God Is An Astronaut + Ginkgo Dawn Shock + Bluestone Valley + Istmo @Eremo Club – Molfetta (BA), 11 giugno 2017
Il 13/07/2017, di Giuseppe Cassatella.
La Puglia in questi ultimi anni sta diventando uno dei fulcri italiani della scena post-rock, stoner e psych. La formazioni dedite a queste sonorità spuntano fuori come funghi (di ottima qualità) e il buon lavoro svolto da realtà come Rockcult e A Desert Odissey attira sempre più band note da queste parti.
Nonostante questa premessa, quando un paio di mesi fa iniziò a circolare la voce che gli A God Is An Astronaut si sarebbero esibiti in quel di Molfetta, ai più sembrò uno scherzo. E invece, era tutto vero!
Così la febbre è salita pian piano, sino al raggiungimento del proprio picco in quel martedì 11 luglio, che ai presenti è sembrato un sabato più che un giorno pre-lavorativo, vista la mole di pubblico accorso a pagare il giusto tributo alla band irlandese.
Nonostante il caldo afoso degli ultimi giorni, lo splendido giardino dell’Eremo Club, a ridosso del mare, ha dato un po’ di refrigerio a noi poveri terroni vessati dal caldo delle ultime settimane, che tra una birra, un panino e una visita agli stand degli espositori, abbiamo iniziato a prendere confidenza col posto.
I più solerti hanno potuto assistere sul palco piccolo, quello esterno, all’esibizione degli Istmo, a cui è toccato il compito di dare il via alla serata. Probabilmente, tra le formazioni del lotto di apertura sono stati quelli con il sound più vicino stilisticamente a quello degli headliner. Nella loro mezzora questi ragazzi, autori di un Ep omonimo un annetto fa, hanno sviscerato un post-rock\metal dalle tinte drammatiche. Un buon avvio di serata, apprezzato dai più.
Sonorità del tutto diverse quelle proposte dai Bluestone Valley, che, in attesa del loro primo album, sul palchetto hanno portato un hard rock dalle forti tinte blues, che sarà stato apprezzato dai fan di band quali Blues Pills e affini (sia stilisticamente che per la presenza di una cantante). Forse dalla loro i pugliesi hanno delle sfumature heavy che alla band svedese mancano e che li rende più originali rispetto alle altre entità che stanno riportando in auge le sonorità vintage.
Il loro nome in Puglia è una certezza, tra i gruppi più amati della regione, ovunque vadano, ricevono un’accoglienza calorosa. Questa volta giocavano addirittura in casa i Ginkgo Dawn Shock, quindi la calca sotto il palco durante la loro esibizione non mi ha sorpreso più di tanto. Tra pezzi vecchi e novità provenienti dal prossimo album, ormai in dirittura di arrivo, questi ragazzi hanno dato una dimostrazione di come si possa suonare musica complessa e nonostante tutto arrivare dritto al cuore di ascolta. La crescita di questa band è stata impressionatene, e piano piano anche quella patina Tool, che li ha accompagnati sinora, sta venendo meno. Ormai Giordano e soci stanno per approdare a un sound originale e fortemente caratterizzato!
Quindici anni di carriera non sono pochi, soprattutto se decidi di vivere la tua musica in modo passionale. I God Is An Astronaut questo traguardo l’hanno tagliato, giusto quindi celebrarlo con un tour intensivo ed estensivo.
Nonostante l’algidità apparente che contraddistingue i Kinsella, credo che anche loro un po’ si siano sciolti per il calore dimostrato davanti al palco e al banchetto del merchandising dal numerosissimo pubblico presente.
Suono pulito, forse anche troppo (sarò un romantico, ma qualche sbavatura dal vivo ci vuole) e impianto scenografico da brividi: un cielo stellato sullo sfondo e un costante gioco di luci che ha reso i musicisti quasi delle ombre.
Non solo l’occhio ha avuto la sua parte, anche l’orecchio ha potuto godere in pieno di un’esibizione che è stata un crescendo. Forse un po’ troppo distaccati all’inizio, sino alla fine gli irlandesi hanno saputo riscaldare la platea con una coda incandescente. Un motore diesel, quindi, ma di impatto, sopratutto emotivo: perché la musica dei GIAA colpisce in primis l’anima.
La scaletta ha ricalcato quella del tour europeo, ed ha coperto tutto la discografia: all’inizio il trittico ‘Pig Powder’, ‘Age of the Fifth Sun’ ed ‘Echoes’, ha avuto il proprio apice in ‘From Dust to the Beyond’.
Alla musica degli irlandesi forse manca l’ardore di quella dei Mogwai, però sa comunque scuoterti a livello emozionale.
E alla fine, il pubblico è tornato a casa felice. Ed è questo che conta.