Papa Roach @Alcatraz – Milano (MI), 24 settembre 2017
Il 27/09/2017, di Marco Giono.
I primi di agosto i Papa Roach annullano tre date negli Stati Uniti. Il cantante Jacoby Shaddix deve nuovamente farsi operare alle corde vocali (il precedente intervento risale a circa cinque anni prima). I fan europei trattengono il fiato, quando il 6 settembre, in video, Jacoby dichiara di essere tornato in forma e quindi pronto a riprendere a cantare. Vicissitudini queste che concorrono ad aumentare la fame del pubblico italiano per il quartetto californiano, il cui ultimo concerto da headliner in Italia risale ormai a quattro anni fa. Il tour stavolta però è a supporto del loro ultimo album ‘Crooked Teeth’ che grazie anche ad un bilanciamento tra elementi del passato e presente ha riscosso un buon successo da parte dei fan e della critica. Stavolta il palco prescelto per ospitare l’unica data italiana dei Papa Roach è quello dell’ormai celebre Alcatraz di Milano. La band di supporto? Avrebbero dovuto essere gli inglesi Frank Carter & Rattlesnakes, ma per via di problemi di salute del cantante Frank Carter, il tour è stato cancellato. Al loro posto vengono chiamati i romani Noise From Nowhere che suonano un metal alternative con forti influenze grunge. L’accoppiata pare ben assortita e le premesse quindi per una serata di ottimo livello ci sono tutte. Senza indugiare oltre, non ci rimane che provare a raccontarvi come sono andate le cose.
Ore 20.00, Noise From Nowhere
Quando si avvicinano le 20, ora d’inizio del concerto dei Noise From Nowhere, il locale è già per buona parte pieno. Pur avendo una breve carriera, con all’attivo il solo album d’esordio ‘The World So Sick’ del 2016, il gruppo romano ha già suonato per diversi gruppi importanti (tra gli altri Elvenking, Pino Scotto e Gus G.) ed in centinaia di date, tuttavia il concerto di stasera immagino sia in qualche modo speciale, anche solo per il fatto di trovarsi davanti ad un pubblico così numeroso e a supporto di una band di livello internazionale come i Papa Roach. I Noise from Nowhere sul palco ci sanno fare e mostrano da subito una carica vitale notevole. I due fratelli Reda duettano alla voce, ma mentre Sim suona la chitarra, Marco suona la batteria. Il gruppo è da subito ben centrato e il primo brano ‘Give It Up’ riesce a destare l’attenzione dei presenti. La musica dei Noise From Nowhere, brano dopo brano, conquista così nuovi seguici. Passando da ‘Demons In My Bed’ a ‘The Game’ per concludersi in ‘All the Rage’, il concerto scorre velocemente, grazie anche ad un mix riuscito tra potenza metal e melodia grunge, tratto distintivo dei Noise From Nowhere, un gruppo di cui sentiremo parlare ancora.
Ore 21, Papa Roach
Un telone aerografato ci divide dai Papa Roach. Il pubblico ormai ha invaso l’Alcatraz. La tensione si manifesta nel vociare, in qualche coro improvvisato e nell’attesa stessa… I Papa Roach sono in ritardo di circa venti minuti, ma quando parte l’intro, ogni cosa viene dimenticata. Conta solo quello che accadrà da lì a breve… Shaddix si erge sul palco e senza troppi convenevoli da il via alle danze con la title track del nuovo album ‘Crooked Teeth’. Rettangoli di luci colorate si stagliano dietro al gruppo. Il pubblico tracima di energia che si espande nei cori di ‘Getting Away With Murder’. Jacob gradisce ed esclama in un buon italiano ‘Siete forti!’. La band vive con intensità ogni canzone, così come i fan che tuttavia in alcuni brani moltiplicano ulteriormente le energie. Mi viene in mente il corone di ‘Scars’ oppure il rock veloce di ‘Gravity’. Ma anche una cover dei Blur come ‘Song 2’ riesce ad aumentare l’instabilità emotiva dei presenti. I Papa Roach ci mettono energia e lo fanno con grande generosità. Onorano poi la memoria di due musicisti recentementi scomparsi quali Chester Bennington dei Linkin Park e Chris Cornell dei Soundgarden/Audioslave attraverso dichiarazioni d’affetto e citazioni musicali. Infatti un brano come ‘Forever’ s’innesta con l’oscurità di ‘In The End’ dei Linkin Park e la cosa viene fuori niente male! C’è poi la doppietta da lasciar senza fiato di ‘American Dreams’ e ‘She Loves Me Not’, in quest’ultima vengono citati i Pink Floyd di ‘Another Brick in The Wall’. La musica, come spiegherà Jacob, deve includere e unire, sempre…non posso che concordare. Troppo presto invece per anticiparvi qualcosa in più sul nuovo brano ‘Geronimo’ suonato in modo parziale dalla band; possiamo al momento solamente riportarvi che probabilmente figurerà sul prossimo album previsto per il 2018. In realtà non mi rimane che raccontarvi del finale di un concerto dai ritmi altissimi e senza passaggi a vuoto. Così nei bis ci troviamo ad avere a che fare con due brani di grande intensità quali ‘Dead Cell’ e ‘Last Resort’ presi da un grande album quale ‘Infest’. C’è il tempo per un altro nuovo brano, ‘None of the Above’ caricato a molla dai Papa Roach che dimostrano ancora una volta la bontà del nuovo lavoro. Il pubblico viene catapultato poi in ‘To be Loved’ che in maniera potente conclude la serata. L’analisi dei suoni e della prestazioni dei singoli è davvero così importante alla fine? Per i Papa Roach forse non è la cosa più importante. Certo suoni ed esecuzioni sono curati per carità, Shaddix è cresciuto gradualmente, trovando il passo di uno che il palco lo domina, il resto della band ha fatto comunque bene, ma quello che conta davvero è farsi sentire nella pancia e nel cuore dei propri fan…e ad osservare i volti sorridenti dei fan mentre scemano verso l’uscita, credo vi siano pochi dubbi in proposito.
FOTO DI EMANUELA GIURANO