Temperance @Teatro Sociale – Alba (CN), 29 aprile 2017
Il 01/05/2017, di Fabio Magliano.
Metal e musica sinfonica, un binomio che negli anni è andato facendosi via via sempre più forte, prima con infiltrazioni in studio, quindi con live nei quali questi due universi hanno finalmente potuto sposarsi in tutta la loro straordinaria suggestione. Emozioni intense, come quelle provate recentemente con il concerto al Teatro Dal Verme di Milano in occasione della data italiana degli In Flames e del loro “In Our Room – An Evening With…”, ma se a livello internazionale questo tipo di produzioni non sorprendono quasi più, in Italia rappresentano chicche rare se non uniche. Ed è ancora più incredibile se, a portare uno show di questa portata a teatro non è una band affermata ma quattro coraggiosi outsider come i piemontesi Temperance, che con tre album in tre anni e una vagonata di show in giro per l’Europa alle spalle, decidono di compiere il grande salto registrando il loro primo DVD ufficiale in un contesto suggestivo come quello di un teatro, accompagnati da un coro di quattro voci e un quartetto d’archi, a riscrivere in qualche modo la storia musicale di una band capace di crescere in maniera esponenziale album dopo album. La location scelta per questo evento andato in scena lo scorso 29 aprile è l’ottocentesca sala storica del Teatro Sociale di Alba (CN), un piccolo gioiello preso d’assalto da fan della band provenienti non solo dall’Italia, pronti ad occupare la platea e i tre ordini di palchi per non perdere l’emozione dell’evento. Che i tre Temperance “storici” (la cantante Chiara Tricarico, il chitarrista/cantante Marco Pastorino e il bassista Luca Negro che qui gioca in casa) accompagnati per l’occasione alla batteria dal talentuoso Alfonso Mocerino (già Balletto di Bronzo, Nebulae ed Heretic’s Dream) chiamato a sostituire Giulio Capone, curano nei minimi dettagli, chiamando a raccolta quattro validissimi archi (Gabriele Boschi dei Winterage, Diana Tizzani, Daniela Caschetto ed Eugenio Milanese), altrettante voci eccellenti (Alessia Scolletti degli Overtures, Michele Guialtoli dei Kaledon, Caterina Piccolo e Giovanni Venier già con gli Headquakes) e dando vita a oltre due ore di emozioni allo stato puro. Chicca nella chicca, la decisione del gruppo di eseguire nella prima parte dello show l’ultimo ‘The Earth Embraces Us All’ nella sua interezza, con alcuni brani usciti rafforzati e emotivamente più intensi dall’operazione di ri-arrangiamento. Se ‘Unspoken Words’ con il suo flavour folk invade la sala del teatro con la sua freschezza portata dal lavoro degli archi, ‘Revolution’ con i suoi synth che ben si sono sposati con la maestosità delle orchestrazioni classiche per la prima volta ha fatto risuonare sonorità dure tra queste pareti. Quello che colpisce è il coraggio nonchè la preparazione dei musicisti sul palco, tanto giovani quanto talentuosi, con Chiara Tricarico a suo agio sia nelle parti più liriche sia in quelle maggiormente hard grazie ad una versalità vocale davvero apprezzabile, Marco Pastorino autentico leader carismatico quantomai prezioso sia in chiave vocale che strumentale, e Negro a tratti spettacolare con un basso che nasce dal jazz spingendosi sin verso i lidi più duri del metal. Un discorso a parte per il nuovo drummer che non solo si concede un assolo mozzafiato, ma dimostra di essersi ormai calato a pieno in questa nuova dimensione. Di grande impatto in chiusura di set ‘Advice From A Caterpillar’ ispirata ad ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’ qui proposta in una versione ancor più maestosa, e la suite ‘The Restless Ride’ che lascia emergere, qui più che mai, l’amore per il progressive di questa band.
Calo di sipario, pausa e secondo atto che si apre addirittura con un coro di cinque voci bianche ad affiancare i dodici musicisti sul palco per l’esecuzione della sorprendente ‘Oblivion’, prima che l’anthemica ‘Hero’ porti sul palco un po’ di sano power sinfonico dal facile appeal. L’assolo di Luca Negro è un doveroso tributo ad un musicista di talento chiamato ad esibirsi sul principale palcoscenico della sua città, quindi ancora grande divertimmento con la scanzonata ‘Mr. White’ prima di lasciare il proscenio ai primi classici del gruppo, da ‘Breathe’ a ‘Save Me’ sino a ‘Dèjavu’, cantate a squarciagola dai presenti a dimostrazione di come questi brani siano ormai entrati in circolo tra gli afecionados di questo gruppo. Che con un sorriso di compiacimento hanno abbandonato il teatro al termine dello show dopo la standing ovation di rito, per poi abbracciare i Temperance nel foyer, pronti a ricevere il calore del loro pubblico consapevoli di avere forse scritto questa sera una pagina indelebile della loro storia. Ma la sensazione che non sia finita qui, non so perchè, è quantomai forte…
SETLIST:
Intro
A Thousand Places
At The Edge Of Time
Unspoken Words
Empty Lines
Maschere
Haze
Fragments Of Life
Revolution
Drum Solo
Advice From A Caterpillar
Change The Rhyme
The Restless Ride
ACT II
Oblivion
Hero
Bass solo
Mr. White
Me, Myself & I
Breathe
Save Me
Dejavu
Outro
Foto Alice Ferrero