Amon Amarth + Dark Tranquillity + Omnium Gatherum @Estragon – Bologna, 29 marzo 2017
Il 31/03/2017, di Roberto Villani.
Testo di Mathias Marchioni
Serata dedicata al death metal scandinavo nella sua declinazione più melodica quella trascorsa a Bologna, casa Estragon Club, per l’unica data italiana del Jomsviking World Tour degli Amon Amarth.
Per l’occasione, il 29 marzo, si sono aggiunti al bill anche i finlandesi Omnium Gatherum e i Dark Tranquillity questi ultimi ospiti davvero d’eccezione.
Il pubblico è quello delle grandi occasioni e alle 18.00 la fila per entrare nel locale è già nutrita.
L’atmosfera è calda sotto ogni punto di vista come all’interno della venue dove un po’ si boccheggia a causa di un clima tropicale.
Poco male perché alle 19.30 iniziano le danze con il primo gruppo in scaletta. Jukka Pelkonen assieme a Markus Vanhala sono i veri mattatori del set degli Omnium Gatherum con continui siparietti con il pubblico e sfoggio di doti musicali di prim’ordine. I volumi sono però davvero bassi, tanto che nelle primissime file da dove ce li siamo goduti la “botta” risulta non pervenuta.
Peccato davvero perché i brani dell’ultimo “Grey Heavens” uscito nel 2016 meriterebbero ben altro trattamento da parte dei fonici di sala, ma gli concediamo l’attenuante del rodaggio.
Il set degli OG dura poco più di mezz’ora e i commenti del pubblico sono tutti della stessa natura con piccole sfumature che vanno dal “non me lo aspettavo, questi sono davvero bravi” al “te lo avevo detto sono dei grandi”, segno di una performance che ha lasciato il segno.
Durante il veloce cambio palco nessuno del pubblico presente abbandona le posizioni conquistate, tanto è l’attesa di vedere sul palco Mikael Stanne e soci. Quando alle 20.30 si spengono le luci il boato che si leva è esattamente quello che ci aspettavamo per i Dark Tranquillity che più che uno special guest sono a tutti gli effetti co-headliner della serata.
La formazione si presenta sul palco con i noti cambiamenti degli ultimi mesi quindi con Anders Iwers al basso (finalmente diventato membro effettivo della band) e l’assenza di Niklas Sundin sostituito per questa prima parte del tour da Christopher Amott e da Johan Reinholdz.
L’occasione è ghiotta, sopratutto per togliersi definitivamente il pensiero su “Atoma”, ultimo album della band che ha diviso come non mai i giudizi di fan e addetti ai lavori.
Togliamoci subito il dente e ammettiamolo, quando parte l’omonima traccia che ha dato il titolo all’ultimo album si rimane, anche live, un po’ spiazzati ma è anche vero che in un set così tirato e purtroppo troppo corto, ma ahimè già si sapeva, la selezione fatta dalla band non poteva che essere più azzeccata con un vero e proprio best of dei loro brani migliori della loro più che ventennale carriera.
Il delirio e la carica del pubblico rimane costante per tutto i sessanta minuti scarsi dell’esibizione, e Stanne non perde occasione di farlo notare con continui ringraziamenti e saluti. Unica nota stonata: anche con i Dark Tranquillity i suoni continuano a non essere a buoni livelli e più ci si allontana dalle prime file più si fanno impastati e scompare la voce. L’unica spiegazione è che tutto sia tarato sui suoni degli Amon Amarth.
Alle 22, con trenta minuti di ritardo sul programma è quindi il turno dei veri protagonisti della serata. Il palco viene finalmente svelato ed il pubblico parte in un’ovazione quando è evidente che dopo anni di attese e concerti dove ci siamo dovuti accontentare di b-side stage, questa sera potremmo godere di un vero palco in stile Amon Amarth con elmo e corna gigantesche, scalinate e orpelli vari.
Non nascondiamoci dietro ad un dito, le scenografie fanno parte dello spettacolo e quando a varie riprese escono anche i figuranti per darsi battaglia sul palco, agitare lance, lanciare frecce e chi più ne ha più ne metta i livelli di entusiasmo salgono alle stelle. Mancherebbero giusto le fiamme, orpelli all’ordine del giorno nelle altre date del tour, ma non possiamo lamentarci consolandoci con dei più sobri sbuffi di fumo ad alta pressione ben più adatti alla location.
I suoni finalmente si fanno pesanti e ben calibrati, la band è in palla e inizia a martellare brani che mandano in delirio il pubblico e a far roteare le teste già da Pursuit of Viking scelta per aprire le danze.
Per quasi due ore i ritmi sono serrati e ci sarà spazio solo per un paio di intermezzi tra Johan Hegg ed il pubblico, dove tra l’altro il leader degli Amon Amarth sfoggia un italiano impeccabile.
Cos’altro aggiungere ad uno spettacolo a dir poco perfetta? La solidità della band è fuori discussione, i nuovi brani sono una bomba e lo spettacolo vale ogni singolo euro pagato per il biglietto, se poi ci aggiungiamo una band di supporto come i Dark Tranquillity la serata entra di diritto in quelle da ricordare…Guardians Of Asgaard: Raise Your Horns!
Foto di ROBERTO VILLANI