di Ortopedia, e le battutine acide in questo senso da parte del Reverendo non mancano. Ed alla lunga il pubblico sta al gioco e apprezza anche questa versione di Manson 2.0. Poi ci sono le canzoni, quelle estratte dall’ultimo ‘Heaven Upside Down’ che al netto di comprensibili tensioni vocali, dal vivo rendono decisamente bene, come l’opener ‘Revelation #12’, ‘Kill4Me’ e l’irrsistibile ‘Say10’, anche se sono ancora i vecchi cavalli di battaglia a scaldare gli animi e a far alzare la temperatura, da ‘This Is The New Shit’ a ‘mOBSCENE’, da ‘The Dope Show’ a ‘Tourniquet’ (proposta in una versione ridotta) sino ad una ‘Sweet Dreams’ eseguita in barella. I bis sono affidati all’immancabile ‘The Beautiful People’ e a ‘Cruci-Fiction in Space’, posta a chiusura di una scaletta che ha riservato non poche sorprese, non per ultima l’esclusione di brani considerati intoccabili dagli afecionados come ‘Coma White’, ‘Angel With the Scabbed Wings’ o ‘Irresponsible Hate Anthem’. In definitiva un concerto anomalo, promosso giusto per la tenacia di Manson di proseguire nonostante il dolore e i visibili problemi motori, ma che non ci toglie dalla testa l’idea che il vero show del vero Marilyn Manson, è ancora un’altra cosa.

SETLIST:

The End
Revelation #12
This Is the New Shit
Disposable Teens
mOBSCENE
Kill4Me
Deep Six
The Dope Show

Sweet Dreams (Are Made of This)
Tourniquet
We Know Where You Fucking Live
Say10
Encore:
The Beautiful People
Encore 2:
Cruci-Fiction in Space

 

Le foto dello show negli scatti di Alice Ferrero

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