Radiohead @Arena Del Visarno – Firenze (FI), 14 giugno 2017
Il 15/06/2017, di Roberto Villani.
Rimettere in vendita i biglietti dei concerti italiani dei Radiohead sui social network da parte di chi precedentemente li aveva acquistati, è diventata una delle attività virali più diffuse in queste ultime settimane, tanto da fare scatenare una ridda di ipotesi e considerazioni, riprese e riportate da parecchi siti e organi di stampa.
Detto questo, i cinquantamila che hanno acquistato e tenuto i propri tagliandi di Firenze, hanno potuto beneficiare di un concerto ad altissima intensità emotiva come solo la band di Thom Yorke riesce a trasmettere e lo sanno bene i Muse e, in parte, i Coldplay, che non hanno mai nascosto l’influenza e l’ispirazione che i Radiohead hanno segnato per la loro carriera e per il loro sound, un marchio di fabbrica, oggi, dal successo planetario.
Tra atmosfere rarefatte e sonorità che alternano psichedelia al limite dell’ipnotico ed esplosive fiammate di grande rock, si sviluppa uno show che non concede nessun punto di riferimento, né sonoro, né visivo, che ruota intorno alla carismatica genialità di Thom Yorke, che delizia l’estasiata platea con brani tratti dall’ultimo lavoro ‘A Moon Shaped Pool’, come l’iniziale ‘Daydreaming’, passando dal capolavoro ‘Ok Computer’, come la conclusiva e celeberrima ‘Karma Police’, bella da togliere il fiato, di cui ricorre quest’anno il ventennale.
I Radiohead non finiscono mai di stupire, raccogliendo consensi a ogni tappa del loro tour celebrativo, partito da Miami a inizio anno e che proseguirà con un secondo concerto italiano a Monza in occasione del I-Day dove sono previste altre cinquantacinquemila persone, in un escalation di popolarità e gradimento, che stride con l’immagine rarefatta e raffinata che sprigiona il loro show e che li rende assolutamente diversi e trasversali da ogni altra band di tali proporzioni e altrettanto successo.
Sfilano come fossero splendidi gioielli incastonati in una pregiata corona regale, capolavori di mirabile e intensa suggestione quali ‘Lucky’ e ‘Paranoid Android’, accolti da un boato, come i ricami di chitarra che introducono ‘Airbag’, altra gemma tratta da ‘Ok Computer’, un album considerato per decreto legge mondiale, come uno dei più belli e influenti della storia del rock.
I Radiohead sono rockstar anomale, sono gli unici al mondo ad attirare folle oceaniche ai loro concerti, senza l’utilizzo di effetti pirotecnici o di canzoni nazional popolari da cantare a squarciagola, ma trasmettendo unicamente emozioni e piacevoli sensazioni, restando sempre in bilico tra la sperimentazione più estrema e talvolta, coraggiosa, e aperture rock di grande presa, in un caleidoscopio sonoro dal fascino incontaminato.
Nel frattempo le note suadenti di ‘Fake Plastic Trees’ riecheggiano nella mia testa senza abbandonarmi e senza la precisa volontà di abbandonarle.